AMBRÌ – DAVOS
2-1
(0-0, 2-0, 0-1)
Reti: 30’06 Spacek (Virtanen, De Luca) 1-0, 32’41 Dauphin (Lilja, Spacek) 2-0, 46’00 Nordström (Wieser, Stransky) 2-1
Note: Gottardo Arena, 6’775 spettatori
Arbitri: Piechczek, Hürlimann; Fuchs, Urfer
Penalità: Ambrì 4×2, Davos 4×2
Assenti: Jared McIsaac, Kilian Zündel, Davide Fadani, Nando Eggenberger, Valentin Hofer (sovrannumero), Alex Formenton (congedo), Tobias Fohrler (squalificato)
AMBRÌ – L’Ambrì Piotta l’accesso ai play-in deve ancora conquistarselo, ma la sfida di sabato contro il Davos è andata in scena in un ambiente che sembrava già da playoff, in cui i biancoblù hanno saputo sfoderare la loro miglior prestazione della stagione. Intensità, carica agonistica, compattezza ed ingaggio fisico sono infatti stati gli ingredienti con cui la squadra di Cereda ha affrontato un ottimo Davos, dimostrando a se stessa quale sarà la ricetta vincente nella fase calda del torneo.
Nell’appassionante spettacolo della Gottardo Arena i suoi meriti li hanno naturalmente avuti anche i grigionesi, che assieme ai padroni di casa hanno dato vita ad un match teso ed appassionante, in cui è stato significativo vedere come l’Ambrì abbia saputo rispondere in un contesto che per ritmo ed intensità è stato di gran lunga superiore – in senso generale, non guardando solo al gioco dei leventinesi – rispetto alle uscite più recenti.
Quella di sabato è insomma stata una partita “vera”, in cui le reti si ottengono solamente con il sacrificio e l’aspetto fondamentale è la continuità tra un cambio e l’altro, ed in questo la squadra di Cereda si è fatta trovare pronta.
È stata anche una partita “da Ambrì”, in cui si è fatto leva su quelle caratteristiche che in questa stagione si volevano riacquisire dopo che erano mancate in quella precedente, ed un messaggio importante è stato lanciato da elementi come Pestoni e Zwerger, che hanno stretto i denti e fatto un sacrificio per rientrare prima del previsto.
La squadra ha naturalmente beneficiato del loro ritorno, che assieme a quello di Spacek ha riportato quella fantasia ed imprevedibilità offensiva che a Losanna era un po’ mancata, impedendo all’Ambrì di ottenere qualcosa di più nonostante una buona prova.
Proprio il centro ceco è stato uno dei motori della squadra nell’ottimo blocco completato da Dauphin e De Luca, ma è in termini collettivi che i biancoblù hanno fatto la differenza. La determinazione in forecheck ed una grande compattezza in pista hanno infatti saputo mettere in difficoltà un Davos che dal canto suo ha mostrato tutti quei segnali propri di una squadra forte ed in forma, e ne è così nata una partita di ottimo livello.
Significativo il fatto che entrambe le reti leventinesi siano arrivate con delle deviazioni davanti al portiere, durante un secondo tempo in cui l’Ambrì ha saputo ingranare una marcia in più dopo un primo periodo già di ottima fattura. Quella è stata la fase in cui il momentum della sfida ha subito la sua sterzata più importante, anche se sull’altro fronte non è mancato il lavoro per un ottimo Juvonen, che ha reagito ottimamente alla serata opaca vissuta a Losanna.
Il portiere è stato fondamentale nel finale, quando l’Ambrì si è trovato a difendere il vantaggio da un Davos che ovviamente dopo due periodi non ha mollato, e che nel terzo ha saputo imbastire una bella spinta in avanti alimentata dal gol di Nordström in powerplay.
Nel finale l’Ambrì ha dunque saputo anche soffrire, arrivando alla terza sirena con 22 tiri bloccati ed ottenendo un successo reso possibile da una prestazione stavolta davvero completa. Sono infatti queste le serate più significative per una squadra, e vittorie del genere – al termine di partite con grande intensità e sudate fino all’ultimo secondo – valgono ben più di successi condotti in porto in maniera più semplice e magari con diverse reti di scarto contro un avversario non in serata.
I tre punti ottenuti significano inoltre per l’Ambrì Piotta aver superato il Bienne – che appare in difficoltà con tre sconfitte filate – ed essersi portati a +5 al Langnau, con addirittura Ginevra e Davos nel mirino pur avendo giocato un maggior numero di partite. Dopo una prestazione del genere la consapevolezza di meritarsi i play-in non passa però principalmente dalla situazione in graduatoria, ma soprattutto da quanto portato sul ghiaccio.
IL PROTAGONISTA
Michael Spacek: La sua assenza si era sentita tantissimo a Losanna, un po’ per la grande qualità che porta in pista, ma soprattutto per una presenza che con il passare del tempo è diventata vera leadership. Fa quasi strano dirlo visto il carattere molto introverso del ceco, ma Spacek è per l’Ambrì un vero elemento che indica la via attraverso le sue giocate. Da qualche tempo, complice l’affetto del pubblico, si sta inoltre facendo coinvolgere di più anche a livello emotivo.
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