LANGNAU – LUGANO
3-5
(1-2, 0-1, 2-2)
Reti: 1’21 Cormier (Arcobello) 0-1, 2’37 Gerber (Verboon, Andersson) 0-2, 19’51 Riikola (Meier) 1-2, 35’00 LaLeggia (Joly) 1-3, 50’08 Saarela (Zanetti, Malone) 2-3, 51’16 LaLeggia (Thürkauf) 2-4, 52’27 Gerber 2-5, 59’43 Julian Schmutz (Pesonen, Saarela) 3-5
Note: emmental versicherung arena, 6’000 spettatori
Arbitri: Wiegand, Hungerbühler; Kehrli, Huguet
Penalità: Langnau 4×2, Lugano 3×2
Assenti: Daniel Carr, Marco Müller, Lorenzo Canonica, Julian Walker, Stephane Patry, Markus Granlund (infortunati), Arno Snellman, Thibault Fatton (sovrannumero)
LANGNAU – La qualità di una squadra la si misura nei momenti positivi, la forza del gruppo durante i periodi difficili. Se il Lugano di Luca Gianinazzi vuole costruirsi nel medio periodo per avvicinarsi alle prime forze del campionato, sul piano della forza del gruppo potrebbe non avere nulla da invidiare a nessuno, ed è su queste basi che poi si costruiscono le grandi squadre.
I tre punti portati via da Langnau con grande convinzione nei propri mezzi, intuizioni giuste dello staff tecnico, sacrificio dei singoli e anche un pochino di disperazione sono un bottino pesantissimo a questo punto della stagione, per consolidare il sesto posto proprio davanti a un inseguitore diretto ma non solo.
Questi tre punti per il Lugano valgono oro perché confermano che la squadra bianconera è un gruppo in salute psicologicamente, se non può esserlo su quello fisico alla luce di tutti gli infortuni che lo stanno falcidiando con precisione chirurgica. La sconfitta contro i Lions di venerdì sera non ha lasciato strascichi, anzi, la consapevolezza di aver disputato un’ottima partita di fronte agli zurighesi ha seguito i bianconeri in trasferta nell’Emmental contro un avversario oltretutto riposato e reduce da sei vittorie in nove incontri, deciso a vendicare quello 0-8 di metà ottobre.
Vista la situazione Gianinazzi ha dovuto inventarsi una squadra da poter schierare con soli undici attaccanti a disposizione, ed ecco che allora ci ha pensato Joey LaLeggia a trasformarsi in jolly andando a rivestire i panni da attaccante dopo la mezza stagione passata come tale a Bakersfield in AHL, con l’impiego anche di Cjunskis dall’inizio e con Koskinen in porta a confermare l’alternanza regolare tra i pali.
La convinzione, dicevamo, quella che dopo poco più di due minuti ha permesso ai bianconeri di andare sullo 0-2 con Cormier e Gerber, altri due ragazzi che con umiltà e lavoro si sono messi a disposizione per sostituire gli assenti facendolo alla grande, con il numero 43 che a fine partita uscirà con una doppietta.
Non è stata una partita facile, nonostante il buon inizio degli ospiti, una marcatura completamente sbagliata da Guerra ha permesso a Riikola di insaccare il primo gol dei padroni di casa a pochi secondi dalla prima sirena, mentre in precedenza Koskinen si era già salvato su un rigore di Pesonen, tanto per rimarcare che comunque i Tigers sono stati capaci di rientrare in partita e di renderla combattuta.
Il Lugano è però una squadra con carattere, attributi e forza mentale, dove non è arrivata la tecnica di una formazione dimezzata sono arrivati cuore e sudore, anche dopo l’annullamento del possibile gol dell’1-3 che avrebbe potuto avere come conseguenza il rischio di una “depressione”, invece proprio LaLeggia (autore dell’invasione di porta decisiva per l’annullamento) è andato a prendersi il vero 1-3 poco dopo, mostrando che con la testa i bianconeri erano perfettamente sull’obiettivo.
Stessa cosa capitata nel terzo periodo, quando una penalità un po’ ingenua di Thürkauf ha causato il 2-3 di Saarela a una decina di minuti dal termine, ma proprio il capitano, di tenacia è andato a preparare l’azione per il 2-4 ancora di LaLeggia, un’altra dimostrazione di forza mentale e convinzione, un altro gol arrivato come reazione in un momento decisivo della partita, chiusa con il mezzo affanno di una doppia inferiorità numerica fino al 3-5 finale dopo i gol di LaLeggia e Schmutz.
Non era facile già in previsione, non lo è stato nemmeno sul ghiaccio, proprio per questo la vittoria del Lugano sul Langnau nel contesto del momento rivela il potenziale della squadra di Gianinazzi, capace di compattarsi nel momento giusto.
Non tutto ovviamente è funzionato bene, da un power play che ovviamente risente delle assenze di Granlund e soprattutto Carr, il miglior marcatore in superiorità numerica del campionato, ad alcuni svarioni in fase difensiva con le coppie ridisegnate – Guerra in grande difficoltà non solo sul gol di Riikola – a occasioni da rete che andrebbero sfruttate molto meglio (Ruotsalainen!).
A trascinare la squadra però stavolta ci hanno pensato giovani e terze linee, oltre a un Koskinen sul pezzo e un Arcobello in versione playmaker e leader tutto fare, aiutato da un Morini in forma fisica straripante, capace di mettere in difficoltà tutto un reparto grazie a forecheck e lavoro fisico.
In attesa di capire quali siano gli esiti degli esami di Markus Granlund (le impressioni dal post partita di venerdì non erano molto ben auguranti) il Lugano può di nuovo andare alla pausa nazionali con un mezzo sorriso, almeno per i risultati e le prestazioni della squadra.
Dall’altra parte è però palese che questa squadra, pur con tutte le qualità messe in mostra, non potrà permettersi di concedere due dei suoi migliori attaccanti per molto tempo. Nessuno potrebbe permetterselo.
IL PROTAGONISTA
Joey LaLeggia: Era accaduto nel 2017, con ben venti reti stagionali in AHL schierato come attaccante. Le defezioni bianconere hanno costretto Gianinazzi a riproporre il canadese all’ala e l’esperimento ha dato i suoi frutti, con una doppietta decisiva del numero 16, autore delle reti dell’1-3 e del 2-4 in momenti importantissimi della sfida. Molto propositivo anche in power play (nel ruolo di blueliner) LaLeggia ha disputato forse una delle migliori partite in maglia luganese, un po’ attaccante, un po’ difensore ma comunque decisivo.