LUGANO – Cercando una risposta alla domanda se la pausa abbia fatto più male che bene al Lugano, probabilmente ora risponderemmo che ha fatto più male. O forse è semplicemente una questione di dettagli, come semplicemente può essere che il Kloten affrontato alla Resega è stato più bravo del suo avversario.
Fatto sta che sul Lugano sono riaffiorati quei dubbi riguardanti la produttività offensiva che spesso avevano attanagliato i tifosi bianconeri, perché diciamocelo, non si può dare della bestia a chi ha messo in pista il reparto arretrato, anzi lì le cose funzionano piuttosto bene. E non si può dire niente nemmeno sul ritorno in pista di Merzlikins, perché la sua è stata una partita di nuovo eccellente, e sulle due reti, va detto, di pregevole fattura del Kloten, poco ha potuto.
E allora i colpevoli sono da ricercare in attacco? Non necessariamente, ma fatto sta che il muro eretto nella zona neutra dai Flyers ha fatto patire l’impossibile a Micflikier e compagni. La fisicità alle assi, la proverbiale efficacia del sistema arretrato e la velocità d’esecuzione degli zurighesi sono state le armi che Fischer vorrebbe vedere sfoderare dai suoi giocatori, ma è evidente che ancora non gli è possibile esprimersi con regolarità e continuità.
Paradossalmente la partita è stata persa nel secondo periodo, quando a livello difensivo si erano mostrate le cose migliori, ma sono bastati due errori di marcatura di un distratto Metropolit a far volare gli aviatori. L’ex casco giallo – ora sulla testa di Mclean – ha “perso” due vole la marcatura su altrettanti contropiedi del Kloten (e anche qui un segnale c’è) e se quell’uomo si chiama Peter Mueller, allora la situazione precipita immediatamente. E dire che fino a lì il Kloten in attacco aveva prodotto ben poco, come il Lugano certo, ma questo anche grazie all’efficacia del sistema arretrato, veloce e sicuro nel garantire l’uscita dal terzo senza patemi d’animo.
Logicamente, nel terzo conclusivo, il Lugano ha dovuto mettere fuori la testa, approfittando magari anche della stanchezza degli uomini di Hollenstein, ma un pregevole sforzo ha prodotto solamente la rete di Simion, e molte altre sono state malamente sprecate.
Di sicuro c’è da recriminare anche sul power play, statico e improduttivo, e quel fallo di Walker nel primo tempo che ha impedito ai suoi di giostrare per 1’51” in 5 contro 3 è ingenuità pura. Questa sterilità offensiva passa sì per la riconosciuta bravura del Kloten, che ha imbrigliato a dovere la linea di Mclean, ma anche per la leggerezza di alcuni attaccanti luganesi. Su tutti Metropolit, che ha rasentato l’irritante in alcune sue giocate e per la sufficienza nel gestire il disco, e il fatto che nei minuti finali sia stato schierato nel quarto blocco, la dice lunga sulle intenzioni di Fischer.
Se Pettersson sarà schierato lunedì, allora ci saranno da attendersi grossi cambiamenti nel primo blocco. Micflikier e Mclean sono stati imbrigliati in una morsa difensiva di prim’ordine, e pur con tutto lo sbattersi di entrambi in ogni zona della pista, ben poco hanno potuto fare. A emergere, ancora una volta, sono stati i giovani, come Simion, autore di un bellissimo gol, ma anche i suoi compagni di linea Balmelli e Fazzini. Una linea composta da giocatori da due giocatori nati nel 1994 e uno nel 1995 che ha prodotto più occasioni delle altre – e non solo per demeriti altrui – davvero niente male.
E un altro giovane, Kostner, continua a strappare applausi, per grinta, intelligenza e visione di gioco. Addirittura si potrebbe dire che è lui il miglior “svizzero”, perlomeno di licenza, tra gli attaccanti. L’emblema del sistema difensivo bianconero continua ad essere Kparghai. La sua impressionante velocità sui pattini, l’esplosività fisica gli permettono uscite dal terzo e recuperi in back checking davvero eccezionali, e assieme a Ulmer e Hirschi prova pure qualche, per lui timida, incursione offensiva. Come già detto ottima la partita di Merzlikins, incolpevole sulle reti subite ma bravissimo in altre occasioni, con pure un paio di big save.
Resta da vedere quanto siano bilanciati i meriti altrui e i demeriti bianconeri in questa sconfitta. Fatto sta che qualcuno, già citato, è in pista con troppa sufficienza, e con un quinto straniero fresco d’arrivo lo stesso giocatore rischia già il suo posto.