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Lugano

Il Lugano sperimentale ottiene un punto ma non convince

Con tre quarti di attacco rimescolato, i bianconeri vanno in vantaggio ma vengono battuti all’OT di una sfida legnosa. Prima sconfitta dopo quattro vittorie

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Schneider)

Il Lugano sperimentale ottiene un punto ma non convince

LANGNAU – LUGANO

2-1

(0-1, 0-0, 1-0; 1-0)

Reti: 5’27 Arcobello (Meile, Fazzini) 0-1, 47’21 Flavio Schmutz (Saarela, Julian Schmutz) 1-1, 61’35 Saarijärvi (Pesonen, Felcman) 2-1

Note: emmental versicherung arena, 5’180 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Mollard; Meusy, Altmann
Penalità: Langnau 2×2, Lugano 3×2

Assenti: Aleksi Peltonen (sovrannumero), Giovanni MoriniCalvin ThürkaufNiklas Schlegel (infortunati), Samuel Guerra (ammalato)

LANGNAU – Ci sono esperimenti che vanno fatti perché hanno potenziale di successo, altri per capire se possano funzionare, altri invece che probabilmente partono già con qualche dubbio di troppo. Quelli messi in atto da Luca Gianinazzi alla viglia di Langnau-Lugano probabilmente stanno tra la seconda e la terza categoria, e alla fine della partita qualche perplessità di più è giustificata.

Il coach bianconero ad ogni modo ha tutto il diritto di fare esperimenti e capire se in un futuro certe soluzioni possano funzionare e preparare anche i giocatori a possibili rimescolamenti forzati, in più certi giochi vanno fatti finché le cose vanno bene, e in questo momento Gianinazzi aveva il tempo e lo spazio per farlo.

Alla luce di quanto mostrato dai bianconeri però è evidente che tre linee su quattro hanno fatto storcere il naso – l’unica a girare liscia era quella non modificata di Arcobello, Fazzini e Patry – in quanto ad automatismi e capacità dei giocatori di trovarsi nei posti giusti e di manovrare con rapidità. Bisogna però dire che per una trentina di minuti il Lugano ha controllato abbastanza agevolmente il ritmo della partita, tenendolo basso per evitare che i Tigers si proponessero nelle loro letali fiammate che avevano già fatto tre vittime in altrettante partite sul ghiaccio di casa.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Schneider)

La rete di Arcobello (con primo punto in assoluto dell’esordiente Nick Meile con l’assist) avrebbe potuto e dovuto lanciare in altra maniera i bianconeri, che il gol del raddoppio l’avrebbero anche trovato, se non fosse che è stato annullato su un coaches challenge chiamato con sospetto ritardo dalla panchina di casa. L’annullamento di quella rete per un tocco di mano di Zohorna considerato come passaggio ha frenato Joly e compagni che erano scesi sul ghiaccio arrembanti per la seconda frazione e ha invece rassicurato i Tigers, i quali piano piano hanno cominciato a guadagnare ghiaccio dalle parti di Van Pottelberghe.

La squadra ticinese nel complesso si è sempre difesa bene, solida, pronta e ordinata, e solo in un paio di circostanze ha traballato sotto gli attacchi del Langnau, riuscendo però sempre ad uscirne con personalità. Gli spazi di gioco però sono rimasti strettissimi, il Lugano ha proposto spesso delle ottime uscite dal proprio terzo, ma sono mancate le combinazioni per arrivare con decisione davanti a Charlin, un po’ per mancanza di soluzioni, un po’ per incomprensioni e altre per la riconosciuta bravura dell’impianto difensivo messo in piedi da Thierry Paterlini.

Solo pochi giocatori però (oltre al blocco di Fazzini) hanno dato l’impressione di poter spaccare il gioco, ed erano Carr, Joly, Zohorna e Sekac, guarda caso però tutti separati dai loro compagni “storici” e trovatisi un po’ soli nel momento buono e nella finalizzazione.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Schneider)

Non da ultimo i bianconeri sono apparsi più in affanno nella terza frazione, maggiormente in ritardo sui portatori del disco di casa e meno brillanti nelle ripartenze, costretti spesso a venire allargati alle assi e a girare lontani dall’ottimo Charlin. In fondo il pareggio trovato da Flavio Schmutz nel terzo tempo ha giustamente pareggiato un incontro alla fine abbastanza equilibrato e che il Lugano avrebbe potuto sicuramente fare suo con qualche altro accorgimento o con un overtime giocato con più decisione e autorità.

Il primo stop dopo quattro partite vinte porta comunque un punto e non fa male più di tanto, ma certo è che occorrerà pensare bene se riproporre un esperimento del genere e stravolgere la squadra in questa maniera, perché molti giocatori erano palesemente spaesati fuori dalle loro linee abituali. Giusto provare cose inedite quando c’è il tempo per farlo, ma l’impressione è che nei prossimi giorni rivedremo un Lugano molto più vicino a quello proposto nelle prime cinque partite di campionato, scommettiamo?


IL PROTAGONISTA

Michael Joly: In una partita tecnicamente mediocre, giocata più dalle difese che dagli attacchi e con un Langnau deciso solo a fare legna, l’attaccante canadese è stato una vera scheggia impazzita, capace di slalom imprendibili, passaggi geniali e di trovare anche una rete però annullata. Anche il numero 88 però sembrava soffrire la mancanza del suo fido Daniel Carr al fianco, perché capire e reggere le giocate di un fuoriclasse simile non è da tutti, e spesso le sue magie sono finite nel vuoto, anche se sono state gli unici spunti da applausi di una partita stretta e tignosa.


HIGHLIGHTS

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