LUGANO – GINEVRA
5-2
(2-1, 1-0, 2-1)
Reti: 2’01 Wingels (Winnik, Jacquemet) 0-1, 8’16 Sannitz (Fazzini, Walker, Hofmann) 1-1, 8’51 Jörg (Morini, Wellinger) 2-1, 31’36 Loeffel (Haapala, Klasen) 3-1, 49’26 Mercier (Richard, Winnik) 3-2, 58’59 Walker (Chorney, Sannitz) 4-2, 59’57 Klasen 5-2
Note: Corner Arena, 6’334 spettatori. Arbitri Stricker, Fonselius; Castelli, Cattaneo
Penalità: Lugano 6×2′ +1×5′ + 1×20′ (Reuille), Ginevra 10×2′ + 1×10′
LUGANO – La sfida tra Lugano e Ginevra resta qualcosa che va aldilà della semplice rivalità di campionato, ci sono sempre strascichi di vecchi colpi da vendicare, provocazioni che ricaricano altri “effetti domino”.
E si eviterebbe pure di vedere i soliti teatrini messi in mostra da Chris McSorley ogni qual volta la sua squadra è in difficoltà, così come le provocazioni e i colpi gratuiti di certi giocatori che non fanno altro che infiammare oltre le righe le partite.
Ma tant’è, se si decide di voler giocare un certo tipo di partita occorre allora farlo fino in fondo e il Lugano non è certo rimasto a guardare lasciando che i granata prendessero il sopravvento sul piano fisico e intimidatorio.
I bianconeri, privi oltretutto sempre di Lapierre e Lajunen – due che avrebbero frenato certi impeti anche solo con la loro presenza sul ghiaccio – hanno dovuto far fronte anche alla penalità di partita rimediata da Reuille nel primo tempo, andando avanti con un lineup che a livello di centri piangeva lacrime amare.
Ma qui sta la bontà della partita del Lugano, andato sotto nei minuti iniziali ma capace poi di ribaltare la sfida nel giro di 35 secondi grazie alle reti (quasi in fotocopia) di Sannitz in power play e di Jörg, ancora prima di metà primo periodo.
La notizia è che la rete di Sannitz è arrivata verso la fine di un powerplay che ha dato i primi segni di risveglio, dopo un primo esperimento di Ireland non andato certo a buon fine attorno al 3′. La partita ha cambiato padrone, non che il Ginevra l’avesse completamente in mano sua ma i bianconeri hanno saputo mettere l’inclinazione della pista verso la porta di Descloux, parecchio impegnato dal 25′ in avanti.
Questo perché i bianconeri hanno saputo superare brillantemente il lungo box play da 5′ rimediato da Reuille e da lì in avanti Hofmann e colleghi hanno messo a dura prova il portiere granata almeno fino al 45′.
In quei frangenti il Lugano ha saputo convincere sul piano del gioco offensivo quanto su quello difensivo, impedendo al Ginevra di mettere fuori anche solo di un centimetro il naso dalla propria metà pista, oscurato dall’ottimo forecheck ospite.
Diversi gli interventi di Descloux sulle folate dei vari Fazzini, Bürgler, Hofmann e Haapala (che gol ha sbagliato il finlandese…) un po’ più di precisione e freddezza in alcune occasioni e la partita sarebbe stata chiusa ben prima. Prima soprattutto della seconda rete del Ginevra, arrivata puntuale in un momento che “la stava chiamando” a metà del terzo periodo.
E se fino a lì Merzlikins aveva dovuto tirare fuori pochi interventi di spessore, la rete di Mercier ha ridato verve ai granata, così che il portiere di casa si è messo a fare ciò che meglio gli riesce, ossia qualche miracolo dentro la sua porta prima che Walker e Klasen (anche se il gol materialmente è merito dello stesso Merzlikins) la chiudessero a porta sguarnita.
Il Lugano si riprende qualche certezza in più dopo il derby, vincendo grazie al carattere e alla voglia di arrivare in fondo contrastando il Ginevra con i muscoli. Compito decisamente non facile viste le assenze di tre centri (ai quali si è aggiunto in partita Reuille) tra i quali due uomini fondamentali in questi casi come Lajunen e Lapierre, ma gente come Morini, Hofmann e Chorney (in netta crescita il difensore nordamericano) ha saputo prendere in mano le redini dell’incontro.
Vero, il Ginevra non è avversario irresistibile, ma le condizioni nelle quali i granata riescono a mescolare le partite non sono mai facili da affrontare e il Lugano ha dato una buona prova della sua consistenza, inoltre anche il powerplay sembra crescere con le reti di Sannitz e Loeffel. Ora a Langnau per confermare i passi avanti e per una seconda vittoria in trasferta.
Farlo su una pista che ha dato moltissimi dispiaceri ai bianconeri sarebbe un bel segnale, dopo aver fatto un primo regalo al festeggiato di giornata, Geo Mantegazza.
IL PROTAGONISTA
Taylor Chorney: Ebbene sì. Il difensore nordamericano è emerso in questa partita così difficile da gestire grazie alle scelte fatte col disco sul primo passaggio e alla capacità di pattinaggio, una sua caratteristica sempre più evidente.
Basta con gli svarioni e i timing sbagliati, Chorney si permette non solo solidità ma anche notevoli scorribande offensive. Con l’assenza di diversi leader il numero 16 contro il Ginevra ha confermato la sua crescita e preso in mano il suo reparto, accendendosi pure in una bagarre per difendere Merzlikins. Bel segnale.
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