DAVOS – Il weekend del Lugano si è concluso nel migliore dei modi, con il bottino pieno conquistato dai bianconeri. Questo doppio turno potrebbe rivelarsi uno dei più importanti della stagione regolare, perché ha permesso al Lugano di andare alla piccola pausa riservata alla Arosa Cup con il sorriso sulle labbra e una posizione di classifica sempre più solida, benché non fuori da pericoli.
Per l’importante trasferta nei Grigioni, Fischer ha confermato gli stessi uomini – unica novità il rientro di Manzato in porta – che hanno conquistato la vittoria contro il Kloten, pur con qualche rimescolamento delle linee. Pettersson è tornato al fianco di Murray assieme a Walsky, e a far compagnia a Metropolit e Rüfenacht ci si è messo Walker.
Diversamente dal match precedente a partire meglio è stato il Davos, che sin dal via ha cercato di sfaldare in velocità la pronta difesa bianconera, ma il Lugano era piuttosto preparato ad un aproccio del genere. A passare per primi sono stati comunque i ticinesi, grazie a Sannitz che ha deviato involontariamente col pattino un centro di Kparghai, lasciando di sasso Schwendener. A condurre il match nel primo periodo è stato comunque il Davos, che ha agguantato il giusto pareggio grazie ad una sassata di Bürgler dallo slot, dopo che il disco ha rimbalzato tra pattini e bastoni piuttosto casualmente.
Il secondo periodo, a dir la verità correlato da diversi errori su entrambi i fronti, ha visto crescere il Lugano, che pur non approfittando di una situazione di doppia superiorità numerica, ha aumentato progressivamente la velocità, mettendo in difficoltà Von Arx e compagnia con un asfissiante fore checking. Più tiri e più occasioni, come la clamorosa traversa colpita da Walker, ma nessuna rete è stata trovata dagli uomini di Fischer.
La superiorità “territoriale” del Lugano si è affermata definitivamente nel periodo conclusivo, ma il dominio è stato più che altro di possesso del disco e di manovra, visto che arrivare dalle parti di Schwendener non era facile. Ma proprio il portierino grigionese è venuto in aiuto del Lugano, quando si è fatto sfuggire in mezzo alle gambe un tiro-appoggio di Micflikier, permettendo ai bianconeri di trovarsi in vantaggio.
Il Davos ha cercato di forzare le operazioni, ma l’ottimo fore checking del Lugano ha continuato a mettere in seria difficoltà i giocatori di casa, che praticamente non potevano minimamente controllare il disco senza essere braccati dall’avversario. Nel concitato finale, Metropolit ha messo quasi al sicuro il risultato con una palombella dal terzo di difesa che si è infilata nella porta sguarnita del Davos, prima che Paulsson rimettesse qualche dubbio a pochi secondi dalla sirena, dopo che Manzato ha commesso un ingenuo fallo “d’emergenza” su Hofmann. Nulla di fatto e Lugano che si è portato a casa tre importantissimi punti, con un’altra vittoria di squadra e difensiva. Vittoria ottenuta anche con un po’ di fortuna, ma la ruota gira per tutti prima o poi.
Non è stato un contesto dove qualcuno è emerso particolarmente per brillantezza, sia su un fronte che sull’altro, ma occorre segnalare il grande apporto difensivo degli attaccanti bianconeri. Su tutti Raffaele Sannitz, rinato alla corte di Fischer, ha trovato una rete e ha fatto un lavoro pazzesco di disturbo per tutto l’incontro, guidando l’ottimo quarto blocco.
Un altro ticinese, Dal Pian, si merita gli elogi, per una partita intelligente e di sacrificio, senza disdegnare qualche puntata offensiva pericolosa. Solita grande qualità difensiva quella portata da Kparghai, tra i più in forma dei difensori bianconeri, che mette a referto anche un assist.
Come detto, è stata una partita correlata da diverse imprecisioni su i due fronti. Da un lato perché il Davos ha sofferto il fore checking bianconero, dall’altro perché giocando in questa maniera, col baricentro molto alto, il Lugano non ha saputo proporre le sue ripartenze veloci, dovendosi affidare a manovre più ragionate e non sempre precise.
I bianconri escono con 6 punti dal weekend, fondamentali per continuare a lottare per i playoff e una classifica più tranquilla, e un morale un po’ alto non guasta mai.
Una considerazione: la scorsa stagione, dopo 34 partite – che corrispondevano alla pausa natalizia – il Lugano era 11esimo con 47 punti, 7 in meno di oggi, aveva segnato 8 reti in più ma ne aveva subite ben 22 in più. Questi dati stanno a mettere nero su bianco i progressi della truppa di Fischer e le potenzialità future, soprattutto guardando all’ermeticità difensiva.