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Lugano

Il Lugano trova due punti d’oro arrancando contro il Kloten

Sotto di due reti nel terzo tempo e autori di una prova in gran parte in apnea, i bianconeri pareggiano nel finale e portano via una vittoria pesante ai rigori

Il Lugano trova due punti d’oro arrancando contro il Kloten

LUGANO – KLOTEN

5-4

(1-1, 1-2, 2-1; 1-0)

Reti: 10’45 Meyer (Klok) 0-1, 15’00 Sanford (Müller, Alatalo) 1-1, 23’13 Klok (Leino) 1-2, 36’12 Canonica (Sanford) 2-2, 36’46 Simic (Klok, Schreiber) 2-3, 45’15 Weibel (Wolf, Diem) 2-4, 56’14 Omark (Thürkauf) 3-4, 57’59 Omark (Fazzini, Simion) 4-4

Rigori: Simion, Palve, Sgarbossa, Thürkauf

Note: Cornèr Arena, 5’468 spettatori
Arbitri: Wiegand, Hebeisen; Cattaneo, Meusy
Penalità: Lugano 2×2, Kloten 3×2

Assenti: Jakob LeeNick Meile (sovrannumero), Alessio Bertaggia (squalificato), Jiri SekacRasmus KupariGiovanni Morini (infortunati)

LUGANO – Ci sono i meriti e poi c’è la sostanza che conta più di ogni cosa. I meriti vanno al Kloten per aver proposto una signora partita, sul piano dell’esecuzione di gioco, del ritmo indiavolato e del forecheck intelligente. La sostanza maggiore va al Lugano, che dal tunnel in cui si era infilato dal secondo periodo in poi con una delle peggiori prestazioni stagionali, ha avuto il cuore e la capacità di tornare in superficie e di strappare due punti pesanti e preziosi come l’oro a una avversaria diretta e poco più in alto in classifica.

Sono quei punti che alla fine contano più di altri, quelli che il Lugano della scorsa stagione non è mai riuscito ad incassare perché partite come queste erano al 100% perse o perché in caso contrario se le faceva recuperare ben prima dell’overtime, e quindi questi due gettoni vanno messi con grande soddisfazione nel carniere domenicale.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Poi possiamo anche passare a giudicare la prestazione in ogni senso “domenicale” dei bianconeri, più brillanti e incisivi nel primo periodo, capaci di reagire al gol ospite arrivato un po’ dal nulla e poi scontratisi frontalmente con il sistema messo in pista dagli aviatori.

Nel dopo partita Luca Fazzini ha parlato di un sistema “estremamente fastidioso” da contrastare, ed è in questo senso che il Lugano deve crescere maggiormente, perché i bianconeri hanno dato saggio di essere in grado pure loro di applicare un sistema di disturbo efficace e un filtro in zona neutra difficile da superare, ma quando si trovano di fronte delle formazioni che di questo stile ne fanno una ragione di vita, ecco che nascono delle difficoltà.

Per tanto tempo i padroni di casa sono rimasti indietro di un metro rispetto ai portatori del disco avversari, incapaci di vincere un duello in velocità e di posizionarsi dove il disco sarebbe arrivato, guardando sempre i giocatori del Kloten dalla parte della schiena.

Emblematica in questo senso la partita di grande difficoltà giocata da Mirco Müller, non solo precario in fase difensiva ma anche nel primo passaggio, con troppi errori banali inspiegabili per un giocatore del suo calibro.

In questo modo gli aviatori hanno frustrato ogni cambio in cui la squadra di Mitell voleva schierarsi come quella che avrebbe voluto fare gioco, riuscendo a partire in transizione solo trenta o quaranta secondi dall’inizio di ogni cambio, ed è evidente che a quel punto le energie per cercare una ripartenza in velocità venivano a mancare e quello faceva il perfetto gioco degli zurighesi.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Si nota anche una differenza tra il Lugano casalingo e quello di trasferta, nelle vittorie di Rapperswil e Ginevra, oltre che a altre buone prestazioni come quella di Zurigo, Thürkauf e compagni sono apparsi più accorti e compatti, capaci di attendere l’avversario e colpire gestendo il risultato a favore, in casa propria invece viene a galla spesso un’incapacità di prendere in mano il gioco e di dare continuità ai momenti favorevoli, quasi che ci sia fin troppa pressione nel voler fare risultato.

Contro il Kloten in pochi infatti avrebbero ancora sperato nel recupero dei bianconeri dal 2-4, non tanto per le due reti di divario ma proprio perché la squadra di Marjamäki stava gestendo alla perfezione la partita, ma poi è bastato un primo guizzo di Omark – uno dei peggiori fino a lì per dischi e duelli persi – su grande suggerimento di Thürkauf per rimettere tutto in discussione. Il Kloten in quell’istante ha forse perso un po’ di sicurezze, il capitano dei bianconeri è salito in cattedra con un grande lavoro a tutta pista e le decisioni prese dagli ospiti non sono più state delle migliori, favorendo il power play che ha dato il pareggio definitivo ai bianconeri.

Non sempre potrà andare in questa maniera, lo staff ha ben chiaro cosa non è funzionato contro il Kloten – time out a metà partita di Mitell a testimoniarlo – ma intanto una risposta positiva della squadra a quanto di brutto ha fatto è arrivata con una vittoria pesantissima, sia per i punti che per la situazione di classifica delle due contendenti.

Chissà se una prima piccolissima parvenza di continuità nei risultati potrà finalmente regalare un po’ di ossigeno alla squadra e risvegliare quei giocatori che ancora non riescono a dare il loro contributo. E a volte è anche bello vincere quelle partite che fanno acqua, il Lugano di un anno fa mai ne sarebbe stato capace.


IL PROTAGONISTA

Zach Sanford: Lo statunitense dimostra di avere capacità di lettura del gioco e gestione del disco di livello superiore, destreggiandosi nel gioco fisico con grande facilità. Sempre al centro delle azioni pericolose dei bianconeri e puntuale nel backchek, il primo gol con una sua deviazione nasce da u suo primo recupero del disco con un lavoro enorme dietro Fadani, mentre l’assist per Canonica sul 2-2 è di grande qualità per tempismo e preparazione. Per fortuna che tra gli attaccanti stranieri almeno lui riesce ad emergere con costanza.


HIGHLIGHTS

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