LUGANO – BERNA
4-1
(3-0, 0-1, 1-0)
Reti: 3’49 Lajunen (Fazzini, Suri) 1-0, 14’30 Fazzini 2-0, 19’43 Boedker 3-0, 34’29 Conacher (Andersson) 3-1, 55’26 Walker (Suri) 4-1
Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Stricker, Stolc; Altmann, Wolf
Penalità: Lugano 4×2′, Berna 3×2′ + 1xrigore
Assenti: Elia Riva, Giovanni Morini, Davide Fadani, Raphael Herburger, Matteo Romanenghi (infortunati), Loic Vedova (Rockets)
LUGANO – Quando una partita di hockey non è più uno scontro fra titani del massimo campionato, si trasforma in una sfida quasi normale, e questo non è da tutti i giorni. Sembrano così lontani quando quelle partite tra Lugano e Berna decidevano spesso e volentieri le sorti dei campionati, ad oggi sono incontri tra una squadra che viaggia a corrente alternata – ma comunque in discrete posizioni – e una che sta lottando con ogni forza per rimediare a una classifica figlia dei disastri sportivi e dirigenziali.
Così è nata questa Lugano-Berna, strana, non bella, e decisamente meno appassionante di quello che poteva e doveva essere, ma tant’è che i bianconeri hanno vinto appunto la gara facendosi bastare un primo tempo determinato, vinto di forza e buona attitudine.
Dopo le montagne russe tra la doppia sfida con il Ginevra e quella contro il Bienne, la squadra di Serge Pelletier doveva ritrovare assolutamente stabilità nella volata finale per non farsi sfuggire la sesta piazza sinonimo di qualificazione diretta ai playoff, e se punti alla mano la missione venerdì sera è riuscita, sul piano della prestazione i bianconeri hanno decisamente molto su cui ancora lavorare.
Passi che giocare contro questo Berna non è per nulla facile se si vuole cercare di costruire delle azioni lineari, con la squadra di Kogler appiattita su tattiche basilari da pattinaggio a tutta, disco al primo blocco ed evviva il parroco in difesa, ma viste le debolezze degli orsi, il Lugano avrebbe potuto fare molto di più per evitare di complicarsi la vita.
È vero che gli ospiti non sono mai rientrati nel punteggio se non con quell’unica rete per arrivare sul 3-1, ma la maniera con cui i padroni di casa hanno tirato i remi in barca già nel secondo tempo denota ben poca personalità da parte di una squadra che avrebbe dovuto tirare i classici pugni da KO sfruttando le debolezze dello sfidante.
Nel primo periodo il Berna aveva messo in mostra queste sue debolezze, non soccombendo sul piano del gioco ma lasciandosi sorprendere scoperto su alcune ripartenze – sulla sinistra di Karhunen si formavano vere e proprie autostrade – sfruttate da Walker per procurarsi il rigore trasformato da Fazzini e poi da Boedker per la sua rete stellare, un primo tempo ad ogni modo dominato bene dai bianconeri, solidi in difesa e cinici in fase offensiva.
In quel caso si deve dire bravo al Lugano per un attitudine convincente e determinata ma anche dare della bestia al Berna, perché in quanto a posizioni di partenza, letture tattiche e coperture, la squadra di Mario Kogler è apparsa un vero e proprio disastro.
Ecco perché il Lugano invece di indietreggiare per cercare di semplicemente gestire (per due tempi?) avrebbe dovuto mettere un po’ di ordine nelle sue uscite dal terzo e ripartire con la stessa energia dei primi venti minuti, per forzare un fortino che al posto dei mattoni sembrava costruito con le scatole di cartone.
Guai però a dare l’orso per morto, lo spirito rimane quello, e se non fosse stato per alcune parate di Schlegel, per la mira veramente fuori fase dei suoi attaccanti e comunque anche per una certa bravura nel tenerli fuori dallo slot, la squadra della Capitale avrebbe avuto ogni possibilità di rientrare e fare paura ai ragazzi di Pelletier.
Basti guardare com‘è cambiato il baricentro soprattutto nel periodo conclusivo, con il Lugano che si è accontentato di liberare il disco con diversi “chip-out”, sfruttando la panchina vicina ma permettendo così al Berna di mantenere il ritmo alto, seppur nel suo incedere caotico.
Un caos che ha tolto per più di un cambio il disco dalle palette dei bianconeri, e lo sappiamo bene come la squadra bianconera non ami rincorrere il portatore del disco, cosa che l’ha portata a commettere diversi errori che nel finale sarebbero potuti costare più cari di quello che sono stati.
Tutto e bene quel che finisce bene, verrebbe da dire, e alla fine i tre punti sono quelli che contano, è vero, ma ricordando alcune batoste recenti il Lugano non deve speculare su un solo tempo, seppur giocato bene, deve imparare a vincere di personalità e controllo.
Chi vince ad ogni modo ha sempre ragione, ma all’orizzonte c’è un derby in cui Serge Pelletier deve dimostrare che questa squadra è scesa dalle montagne russe.
IL PROTAGONISTA
Julian Walker: Se c’è una partita che si mette sul piano dei muscoli lui non si tira mai indietro, anzi, ci sguazza alla grande.
Contro il Berna il numero 91 ha distribuito colpi a destra e a manca, rompendo spesso le ripartenze disordinate degli orsi, procurandosi caparbiamente un rigore e segnando di persona la splendida rete del 4-1 che ha chiuso la partita.