ZUGO – Era matematica semplice il fatto che la situazione dovesse togliersi dall’equilibrio, almeno nel computo delle vittorie, perché da quello del gioco e delle reti, Zugo e Lugano continuano a giocarsela sui dettagli. E questi dettagli, almeno uno dei tanti sfruttabili, sono andati al Lugano, che alla settima superiorità numerica della serata ha trovato il vantaggio nel match e nella serie con l’uomo da tutti atteso sinora invano, ossia Ilkka Heikkinen.
Il difensore finlandese è stato il protagonista della serata, grazie al tiro al volo che ha sancito la vittoria e alla pregevole serpentina che aveva pareggiato i conti esattamente venti minuti prima. Proprio la rete del pareggio a poco più di un minuto dalla seconda pausa è stata decisiva nella sostanza del match, essendo caduta in un momento di forte pressione di Omark e compagni, dopo che Flückiger aveva salvato più volte la sola rete di distacco dallo Zugo.
(© A. Branca)
Andando con ordine, i bianconeri – scesi in pista con Profico al posto dell’infortunato Ulmer – hanno cominciato il match con la giusta aggressività, praticando un asfissiante fore-checking sui portatori del disco avversari. E questa pressione la capacità di mettere numerosi dischi sul portiere con relativo disturbo dello stesso, ha permesso a Conne di infilare il meritato vantaggio ospite.
Non a caso la rete è giunta con la quarta linea in pista, infatti in una serata passata un po’ in ombra da Metropolit e Rosa, proprio le checker lines hanno sfoderato una prestazione eccellente sia in fase di consueto contenimento come pure in attacco. Tra questa rete e la prima di Heikkinen c’è stato più Zugo che Lugano, forse impauritosi un po’ troppo soprattutto dopo il vantaggio di Holden in contropiede, dopo che il “pregiudicato” Sutter aveva pareggiato i conti.
La rete di Holden ha mostrato a Huras come i suoi ragazzi praticassero un fore-checking fin troppo audace e ogni disco perso in zona neutra è diventato oro per gli attaccanti di casa. Dopo un aggiustatina alla difesa e al gioco di transizione – come pure al back checking – il Lugano però ha rischiato di ripetere l’errore già commesso sabato in gara 1, ossia quello di arretrare troppo il gioco risultando poco pungente in avanti. Fortuna vuole che il difensore finlandese è andato a scovare la serpentina giusta per battere Markkanen a 1’13” dalla seconda sirena, mollando un colpo non indifferente al morale degli uomini di Shedden, inversamente proporzionale a quello dei bianconeri.
(© Y. Leonardi)
Difatti il terzo centrale è cominciato nel segno dei bianconeri, più aggressivi e decisi alla ricerca della rete molto più dello Zugo, timoroso di farsi male al primo errore. Ma se lo Zugo ha commesso un errore, ebbene è stato quello di non sfruttare le superiorità numeriche nei momenti topici del match, cosa che ha invece fatto il Lugano, perlomeno in un’unica occasione ma che è stata finalmente decisiva.
Huras e i tifosi tirano un sospiro di sollievo per aver ritrovato un Heikkinen formato famiglia, tornato alla grande con una doppietta – probabilmente le reti sin qui più importanti per lui e per tutto il Lugano – reti numero 15 e 16 della stagione e con una ritrovata fiducia nel manovrare il disco. In una serata dove gli attaccanti più attesi come Rosa e Metropolit sono stati un po’ in ombra – anche se per il numero 50 basta farsi trovare pronto per l’assist al 58’30” per vincere la sfida interna con Omark, ancora a secco di punti in questi play off – ad emergere per intensità e continuità sono stati i vari Reuille, Murray e Conne, ossia quei giocatori indispensabili nei play off nonostante non ricoprino ruoli da scorer.
Questo match è stato probabilmente quello giocato meno bene dalle due compagini, ma l’equilibrio e la tensione che regnano in pista continuano a rendere appassionante e ricca di emozioni questa sfida.
(© A. Branca)
A far pendere l’asticella a favore del Lugano è la capacità di essere stati sin qui in grado di annullare gente come Omark e Martschini, mentre sull’altro fronte, gli uomini migliori riescono ancora a essere decisivi quando conta. Ciò che traspare da queste partite è che la squadra di Huras ha fatto quel grosso passo avanti nella gestione del risultato e nella capacità di inseguirlo e ottenerlo anche nei minuti o secondi finali, cosa che nel recente passato era proprio il tallone d’achille di Hirschi e compagni.
Sabato alla Resega ci si attende un’altra sfida emozionante con un Heikkinen si spera ritrovato definitivamente e magari con un Rüfenacht in più a dare quella cattiveria e peso al primo blocco.
A questo punto sarebbe bello e doveroso che l’appello del presidente a riempire la pista non passi inascoltato, per avere quel sesto uomo sugli spalti e perché questa squadra sta facendo di tutto per meritarselo.