JYVÄSKYLÄ – Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Il Lugano ha sostanzialmente così compiuto la sua missione di Champions Hockey League grazie alla vittoria per 1-0 sui campioni in carica dello JYP, i quali vengono così eliminati dal torneo.
Non sembrava possibile che il Lugano potesse ritornare nemmeno in corsa dopo il disastroso inizio di questa competizione, invece grazie alle due vittorie sui finnici – senza subire reti, questo non è proprio da buttare – e quella precedente sul Banska Bystrica, i bianconeri si ritrovano con la piacevole sensazione di accedere alla fase ad eliminazione.
Una trasferta in terra nordica partita comunque con qualche defezione, quella di Morini per un colpo all’anca aggiuntasi alle assenze di Bürgler, Bertaggia e Klasen, ma è stata pure un’occasione per far mettere chilometri nelle gambe ad Haapala, alla fine arruolabile anche per la CHL.
Un match vinto con il coltello tra i denti per i bianconeri, partiti bene in un primo periodo abbastanza ordinato e giocato bene, anche se la sensazione era che la partita dovesse cambiare il suo ritmo da un momento all’altro. Così è stato e, grazie a qualche power play, i padroni di casa hanno saputo mettere una “mezza” marcia in più alla loro partita e alzando il baricentro hanno costretto il Lugano a qualche errore di troppo in uscita dal terzo.
Con quel lungo box play giocato anche per un minuto in 3 uomini ma superato egregiamente grazie anche alle parate di un Merzlikins perfetto, il Lugano è sembrato però aver lasciato un po’ di fiato sul ghiaccio nella seconda parte del periodo centrale. Pochi i pericoli per Laurikainen, portati più che altro dalle mani ispirate di Cunti e dagli assist di Lapierre e Lajunen non sfruttati da Haapala, bravo nei movimenti con e senza disco ma evidentemente ancora in ritardo di condizione.
Diverso invece il lavoro per Merzlikins, già sugli scudi nel citato lungo box play, ma poi sempre sul pezzo anche con il passare dei minuti, tenendo la partita su uno 0-0 che a quel punto andava stretto soprattutto ai padroni di casa.
In questo caso va sottolineata la pazienza dei bianconeri, rimasti in piedi anche grazie al proprio portiere, ma poi in grado di nuovo di alzare la lancetta dei giri dalla propria parte, riequilibrando il match nel periodo conclusivo. Una prima rete annullata a Walker (deviazione col ginocchio su tiro di Fazzini rilasciato da Laurikainen) è sembrata una specie di avvisaglia, poi Lapierre con grande insistenza è riuscito a scardinare di forza la porta finlandese per il gol della vittoria e della qualificazione.
Ottima per contro la tenuta finale con lo JYP in 6 contro 4, ancora con Merzlikins protagonista, e allora il Lugano può tirare il fiato e togliersi una buona soddisfazione visto come si erano messe le cose inizialmente.
Contro lo JYP in casa propria è stata una partita a “specchio” rispetto a quella giocata alla Cornèr Arena, equilibrata e sotto ritmo per diversi frangenti ma poi sul piano del gioco più verso i padroni di casa. Il Lugano ha giocato una partita anche da attendista, si è aggrappato a Merzlikins nei momenti più duri, poi ha tirato fuori il mestiere, quello che serve per vincere in questi contesti.
Un Lugano più efficiente in attacco ma ancora con le idee un po’ rarefatte, è stato difficile vedere una fase di gioco in mano ai bianconeri con azioni ragionate e lineari ma alla fine è bastata l’esperienza dei singoli. Note migliori invece sul fronte difensivo, una gara senza subire reti fa sempre bene, ma aldilà di errori individuali evitabili il complesso della retroguardia ha contenuto bene i finlandesi, impedendogli di scatenare il panico davanti a Merzlikins.
Non è ancora il Lugano che tutti si aspettano di vedere ma in questi casi val bene un po’ di sofferenza e di lavoro muscolare, anche se sul piano del gioco i passi avanti da fare sono ancora tanti. Finché San Elvis guarda le spalle.