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Lugano

Il Lugano trova nuove conferme e ferma la serie del Friborgo

Con una prova convincente i bianconeri battono la capolista, e trovano un contributo importante oltre la prima linea. Qualche incertezza solo nel finale

(Photobrusca & Luckyvideo)

Il Lugano trova nuove conferme e ferma la serie del Friborgo

LUGANO – FRIBORGO

5-3

(1-0, 1-1, 3-2)

Reti: 14’55 Zanetti (Ruotsalainen, Cjunskis) 1-0, 33’45 Sörensen (Wallmark) 1-1, 36’07 Verboon (Fazzini) 2-1, 49’30 Joly (Thürkauf, Carr) 3-1, 51’41 LaLeggia (Carr, Mirco Müller) 4-1, 57’16 Sörensen 4-2, 57’48 De la Rose 4-3, 59’00 Ruotsalainen 5-3

Note: Cornèr Arena, 6’205 spettatori
Arbitri: Stricker, Staudenmann; Cattaneo, Gnemmi
Penalità: Lugano 2×2, Friborgo 3×2

Assenti: Marco MüllerLorenzo CanonicaSamuel GuerraCole CormierMarkus Granlund (infortunati), Stephane Patry (ammalato), Arno Snellman (sovrannumero)

LUGANO – Difficile dire se la vittoria contro il Friborgo possa rappresentare un vero attestato di maturità per il Lugano, ma quanto visto domenica pomeriggio lascia intendere che i bianconeri si siano definitivamente lasciati alle spalle le difficoltà di inizio stagione, e possano ora intraprendere un cammino più regolare.

Il successo contro la prima in classifica – che arrivava da nove vittorie consecutive ed una sola serata da zero punti in tutto il torneo, proprio contro il Lugano – non è stato il risultato di una prova particolarmente travolgente, ma è arrivato al termine di un match giocato con una grande sicurezza nei propri mezzi che ha scricchiolato solamente nei minuti finali.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Facendo infatti astrazione per quei momenti conclusivi in cui gli uomini di Gianinazzi si sono messi nei guai con una copertura troppo leggera dello slot, per il resto della sfida si è visto un Lugano bilanciato e che ha interpretato bene il confronto con il Gotteron. L’attacco burgundo non brilla infatti per il numero di conclusioni effettuate – ed infatti i suoi numeri sono tra i più bassi di lega – ma la natura “pesante” della fase offensiva impone di blindare lo slot davanti al proprio portiere, così da evitare che i vari Sörensen, De la Rose oppure DiDomenico possano farsi pericolosi.

Ed il Lugano così ha fatto, tenendo sempre un uomo davanti a Koskinen e schierandosi in maniera molto stretta a difesa della zona più calda della pista, e questo ha avuto l’effetto di limitare molto la pericolosità del Gotteron. L’esempio perfetto è stato il primo periodo – forse tra i migliori in stagione per la sua fluidità – in cui i bianconeri sono andati in vantaggio e sull’altro fronte hanno concesso appena tre conclusioni agli avversari.

(Photobrusca & Luckyvideo)

La frazione centrale si è presentata con delle premesse diverse, con il Friborgo che ha inizialmente alzato il ritmo delle sue operazioni, ma che con due penalità evitabili ha spento sul nascere quello che poteva essere il suo miglior momento. Il gol è comunque arrivato grazie ad un tocco di Sörensen da dietro la porta su cui poco ha potuto Koskinen, ma la risposta immediata di Verboon – su assist illuminante di Fazzini – ha impedito che il momentum cambiasse veramente di mano.

In questa fase – ma anche sul gol iniziale di Zanetti – si è visto come il Lugano possa contare su elementi che vanno oltre la scoppiettante prima linea, domenica in un primo momento meno incisiva rispetto alle ultime uscite, ma che poi nel finale ha trovato il modo di avere un impatto decisivo costruendo la terza e quarta rete che hanno deciso la sfida.

Da rivedere invece il powerplay, che nelle tre occasioni avute non è stato particolarmente pericoloso, questo in una prima parte di gara in cui una rete in più avrebbe potuto premiare in maniera più marcata il buon gioco del Lugano. Grattacapi che però devono anche essere contestualizzati in una situazione che vede i bianconeri ancora privi di uomini importanti come Granlund e Marco Müller, con in particolare il finlandese che sin qui era stato il miglior assistman in superiorità numerica.

(Photobrusca & Luckyvideo)

L’insegnamento da trarre è probabilmente nel finale, quando il Lugano ha immediatamente sperimentato cosa significa lasciare troppo spazio nello slot al Gotteron. Sörensen e De la Rose non ci hanno messo molto ad approfittarne, ed un po’ come successo nella sfida contro il Berna si è assistito ad un finale di partita più concitato del necessario.

Nel frattempo però, con 15 partite agli archivi la squadra di Gianinazzi si ritrova al quinto posto e con un ritmo ora comparabile alle prime della classe.

Il difficile inizio di stagione sembra essere stato assimilato, ed il fatto che il cambio di direzione sia arrivato in un momento in cui la squadra ha dovuto confrontarsi con varie assenze potrebbe assumere un valore importante quando l’intero gruppo sarà a disposizione. Ed il discorso vale anche per Koskinen, che dopo tre vittorie di Schlegel non era chiamato ad un compito facile.


IL PROTAGONISTA

Mark Arcobello: L’ex capitano non è finito sul tabellino, ma per tutto il corso della partita ha svolto un ruolo importante nel mezzo di Fazzini e Verboon, gestendo tanti dischi con intelligenza senza avere paura di prendere scelte anche poco spettacolari quando si trattava di andare sul sicuro. Ha vinto due terzi degli ingaggi effettuati ed è stato l’attaccante più impiegato da Gianinazzi, proprio in virtù dell’efficacia del suo gioco.


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