AMBRÌ – ZUGO
1-4
(1-1, 0-2, 0-1)
Reti: 4’41 McMillan (Pestoni) 1-0, 14’05 Djoos (Suri) 1-1, 30’17 Senteler (Simion, Suri) 1-2, 39’35 Hansson (Herzog) 1-3, 48’52 Herzog (Martschini) 1-4
Note: Gottardo Arena, 6’214 spettatori. Arbitri Tscherrig, Hebeisen; Burgy, Duarte
Penalità: Ambrì 5×2′, Zugo 8×2′
Assenti: Matt D’Agostini (infortunato), Jannik Fischer (motivi personali), Rocco Pezzullo, Patrick Incir, Petr Cajka, Joel Neuenschwander (Ticino Rockets)
AMBRÌ – È una sconfitta che può essere archiviata con assoluta serenità quella che ha segnato il primo stop stagionale dell’Ambrì Piotta, questo perché sul ghiaccio i biancoblù hanno portato una prestazione che rende il passivo finale di 4-1 oltremodo severo, e permette nel contempo di avere la consapevolezza che continuando su questa strada la squadra di Cereda si toglierà più di una soddisfazione.
I leventinesi hanno infatti affrontato i campioni in carica giocando una partita intensa e molto equilibrata, producendo una mole di gioco che non ha evidenziato solo quantità ma anche qualità, e che ha peccato di concretezza solamente per alcuni dettagli fuori posto e a risultato dell’ottima prestazione di Hollenstein tra i pali.
A mancare a Kozun e compagni è stato quel tocco decisivo o quel rimbalzo favorevole che spesso è necessario per finalizzare la propria manovra, che per il resto ha visto un Ambrì capace di tessere pregevoli trame offensive e di trovare anche continuità sull’arco dei 60 minuti.
La differenza l’hanno fatta così gli episodi, con l’ago della bilancia che è andato a pendere in favore degli ospiti grazie all’abilità dello Zugo di essere preciso e cinico quando si concede loro un’opportunità. In questo l’Ambrì ha avuto anche da imparare, soprattutto guardando al secondo gol – concesso in shorthand dopo leggerezza sull’asse Zwerger–Pestoni – e al quarto, nato per un errore di Heim nel terzo difensivo.
Due sbavature che inevitabilmente finiscono sotto la lente perché pochi attimi dopo il puck era alle spalle di Ciaccio, ma che non vanno comunque ad intaccare troppo quella che è la valutazione complessiva della prestazione dell’Ambrì, che come detto si è attestata nuovamente su buoni e promettenti livelli.
“Promettenti” perché nonostante la squadra stia sorprendendo in questo avvio di campionato per personalità e gioco, c’è anche un margine di crescita evidente che rende quella di venerdì “una promettente sconfitta”. È mancata ad esempio la rete in powerplay, questo nonostante alcune ottime trame per smarcare in posizione ideale il tiratore – e nell’esercizio Regin e Kozun a tratti sono stati ancora irresistibili – ed inoltre il secondo blocco di Zwerger, Heim e Bürgler ha sicuramente nelle corde la capacità di essere più incisivo.
Zwerger in questo senso è apparso in crescita – risultando sicuramente più coinvolto nel gioco e trovando anche cinque tiri – ed in generale l’Ambrì ha sempre dato la sensazione di potersi costruire il gol da un momento all’altro. Questa costante pericolosità ha trovato concretezza solamente al 4’41, quando McMillan è stato bravissimo nello sfruttare il bel suggerimento di Pestoni, ma anche nel momento in cui la vittoria era oramai fuori portata la squadra ha continuato a macinare gioco.
Di fatto l’Ambrì la partita non l’ha mai mollata davvero, mettendoci anche una bella impronta fisica nonostante quel gol di Hansson a 25’’ dalla seconda sirena abbia pesato come un macigno, mettendo un’ipoteca sul match probabilmente già lì molto complicata da cancellare. La quarta segnatura di Herzog ha poi definitivamente deciso l’esito dell’incontro, che i biancoblù hanno comunque terminato con un accento positivo in vista della trasferta di sabato a Porrentruy.
Fora e compagni hanno dunque poco da recriminare, perché la strada intrapresa anche venerdì era evidentemente quella giusta. Con prestazioni del genere altri risultati positivi non mancheranno, in primis perché non tutti gli avversari sono di un livello eccezionale come lo Zugo, ma anche perché l’Ambrì i suoi messaggi positivi li sta lanciando con continuità dall’inizio del torneo.
IL PROTAGONISTA
Luca Hollenstein: Lo Zugo può permettersi di rinunciare al miglior portiere del campionato – Leonardo Genoni – e ritrovarsi comunque con il backup premiato a fine gara quale miglior giocatore in pista. Questo dice tanto sulla profondità dei campioni in carica, ma anche sulle qualità di Hollenstein che alla Gottardo Arena ha ribadito un talento che non scopriamo certo oggi. L’Ambrì lo ha sollecitato spesso, ma lui non si è mai scomposto risultando decisivo.
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