
LUGANO – AJOIE
3-0
(0-0, 1-0, 2-0)

Reti: 20’38 Thürkauf 1-0, 51’49 Thürkauf (Arcobello, Alatalo) 2-0, 52’35 Fazzini (Arcobello, Pulli) 3-0
Note: Cornèr Arena, 4’864 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Stolc; Fuchs, Huguet
Penalità: Lugano 2×2, Ajoie 3×2 + 1×5 + 1×20
Assenti: Joren van Pottelberghe, Calle Dahlström (infortunati), Liekit Reichle, Dominic Nyffeler, Nick Meile, Leandro Hausheer, Remo Giovannini, Aleksi Peltonen, Michael Joly (sovrannumero)
LUGANO – Una squadra in missione, finalmente il Lugano si è mostrato per quello che doveva essere dall’inizio di questa serie, e con una prestazione matura e autoritaria in Gara 5 si è guadagnato il match ball per chiudere la serie, un’ultima vittoria – paradossale – per andare in vacanza.
Una squadra, quella messa in pista da Uwe Krupp domenica sera, che avrebbe dovuto mostrare quella faccia già molto prima di arrivare qui, o se non vogliamo tornare troppo indietro, allora perlomeno dall’inizio di questa sfida contro i giurassiani.
Si è capito fin dall’inizio che questa partita si stava portando dietro le energie della vittoria in quel di Porrentruy, ma soprattutto che quei due tempi buoni giocati dai bianconeri in trasferta erano il preludio a una prestazione finalmente convincente di una squadra in crescita e che un po’ come successo un anno fa nei quarti contro il Friborgo, ci ha messo due partite di troppo a svegliarsi e a capire in quale contesto si trovi.
Ora il lavoro non è certo finito, il passo successivo e quello decisivo è sempre il più difficile, ed ovviamente ci sarà da aspettarsi il consueto ambiente infernale alla Raiffeisen Arena a spingere una squadra che andrà in pista alla disperata.
Certi segnali comunque sono perfettamente percettibili, il Lugano domenica si è mostrato sicuro e determinato, decisamente meno distratto e pasticcione rispetto alle prime due disastrose prestazioni, e nel contempo il complesso di Greg Ireland comincia probabilmente a sentire il peso dei ritmi sostenuti.
Già venerdì in Gara 4 l’Ajoie era apparso in perdita di velocità e meno pericoloso a parità numerica, e domenica sera abbiamo avuto una probabile conferma che sul piano fisico e del pattinaggio il Lugano abbia preso il sopravvento, lasciando al proprio avversario quale unica arma – o poco ci manca – il famoso powerplay, che comunque nella quinta partita è stato perfettamente arginato, sia con l’ottima prestazione di Adam Huska che con un piazzamento più sicuro e dinamico del box play, cose che hanno finalmente reso la superiorità numerica degli ospiti prevedibile e meno letale.
Fazzini e compagni insomma in una sola partita hanno fatto quanto non era stato fatto nelle precedenti quattro, ma hanno anche evitato certi errori e penalità ingenue che avevano fatto le fortune dell’Ajoie fin quando la sfida si è portata sullo 0-2, e ad oggi sembra proprio che il controllo “mentale” maggiore ce l’abbiano proprio i bianconeri, non solo per la prestazione, ma anche vedendo come siano saltati i nervi a qualche giurassiano durante e a fine partita.
La bravura del Lugano è stata quella di non smettere di applicare il proprio gioco e il ritmo quando il raddoppio alla rete di Thürkauf – anche quella arrivata con fatica – non ne voleva sapere di entrare, tra mire sbagliate, tiri in pancia a Ciaccio e pali colpiti, tanto da far riaffiorare i vecchi ricordi.
I ragazzi di Krupp hanno però insistito, mostrando lucidità e grande volontà di portare a termine il compito, e a parte qualche minuto in entrata di terzo periodo quando l’Ajoie ha scaricato le sue ultime cartucce alla disperata, l’agognato 2-0 ancora ad opera del capitano ha di fatto messo fine ad ogni velleità e spento definitivamente la squadra romanda.
Complessivamente questa è stata forse una delle migliori partite del Lugano da tanto, tanto tempo a questa parte, soprattutto per continuità della prestazione e concentrazione, il che conferma che non solo sul piano dei numeri la serie è girata ma che stavolta i bianconeri possono prendere in mano questi playout e deciderli a proprio favore dall’alto di una brillantezza e di una profondità maggiori rispetto all’Ajoie.
Credere però che sia finita qui sarebbe la classica zappata sui piedi, martedì servirà un’altra prestazione di questo calibro per contenere lo sforzo dei giurassiani davanti al proprio pubblico. Perché le squadre con le spalle al muro diventano spesso le più pericolose.
IL PROTAGONISTA
Calvin Thürkauf: Il gol all’overtime in quel di Porrentruy sembrerebbe aver rinvigorito il capitano bianconero, autore finalmente di una prestazione paragonabile quasi a quelle dei tempi migliori. Quasi sempre vincente nei duelli fisici e in velocità, il numero 97 si è caricato la squadra sulle spalle con tanto lavoro ma anche con le due reti che di fatto hanno chiuso la partita, proprio come succedeva ai bei tempi.
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