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Ambrì Piotta

Il Lugano vince il 200esimo derby per 4-3 sul filo del rasoio

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lugano
LUGANO – AMBRÌ

4-3

(2-0, 0-2, 1-1; 1-0)

Reti: 10’32 Pettersson (Filppula, Klasen) 1-0, 11’49 Pettersson (McLean, Andersson) 2-0, 24’32 Lauper (Steiner, Birbaum) 2-1, 36’54 Hall (Aucoin, Steiner) 2-2, 41’17 Bianchi (Grassi) 2-3, 46’49 Filppula (Klasen, Pettersson) 3-3, 64’59 McLean (Klasen, Pettersson)

Note: Resega, 7’800 spettatori. Arbitri Kurmann, Vinnerborg; Fluri, Kovacs
Penalità: Lugano 3×2′, Ambrì 4×2

LUGANO – I grandi numeri del derby numero 200. Un derby giocato a casse chiuse, 7’800 gli spettatori, un derby giocato con le contestate cifre del cronometro, un derby che ha diviso ancor di più il cammino delle due squadre lungo la classifica del campionato svizzero.

Un derby giocato maluccio da entrambe le squadre, con un’intensità vista solo a tratti in un contesto tecnico piuttosto magro. Se da parte leventinese si è vista comunque una partita giocata in maniera incoraggiante aldilà di tutti i limiti tecnici, mentali e individuali che contraddistinguono il momento, sul fronte bianconero vi è da chiedersi come si sia potuti passare da una prestazione collettiva di alto livello come quella messa in scena a Zugo, ad un’altra costellata da approssimazione e mancanza di intensità.

E dire che Patrick Fischer ha presentato la medesima formazione che la sera prima aveva infilato 7 reti allo Zugo, con l’eccezione di Merzlikins in porta, mentre Serge Pelletier ha optato per il ritorno sul ghiaccio di Lhotak e Fuchs, lasciando in tribuna Lüthi, Zgraggen, Grieder e Bonnet.

I grandi numeri si diceva poc’anzi, e allora scioriniamo anche quelli di chi ha aperto le marcature e sembrava aver dato una via precisa alla sfida della Resega, ossia Fredrik Pettersson. Il topscorer svedese ha trovato le reti numero 23 e 24 delle stagione già nel primo tempo, illudendo probabilmente i bianconeri che si potesse assistere ad un’altra vendemmiata.

Niente di tutto ciò, perché dopo un primo tempo piuttosto timido – dove Aucoin ha trovato anche una rete, ma è stata annullata dagli arbitri perché a tempo già scaduto – , l’Ambrì Piotta ha tirato fuori del carattere, riuscendo a pareggiare la contesa in un periodo centrale veramente brutto dei bianconeri, trovando le reti con Lauper e Hall, nonostante Fischer abbia chiamato un time out vedendo il momento difficile dei suoi ragazzi.

Recupero pienamente meritato per i biancoblù, ma non ancora completato. Nel periodo conclusivo i giochi si sono equilibrati, anche se con molti errori da entrambe le parti, dettati soprattutto da mancanza di concentrazione e voglia di strafare. Quella voglia di strafare che ha colpito anche i difensori bianconeri, troppo imprecisi anche sulla rete che ha dato l’ultimo vantaggio agli ospiti, segnata con un gran movimento su Merzlikins da parte di Elias Bianchi.

Una brutta botta per il Lugano, che se già stava faticando a macinare gioco, da quel momento si è caricato maggiormente di pressione. Fischer ha così cominciato a ridurre i blocchi sul ghiaccio e a ruotare i centri per aumentare il ritmo, e effettivamente gli ospiti hanno cominciato a trovarsi più in difficoltà. Come conseguenza è arrivato il nuovo pareggio di Filppula a poco più di 7′ dal termine, ma il finnico nell’occasione ha trovato il grande “aiuto” da parte di Zurkirchen, che ha lasciato passare in rete un disco che sembrava sotto il suo facile controllo.

Il 200esimo derby si è deciso all’overtime, in quei 5′ dominati dal Lugano – con Sannitz che si è mangiato due reti fatte in pochi secondi – ma decisi anche da una “leggerezza” arbitrale, che hanno fatto correggere il cronometro un po’ troppo rotondamente. Ad approfittare di quel secondo in più a disposizione è stato McLean – aiutato anche da una marcatura fantasma di Giroux – sempre l’ultimo a mollare e stavolta anche il primo a voler arrivare su quel disco impossibile.

Nonostante il totale controllo dell’overtime da parte del Lugano, l’Ambrì avrebbe meritato di giocarsela almeno ai rigori, ma dire che una squadra abbia prevalso sull’altra è quantomeno difficile. L’Ambrì Piotta ha lottato per quanto gli sia possibile in questo momento, mentre il Lugano non ha saputo ripetere le ultime prestazioni, e da ciò è nato un derby non molto bello e deciso da quegli episodi elencati poc’anzi.

Da parte bianconera una prestazione sotto tono di molti elementi, con il solito Pettersson che spicca non solo per le reti ma anche per l’instancabile pattinaggio e la grinta infinita. Sull’altro fronte pure poco da segnalare, se non un Hall divenuto ora la vera guida della squadra, encomiabile per voglia di lottare e ed esemplare in ogni secondo passato sul ghiaccio, ben aiutato da un blocco, il suo, che sa sempre pattinare e lottare com intelligenza.

All’Ambrì, e non diciamo nessuna novità, manca l’apporto degli altri stranieri – il Lugano stesso è lì a dimostrarne l’importanza – ma oltre alla mancata incisività, le prestazioni di Aucoin – aldilà della rete annullata – e soprattutto di Bouillon sono piuttosto sconcertanti.

Il Lugano vince così un derby che forse sarebbe dovuto finire in pareggio, o perlomeno non deciso da episodi così contestati, e deve prendersi questi due punti e tenerseli ben stretti. Dall’altra parte l’Ambrì Piotta può e deve recriminare su quegli episodi, ma vista la situazione di classifica e il “gioco” espresso, quella rabbia scaturita dalla sconfitta deve essere messa sul ghiaccio nella prossima partita, come fece appunto il Lugano dopo il torto subito contro il Davos.

Di tempo per recriminare forse non ce ne sarà, perché la testa deve essere subito liberata e far spazio ai prossimi appuntamenti, certo è che il 200esimo derby sarebbe stato meglio ricordarlo con una prestazione più brillante da parte di tutti.


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