AMBRÌ – Con nove punti da recuperare, soli sei incontri da giocare ed una concorrenza agguerrita, appare oramai probabile che l’Ambrì Piotta sarà costretto a disputare i playout, sperimentando per la prima volta la nuova formula con ulteriori sei partite ed un eventuale serie tra ultima e penultima classificata.
Da una parte questo permette di mantenere alta la motivazione per il rimanente della regular season visto che, nel bene o nel male, i punti che ancora si accumuleranno si riveleranno comunque preziosi. Dall’altra consentirà di evitare in parte una “sensazione di vuoto” quando (e se) i biancoblù si ritroveranno in rosso sul TeleText, dato che quanto fatto sino a quel momento potrà comunque fare da base per l’immediato futuro ed utilizzato per trarsi d’impiccio il più velocemente possibile.
Comunque andranno le prossime settimane, la stagione dell’Ambrì Piotta è destinata ad essere etichettata come quella dalle “occasioni mancate”, un po’ per sfortuna, un po’ per proprie colpe ed un altro po’ a causa dei troppi imprevisti che hanno sgambettato i leventinesi nel loro cammino.
Se si volesse comporre una sorta di “check-list” dei possibili intoppi sull’arco di un campionato in grado di mettere i bastoni tra le ruote ad una squadra, infatti, i biancoblù potrebbero mettere un bel “visto” di fianco a parecchie di queste voci. Qualche straniero KO? Certamente (O’Byrne e Aucoin, principalmente). L’assenza prolungata di uno dei propri migliori giocatori? Detto, fatto (Pestoni). Infortuni ai portieri? Assolutamente e a getto continuo (Flückiger prima, Zurkirchen a due riprese). Senza contare le prolungate assenze di Grassi e Bianchi, che hanno alterato certi importanti equilibri.
Questo non significa però andare a cercare scuse, soprattutto considerando che molte delle altre squadre di NLA hanno vissuto sulla propria pelle delle situazioni d’infermeria analoghe. È però chiaro che con delle premesse del genere, per un club come l’Ambrì non è facile fare di necessità virtù e reagire al meglio, soprattutto con un mercato difficile ed in cui si deve operare con risorse limitare, sia finanziarie che di pura attrattività attuale del club.
Nonostante questo l’Ambrì è comunque riuscito a restare a galla, alternando buone prestazioni ad altre assolutamente da dimenticare, ma in definitiva restando in corsa fino a fine gennaio nella lotta ai playoff. “Occasioni mancate”, si diceva, se si va a pensare ai tantissimi punti lasciati per strada con sconfitte o vittorie sfumate negli ultimi scampoli di partita, punti che se ottenuti anche solo in parte porterebbero oggi i leventinesi davanti al Bienne.
Si può dunque dire che i danni siano stati in parte attutiti, se non fosse che i vari imprevisti già elencati sono stati aggravati da alcune scelte rivelatesi poco felici. L’ingaggio di Bouillon è stato probabilmente il più grande errore della stagione ed ha reso la squadra orfana di un cardine fondamentale della sua struttura… Struttura indebolita anche dalle prestazioni spesso poco convincenti di Birbaum e Gautschi, che della difesa avrebbero dovuto essere i principali esponenti rossocrociati.
Fortunatamente chi ha avuto l’opportunità di mettersi in mostra l’ha fatto spesso molto bene. Stucki ha dimostrato tutto il suo valore sostituendo Pestoni e guadagnandosi poi il rinnovo, mentre Zgraggen si è anche lui dimostrato solido e promettente, anche se forse troppo spesso escluso dalla formazione titolare. Un discorso simile può applicarsi anche a Lhotak, sul cui talento si è deciso di puntare per il futuro, mentre Fuchs ha disputato con regolarità un buona primo campionato in NLA, arrivando anche in prima linea di recente dopo il KO di Aucoin.
Fondamentale è poi stato Adam Hall, apparso instancabilmente come il vero collante della squadra, sempre guidata da un Paolo Duca che, pur autore di soli nove punti, ha portato grinta e determinazione. Elementi questi che hanno comunque caratterizzato l’intera stagione di un Ambrì che ha sempre rifiutato di arrendersi, incassando sì parecchie rimonte cocenti, ma mettendone a segno anche probabilmente più di quante ci si potesse attendere.
Proprio il carattere dovrà permettere ai biancoblù di terminare la stagione nel miglior modo possibile, concetto che probabilmente coinciderà con “il prima possibile”. Dalle tante avversità vissute nel corrente campionato bisognerà fare prezioso tesoro nell’immediato futuro, a cui si guarda con diversi punti di domanda, soprattutto per quanto riguarda la composizione del quartetto d’importazione.
Questa è però una musica che si suonerà solamente tra qualche mese. Ora ci sono almeno ancora 10/12 partite da giocare, che andranno affrontate a mille all’ora, per evitare di concludere in calando come successo un anno fa. Solo allora l’Ambrì potrà tirare il fiato, ragionare e poi ripartire… Per cercare di fare sul serio quel “the next step” che si cerca da tempo.