GINEVRA – LUGANO
3-2
(1-0, 0-2, 1-0; 1-0)
Note: Le Vernets, 6’977 spettatori. Arbitri: Massy, Mandioni; Kovacs, Tscherrig
Penalità: Ginevra 8×2′, Lugano 9×2′
GINEVRA – La prima per Maxim Lapierre con la maglia del Lugano è stata una prova per i playoff, sia per il giocatore canadese neo bianconero, che per tutta la squadra, sempre intenta a prepararsi ai giochi che contano rincorrendo proprio il Servette.
Se a livello individuale, per il numero 25, le cose sono andate piuttosto bene, trovando la prima rete in LNA con un movimento tipico degli attaccanti della sua tipologia, meno bene è andata a livello collettivo. La partita delle Vernets è stata la solita battaglia rognosa, di nervi e spesso imbruttita da schemi incompleti e molti errori in fase di impostazione e rilancio.
Il Lugano ha saputo soffrire in questo difficile match, incassando diverse penalità – alcune improponibili, come pure sull’altro fronte – ma anche nelle situazioni di doppia inferiorità ha confermato tutte le doti del proprio box play, privo oltretutto dei suoi due migliori difensori e di fronte al miglior power play del campionato.
D’altro canto, e non è una novità, continua a funzionare solo a brevi tratti il power play bianconero, con l’unica rete di Pettersson che alla fine non è nata nemmeno su un chiaro schema di superiorità numerica. Ma quella rete ha avuto ottimo effetto sul Lugano, uscito un po’ timido dal primo tempo, anche a causa di quelle immediate penalità che lo hanno costretto a giocare in box play anche doppio sin nei primi minuti.
Quella rete con un tiro nel traffico ha acceso la luce in casa bianconera, non con chissà che illuminazione, ma tanto è bastato per far arrivare più dischi su Mayer. Uno di quei dischi, messo lì da Hirschi, ha mostrato a tutti le qualità di Lapierre: disturbo sul portiere granata, movimento di forza a liberarsi dal blocco di un difensore e rebound messo in rete, tanto semplice quanto efficace.
E tanto bastava per un Lugano impreciso, pari pari al Ginevra che ha tirato di più ma è stato altrettanto in difficoltà per il gioco spezzettato dalle penalità fischiate da Massy e Mandioni, alcune veramente superflue e completamente prive di una chiara linea di tolleranza.
Peccato allora aver sprecato tutto con due errori che hanno regalato altrettante reti a Romy e Rubin, perché aldilà di un po’ di sofferenza e momenti di difficoltà, per il Lugano la vittoria era ampiamente alla portata, data l’imperfezione registrata anche sul fronte granata e i power play sprecati anche in momenti chiave.
Peccato per quel cambio scellerato che ha causato il turn over decisivo per D’Agostini e Romy, peccato per quella liberazione mancata malamente da Brunner e il successivo tiro su cui Merzlikins ha commesso l’unico errore di una serata ancora di alto livello.
Le note liete sono che i bianconeri sanno ancora difendere dopo i passaggi a vuoto delle ultime settimane, nonostante le assenze di Chiesa e Furrer, e che Lapierre sembra già in chiaro sul da farsi, aldilà della rete tipicamente da playoff. Quello che sarà da limare sono le ingenuità in rilanci che causano spesso dei turn over e contropiedi in sovrannumero, in fondo le reti di Romy e Rubin stanno lì a dimostrarlo, e certi errori non sono arrivati propriamente da dei neofiti, tanto per intenderci.
Chi invoca un miglioramento del power play purtroppo dovrà rassegnarsi, a meno di miracoli, da troppo tempo non funziona e troppo stretti sono i tempi per sperare in grandi cambiamenti. Per contro continua a dare grandi risposte il box play, che si conferma tra i migliori della LNA per efficacia e rendimento.
Il Lugano chiude un week end da 4 punti, poteva fare di più ma in fondo può andare bene così, il Ginevra guadagna un punto ma i bianconeri ne rosicchiano uno allo Zugo, anche se Pettersson e compagni hanno giocato più partite di entrambe le avversarie.
Shedden può ritenersi discretamente soddisfatto, il fine settimana dice che i suoi ragazzi hanno reso la Resega inespugnabile e che sanno soffrire e rialzarsi cinicamente in contesti molto difficili come quelli della partita di Ginevra. C’è tranquillità e tempo per lavorare su quei dettagli che però non vanno sottovalutati, perché spesso sono decisivi.
LE SITUAZIONI SPECIALI: Il Lugano ha resistito alla grande contro il miglior power play del campionato, chiudendo la porta anche in due situazioni di 3 contro 5 e una di quasi 4’ per la penalità di Martensson.
Se il box play bianconero ha impedito al Ginevra di far sua la partita già in tempi brevi dall’inizio, per contro il power play ha come al solito prodotto poco o nulla, quando invece sarebbe potuto essere l’arma in più per battere i granata con le loro armi, e magari mettere il match sulla buona strada prima dell’overtime. Ma forse già lo si sapeva, ed è chiedere troppo al momento.