LUGANO – RAPPERSWIL
5-1
(2-0, 2-1, 1-0)
Reti: 2’38 Sannitz (Bertaggia, Postma) 1-0, 18’30 Lajunen 2-0, 27’27 Lammer (Bürgler, Postma) 3-0, 30’29 Fazzini (Bertaggia) 4-0, 31’29 Vukovic, Schmuckli, Ness) 4-1, 54’23 Fazzini (Bertaggia, Riva) 5-1
Note: Corner Arena, 5’580 spettatori. Arbitri Urban, Schrader; Kovacs, Cattaneo
Penalità: Lugano 4×2′, Rapperswil 3m×2′
LUGANO – Cinque reti cinque che il Lugano non segnava ormai dal lontano 18 ottobre, in quella vincente trasferta di Berna, quando la squadra di Kapanen entusiasmava i suoi tifosi.
Cinque reti per cercare di dare un calcio alla crisi, per tamponare un’emorragia di sconfitte che si faceva pesante, pericolosissima e anche imbarazzante, cinque reti per lanciare un derby che potrebbe prospettarsi un bel bivio per i bianconeri.
Ma andiamo con ordine, iniziando a dire che una partita contro i Lakers non è mai facile come si pensi e guai a sottovalutarne le insidie soprattutto quando si attraversa un periodo difficile e la pressione si fa sempre più schiacciante.
Un Rapperswil che pur senza il suo topscorer Kevin Clark sa come mettere in difficoltà gli avversari, giocando con quella tipica baldanza di chi sa che ogni vittoria è un regalo in una stagione che li vedeva partire con poche quote nelle giocate, un Rapperswil che poteva trasformarsi in una brutta bestia per i bianconeri.
Contro gli uomini di Gällsted il Lugano ha quindi dovuto per forza ritrovare perlomeno l’attitudine, la voglia di andare a prendersi colpi e recuperare dischi, questo prima di ritrovare il gioco e la fluidità, perché senza le basi nulla può funzionare.
E allora va bene così, con una vittoria larga che ridà ossigeno e fiducia in vista della salita in Leventina e che permette a Chiesa e compagni di ritornare sopra la linea, seppure con due partite in più del Friborgo primo inseguitore.
Ma nella vittoria contro i sangallesi c’è finalmente anche qualcosa di Sami Kapanen – e ci mancherebbe, verrebbe da dire – ossia l’azzeccata mossa di mettere assieme una linea tutta ticinese, con Fazzini che è stato quello a giovare di più da questo cambiamento, grazie alla grande intesa con Bertaggia (autore di due pregevoli assist) e una sicurezza nelle giocate finalmente da “vero” Fazzini.
Cambiamenti al line-up che però non sembrano aver portato molto invece alla linea di Klasen, seppure con Lajunen autore del 2-0, ma lo svedese e Suri continuano a non convincere e ad essere estremamente fumosi, con soprattutto l’ex Zugo sparito dai radar nonostante qualche check dopo un discreto primo tempo.
Ma va bene così, si diceva, se il Lugano tutto in un colpo avesse ritrovato tutto se stesso ci saremmo fatti più di una domanda, ma quando si cade in certi vortici per uscirne occorre rispolverare le basi e poi piano piano risalire uno scalino alla volta.
È funzionata meglio – ma non certo impeccabile – la fase difensiva, soprattutto sui temuti cambi di ritmo degli ospiti, con un paio di cambi a panchina lontana da mordersi le dita, ma tutto sommato è risultata abbastanza solida e disciplinata da tenere fuori Kristo e compagnia dallo slot basso.
E quando Cervenka, Rowe o lo stesso l’americano sono riusciti a sfuggire alle maglie bianconere ci ha pensato un ottimo Zurkirchen a frustrare i loro tentativi.
Ora, più che continuare ad analizzare una partita che nel terzo periodo si è trasformata in un noioso trascinarsi, è bene poter finalmente poter sottolineare il primo passo dei bianconeri per uscire dalla loro crisi, se poi il derby sarà la partita migliore o quella peggiore per darne un seguito starà tutto nell’attitudine che verrà messa in pista alla Valascia.
Ripetersi è sempre il compito più difficile, quindi alla vittoria contro il Rapperswil va onestamente riconosciuto di non essere stata la cartina di tornasole ideale, ma perlomeno si spera possa essere stato un interruttore che ridà un po’ di luce sul cammino dei bianconeri.
IL PROTAGONISTA
Alessio Bertaggia: È vero che Luca Fazzini si è messo in luce con una bella doppietta, ma grande merito va dato al grande lavoro a tutta pista del numero 10.
Il figlio d’arte è stato il trascinatore del brillante blocco “nostrano”, con un continuo pattinaggio e tanti dischi recuperati per i compagni, e se non riesce ad essere lui lo scorer, gli assist serviti a Fazzini gli rendono merito anche come playmaker.
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