AMBRÌ – FRIBORGO
5-0
(1-0, 2-0, 2-0)
Reti: 17’33 Rohrbach (Novotny, Fohrler) 1-0, 25’41 Flynn (Nättinen, Zwerger) 2-0, 38’57 Kneubuehler (Zaccheo Dotti, Zwerger) 3-0, 47’06 Zwerger (Kostner) 4-0, 53’16 Hächler (Müller, Novotny) 5-0
Note: Valascia, porte chiuse. Arbitri Stricker, Hürlimann; Cattaneo, Kehrli
Penalità: Ambrì 4×2′, Friborgo 2×2′
Assenti: Patrick Incir, Matt D’Agostini, Benjamin Conz, Elias Bianchi (infortunati), Rocco Pezzullo (Nazionale U20), Jannik Fischer (squalificato), Giacomo Dal Pian, Stanislav Horansky (sovrannumero)
AMBRÌ – Luca Cereda ha iniziato il nuovo anno lanciando un chiaro messaggio, che la sua squadra non avrebbe potuto interpretare meglio. Con Horansky lasciato in tribuna e Kneubuehler relegato a 13esimo attaccante l’Ambrì Piotta ha affrontato il lanciatissimo Friborgo con un lineup che ha messo il chiaro accento sul lavoro, ed i vari Mazzolini, Goi e Joël Neuenschwander hanno contribuito a rendere azzeccatissima la scelta.
Citare i nomi che hanno composto la quarta linea non è un caso, visto che proprio loro – nonostante l’ingiustificato scetticismo di alcuni – hanno ripagato le decisioni dello staff disputando un’eccellente prova fatta di tanto pattinaggio e sacrificio, che si sono tradotti in un forecheck efficace che anche i migliori elementi del Gotteron hanno faticato a gestire.
Insomma, è stato (finalmente) un Ambrì con il coltello tra i denti, con la volontà di ritrovare dopo cinque sconfitte consecutive quell’animo combattivo che ultimamente tendeva a balbettare, e che spesso solamente il terzetto Grassi–Kostner–Trisconi sapeva garantire con sufficiente costanza.
Non è stato questo il caso sabato sera, quando sin dall’inizio i biancoblù si sono presentati in pista con un alto livello di energia, dominando i primi dieci minuti e continuando poi sostanzialmente sino alla terza sirena a gestire le operazioni.
Sull’altro fronte la squadra di Dubé non ha infatti mai mostrato gli spunti necessari per invertire l’inerzia dell’incontro, ed in quei frangenti in cui il Gotteron si è fatto sul serio minaccioso ci ha pensato un ottimo Ciaccio, che ha reagito con uno shutout (30 parate) alle prove un po’ opache delle scorse settimane.
La sua vittoria l’Ambrì l’ha inoltre costruita sulla capacità di colpire nei momenti opportuni, e di sfruttare finalmente le chance andando a cercare anche un paio di gol sporchi. Le deviazioni di Flynn e Kneubuehler hanno premiato la volontà di andare là dove fa male, mentre i gol firmati da Rohrbach e Zwerger – oltre all’assist di Müller per Hächler – hanno permesso anche a giocate di talento di trovare spazio nella serata della Valascia.
Più che con il “fioretto” – un po’ l’immagine del gioco di Horansky – i leventinesi hanno trovato nel “picc e pala” tanto caro a Cereda la formula per ridare vigore alla propria identità, pensando anche ai 24 tiri bloccati e alle ottime fasi di boxplay, tutti pezzi di un puzzle che sabato si sono incastrati alla perfezione grazie all’evidente fame di tutto il gruppo.
Sintomatico infatti vedere Müller chiamare il disco con rumorose bastonate sul ghiaccio nel minuto finale, oppure Zwerger intento nel discutere a gioco fermo con gli arbitri per modificare il tabellone ed aggiungere un paio di secondi al powerplay quando ci si trovava sul 5-0. Tutti segnali positivi che sono arrivati in risposta all’evidente input lanciato nel prepartita, quando Cereda ha disegnato sulla lavagna un lineup che tra le sue righe conteneva dei messaggi forti e chiari.
La squadra che è scesa in pista ha risposto in maniera matura, “mordendo” il ghiaccio e sfruttando il proprio vigore senza sacrificare un certo ordine, che non è mai venuto a mancare nemmeno quando ci si è ritrovati a gestire il vantaggio. Ora per completare l’opera ci vorrebbe una risposta altrettanto positiva da chi non è stato schierato, ma per questo bisognerà attendere.
Ci vorrà ancora un po’ di tempo anche per rivedere al meglio Nättinen, che sta migliorando ma che anche sabato non ha avuto l’impatto che lui stesso si attende, questo nonostante il bell’assist per Flynn. Ancora tra alti e bassi anche Fora, schierato come sempre per tanti minuti (oltre 20 nell’occasione) ma ancora alle prese con sbavature che sicuramente con il lavoro potranno sparire dal suo gioco.
Nel frattempo però l’Ambrì Piotta ha iniziato con il piede giusto il nuovo anno, meglio di così non poteva andare.
IL PROTAGONISTA
Luca Cereda: Dopo cinque sconfitte consecutive ed una partita di Davos che aveva mostrato alcune fragilità soprattutto in quella cattiveria necessaria per affondare i colpi, Cereda ha mischiato le carte lanciando un chiaro messaggio.
Fuori Horansky e Dal Pian, dentro dei lavoratori come Mazzolini e Neuschwander, con anche il top six ridisegnato e la sola linea convincente – la terza – lasciata intatta come fosse un esempio da seguire. Il risultato parla da solo, le decisioni del coach di Sementina hanno sortito l’effetto desiderato.
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