BIENNE – Sia benedetta la pausa per la Nazionale, che ha permesso a Fischer di recuperare buona parte dei suoi infortunati, e ha permesso al 10 nazionali bianconeri di tenersi in forma nei vari tornei amichevoli. Da registrare solo i piccoli intoppi che hanno colpito Kostner e Manzato, tornati a Lugano con qualche acciacco poco grave.
Richiamato Viktor Östlund dalla Svezia, il coach bianconero ha però optato logicamente per lo schieramento di Merzlikins tra i pali e per Schlumpf e Romanenghi in sovrannumero. Benedetta sia la pausa ma pure lo sia la ripresa del campionato, per un Lugano apparso in fase calante nelle ultime uscite ma capace di raccogliere un comunque ottimo bottino di punti.
Il secondo incontro a Bienne tra padroni di casa e Lugano nello spazio di due settimane ha prodotto un match alquanto strano, giocato male dal Lugano, meno peggio dal Bienne, che ha dovuto soccombere soprattutto per la differenza tecnica individuale più che per la mole o la qualità del gioco espresso.
A Bienne il Lugano da anni non sa chissà per quale motivo imporsi come dovrebbe contro un avversario di caratura decisamente minore, ma va detto anche che le prime partite dopo una pausa sono sempre di difficile interpretazione.
È stato difficile interpretare anche il primo tempo del Lugano, che ha messo fuori la testa solo dal 10’, dopo molte e nette occasioni da parte dei padroni di casa, ma soprattutto è andato in vantaggio con un gran coast-to-coast di Vauclair, rete che ha forse illuso giocatori e spettatori.
Pareva infatti che quella rete trovata a pochi minuti dalla prima sirena potesse sbloccare il Lugano. Pura illusione, signori. È bastato guardare quel disastroso secondo tempo per rendersene conto, per capire che i più pronti a girare il momentum dalla propria parte erano i padroni di casa. E se non fosse stato per un Merzlikins addirittura straordinario, i 22 tiri indirizzati verso la porta ospite avrebbero potuto trasformare quei 20’ in una vera tragedia, e non solo in un affannoso pareggio, a dir poco stretto per Arlbrandt e compagni.
Una vera sassaiola, sfide nella sfida tra gli attaccanti di casa e un Merzlikins che definire intrattabile è puro eufemismo, ma è anche così che si vincono le partite, con gli uomini decisivi pronti a sorreggere la squadra nei momenti difficili. La squadra, appunto, in grande difficoltà in 5 contro 5 ma estremamente efficace in box play, capace di annullare anche una volta 20” e una seconda volta 1’ in doppia inferiorità numerica.
Aver saputo resistere a tutte queste tempeste grazie a un grande portiere e a un box play eccellente ha portato alla “zona Klasen”, quella degli ultimi minuti, in cui spesso e volentieri il fenomeno svedese ha deciso punti e partite. Il numero 86 ci ha provato in ogni maniera durante il match, ma è solo al 58’42” che è riuscito a decidere il match grazie a un movimento e a un tiro fulminei.
Grande gioia per la panchina bianconera, non per una grande vittoria, ma per una vittoria sofferta che ancora una volta ha messo in evidenza la voglia di imporsi di questo gruppo, che nonostante le grandi difficoltà non ha mai smesso di lottare e ha creduto nei 3 punti fino alla fine.
Grande, grandissimo Merzlikins, protagonista assoluto dell’incontro, che ha tenuto a gala i suoi fino alla fine, e grande Linus Klasen, sempre pericoloso e per l’ennesima volta decisivo. Ottima partita anche da parte del rientrante Vauclair, non solo per la rete ma anche per i numerosi dischi portati fuori dalle zone calde della pista.
Un Lugano sofferente e lavoratore, che ha concesso troppe penalità sfiancanti, ma che ha saputo lavorare fino in fondo per trovare una vittoria che fa solo un gran bene per la maniera con cui è arrivata. Da sottolineare è anche la calma che contraddistingue gli uomini di Fischer, capaci di rientrare in carreggiata e imporsi “secondo i piani”, e questo è sicuramente un segnale importante per ciò che riguarda la guida bianconera.