LOSANNA – La situazione in casa Lugano ha cominciato a farsi piuttosto precaria dopo quattro sconfitte consecutive, più che altro per quello che riguarda il morale della squadra, visto che la classifica non deve già diventare motivo di pressione dopo poche giornate.
Oltre alle sconfitte, a far male allo spogliatoio bianconero, vi sono i continui infortuni, che rendono la vita difficile a Fischer e ai suoi piani di sviluppo. Per la trasferta in canton Vaud ha voluto contare non solo sull’appoggio di Balmelli – richiamato temporaneamente da Turgovia – ma anche e di nuovo su Dal Pian, per avere perlomeno a disposizione quattro blocchi completi.
In questi blocchi, Fischer ha apportato nuove modifiche, al fine di riuscire a trovare una soluzione alla scarsa produttività offensiva. In particolare ha ricomposto la linea Domenichelli–Metropolit–Rüfenacht spostando Dan Fritsche nel quarto blocco con Fazzini e Balmelli. Seconda d’attacco composta da Reuille–Mclean–Kostner e terza con al centro Walker e ali Kienzle e Simion. Ma la novità più importante e sorprendente è stato lo schieramento in porta di Elvis Merzlikins. Semplice fiducia nei confronti del giovane lettone o tentativo di scossa nei confronti degli altri giocatori, con l’obiettivo di renderli attenti e responsabili?
Di sicuro l’attenzione non è mancata al Lugano nel periodo iniziale, giocato con prudenza, ordine e disciplina. Forse con persino troppa prudenza, vista la fatica con cui entrambe le squadre hanno tentato di crearsi le poche occasioni da rete. E la musica è sembrata non cambiare anche nel terzo centrale, nel quale i padroni di casa sono stati più intraprendenti nelle manovre, ma il buon fore checking operato dal Lugano ha impedito ai Losannesi di prendere definitivamente in mano l’incontro. Questo perché a metà incontro la rete dei padroni di casa a firma i Neuenschwander – che ha lasciato sul posto due difensori bianconeri – aveva il sentore di un film già visto e si temeva che il Lugano potesse subire il colpo più del dovuto.
Invece Hirschi e compagni hanno continuato per la loro strada, e anche se le occasioni da rete sono rimaste rare, è continuato il fore checking e il filtro nella zona neutra, senza lasciarsi sopraffare dall’entusiasmo dei padroni di casa. Anche il terzo periodo è continuato sulla medesima linea, e a forza di tentativi infruttuosi è arrivata anche la rete di Rüfenacht, che ha raddrizzato la contesa e messo fiducia nella testa dei bianconeri.
La rete del pareggio ha svegliato improvvisamente i ticinesi, che da lì in avanti hanno dominato la contesa, sprecando il colpo del KO a più riprese. A rischiare di rovinare tutto sono cadute delle penalità – peraltro perlomeno dubbie, soprattutto quella di Mclean al 55’ – in momenti decisivi dell’incontro, ma la difesa e Merzlikins hanno salvato la baracca. Il portierino 19enne ha spiegato con i fatti la fiducia riposta in lui da Fischer, salvando la partita nell’overtime giocato dal 63’ con l’uomo in meno e soprattutto parando 4 rigori – il primo con un pizzico di fortuna – nell’ultima appendice di gioco. Metropolit e Mclean hanno fatto il resto, regalando due punti importantissimi al Lugano e la vittoria all’esordio al loro portiere.
Proprio il nazionale lettone può essere annoverato come il migliore in pista, per ciò che ha mostrato nei momenti decisivi dell’incontro, ossia freddezza, concentrazione e personalità, tutte qualità che hanno permesso ai suoi compagni di giocare con sicurezza nel settore difensivo. Tra i giocatori di movimento si è mosso bene Fazzini, costantemente pericoloso e molto attivo nel fore checking, premiato da Fischer con molto ghiaccio pure nei power play. Anche Kostner – così come il resto della sua linea – è stato uno dei più attivi sul fronte d’attacco, e il nativo di Bressanone si è creato diverse occasioni da rete, senza però riuscire a tramutarle in rete.
In retrovia tutto è andato piuttosto bene, i pericoli sulla porta di Merzlikins sono stati limitati al meglio, sia in 5 contro 5 che in box play. Il problema rimane la parte offensiva, dove si fatica a trovare la posizione giusta di tiro e le zone pericolose dello slot. Certo è che la rosa attualmente spuntata a disposizione di Fischer e i conseguenti cambiamenti dei blocchi non aiuta in questo senso.
A Losanna era imperativo vincere, più che altro per il morale, il gioco fluido e efficace lo si può solo allenare. Ma fare punti sulla pista della neopromossa non era facile come si potesse pensare, visti i 13 punti in classifica di Deruns e compagni. Ecco perché questa vittoria, pur conseguita solo ai rigori, è di vitale importanza per un Lugano in difficoltà e che ha bisogno solo di fiducia nei propri mezzi per crescere e lavorare con tranquillità.