LUGANO – BIENNE
3-5
(1-1, 2-2, 0-2)
Reti: 2’23 Brunner (Grossmann, Stampfli) 0-1, 17’33 Fazzini (Arcobello, Alatalo) 1-1 20’36 Brunner (Cunti, Rathgeb) 1-2, 25’51 Fazzini (Arcobello, Nodari) 2-2, 33’22 Brunner (Künzle, Rathgeb) 2-3, 37’36 Müller (Josephs, Bertaggia) 3-3, 43’05 Kohler (Kessler) 3-4, 51’11 Künzle (Brunner, Yakovenko) 3-5
Note: Cornèr Arena, 4’856 spettatori. Arbitri Stricker, Mollard; Schlegel, Progin
Penalità: Lugano 1×2′, Bienne 1×2′ + 1×5′ + 1×20′
Assenti: Timo Haussener, Daniel Carr (infortunati), Davide Fadani, Samuel Guerra (sovrannumero)
LUGANO – Reduce dalla goleada giurassiana rifilata all’Ajoie in settimana, il Lugano non aveva però ancora dato tutte le risposte di cui i bianconeri sono alla ricerca in questo inizio di stagione e dell’era McSorley, ecco perché il Bienne arrivato in Ticino venerdì poteva essere un banco di prova attendibile.
La squadra di Törmänen si è presentata alla Cornèr Arena da imbattuta e il Lugano doveva di nuovo far fronte alla nuova assenza di Carr. E si è capito abbastanza in fretta che per il Lugano le cose si facevano più serie, soprattutto perché al contrario dell’Ajoie, i giallorossi hanno fatto capire che nessun errore sarebbe stato perdonato ai bianconeri.
Quegli errori che erano suonati come un campanellino a Porrentruy sulle sgroppate di Frossard, Hazen e Asselin non avevano avuto modo di colpo ferire martedì, ma stavolta c’era davanti un Brunner assatanato con cui fare i conti. L’ex bianconero alla terza sirena poteva infatti fregiarsi di un hat trick, frutto della freddezza con cui aveva punito in maniera incredibilmente cinica gli svarioni della sua ex squadra, prodigatasi nel fornire all’attaccante ospite le azioni giuste con cui colpire.
Non è che il Lugano abbia interpretato male l’incontro inizialmente, anzi, il piglio sul piano della determinazione è stato sicuramente quello giusto, ma quel primo clamoroso errore che ha lanciato Brunner verso Schlegel è stato un primo segnale che qualcosa non andasse nell’attenzione da porre alla fase di copertura semplicemente anche su dischi liberati dal proprio terzo da parte degli ospiti.
Ingenuità anche clamorose, con i difensori di turno a guardarsi per capire a chi toccava coprire per primo e a capire che qualcosa nelle abitudini dei difensori decisamente non andava. E del clamoroso l’aveva – anzi, lo ha – il numero di occasioni da rete che il Lugano si è creato progressivamente da metà incontro in avanti senza che riuscisse a sfruttarne perlomeno una qualcuna per indirizzare col punteggio una partita che sembrava impossibile perdere.
Una quantità industriale i dischi buttati fuori dalla porta dell’ottimo Paupe, imprecisione, fretta o troppa pazienza nel concludere, o ancora compagni mal posizionati per l’ultimo tocco.
Insomma, una partita maledettamente difficile da leggere nel suo complesso, ma che alla fine il Lugano ha perso nel terzo periodo per le due reti decisive degli ospiti, ma che in fondo se l’è vista sfuggire di mano regalando letteralmente quattro gol alla squadra di Törmänen.
Sì perché in fondo il Bienne ha costruito poco o nulla, ha vinto sfruttando alla grande gli svarioni difensivi dei bianconeri con un cinismo pazzesco e vivendo poi sull’incapacità di sfruttare le occasioni da rete proprio dei padroni di casa. E non è certo una critica verso i giallorossi, ma anzi, questo raddoppia la percezione delle lacune attuali di questo Lugano, capace di creare sull’arco di sessanta minuti una quantità di occasioni industriale, ma anche di sciuparle in maniera clamorosa.
Il solo Fazzini, non a caso protagonista su tutte le tre reti della sua squadra, è attualmente l’unico attaccante di peso sotto porta a disposizione di McSorley che ha invece in altri giocatori attesi per ora delle delusioni. Boedker girovaga in maniera fumosa al largo dello slot e la sua presenza si fa sempre più evanescente, Arcobello si sbatte ma sbaglia anche molto, così come Herburger, Bertaggia continua a litigare con la rete e ad altri non si può chiedere la luna, anche se la partita del giovane Stoffel in prima linea è stata comunque egregia.
Da dietro gli impulsi spesso non mancano, Müller ha sulla coscienza la terza rete ospite ma si è fatto perdonare con il 3-3 e diverse giocate importanti, Alatalo non è sempre pulito ma ha buoni spunti. Discorso diverso per Loeffel, che ha spesso ottimi movimenti ma tiene sempre tutti col fiato sospeso ogni volta che porta il disco con errori banali.
Su questa partita il Lugano ha molto da recriminare, su sé stesso ovviamente, perché a rigiocarla dieci volte probabilmente sarebbe stato un match da vincere nove volte e non basta la serata storta per spiegare tutto. L’assenza di Carr ovviamente è importantissima e come ha detto McSorley non può essere un solo giocatore a pesare così tanto, ed è evidente che al momento il pacchetto stranieri rimanente del Lugano è ben di sotto delle aspettative.
Se su Josephs non ci si poteva aspettare moltissimo salta all’occhio l’inconsistenza di Boedker, lasciato pure in panchina per l’assalto finale a 6 contro 5 e Arcobello ha all’attivo una sola rete a porta vuota alla prima giornata.
Hnat Domenichelli ha affermato di essere sul mercato straniero per sostituire Carr, ma anche chi è già alla Cornèr Arena è chiamato a un deciso cambio di passo. Niente drammi per carità, ma è meglio capire subito dove si deve intervenire, prima di portarsi appresso i problemi per troppo tempo.
IL PROTAGONISTA
Damien Brunner:Quando vede bianconero…vede rosso. L’attaccante del Bienne quando scende alla Cornèr Arena da avversario si risveglia spesso e anche questa volta ha lasciato il suo segno addirittura con un hat trick contro il povero Schlegel. Scatenato al limite dell’invasato ha sfruttato alla grande gli errori dei suoi ex compagni, trasformando le occasioni con una freddezza micidiale.
GALLERIA FOTOGRAFICA
(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)