LUGANO – BANSKA BYSTRICA
4-1
(2-1, 1-0, 1-0)
Reti: 1’49 Riva (Romanenghi) 1-0, 5’00 Sannitz (Walker, Klasen) 2-0, 8’54 Varga (Gilak) 2-1, 20’19 Klasen (Chorney) 3-1, 50’52 Lajunen (Lapierre, Klasen) 4-1
Note: Corner Arena, 3’876 spettatori. Arbitri Nikolic, Urban; Bürgi, Borga
Penalità: Lugano 3×2′, Bansky Bystrica 10×2′
LUGANO – Dopo le prime due scialbe prestazioni in questa edizione della Champions Hockey League, caratterizzate dalle sconfitte in terre ceche e slovacche, il Lugano è riuscito finalmente a convincere all’esordio casalingo in un match ufficiale.
Alla Cornèr Arena i bianconeri si sono infatti presi la rivincita contro il Banska Bystrica, i campioni slovacchi che all’andata avevano sconfitto Hofmann e compagni per 5-2. E ad oggi, alla luce della prestazione casalinga e dei valori visti in campo sul piano del gioco – ben lungi dall’essere perfetto, sia chiaro – ci si potrebbe chiedere legittimamente come i bianconeri possano essere andati a cozzare così nettamente una settimana fa contro i ragazzi di Ceman.
La risposta è piuttosto semplice e sta nella differenza di attitudine messa in pista nelle due gare, molle e sbrigativa all’andata, convinta e determinata al ritorno. E con un’attitudine del genere poi le cose buone seguono a ruota, con il ritmo, la velocità e la fisicità necessarie per finalmente far intravedere almeno una buona parte del proprio potenziale. Ancora senza Chiesa, Vauclair, Ulmer, Fazzini, Bertaggia e un Loeffel utilizzato di più con il passare dei minuti ma poco in power play, i bianconeri hanno infatti mostrato le cose migliori quando hanno saputo manovrare in velocità, prendendo sul tempo gli statici difensori slovacchi per aprirsi spazi in entrata del terzo offensivo.
Il Banska Bystrica, squadra di stampo tipicamente dell’est Europa, è infatti una formazione che gioca molto di posizione, fisico e trame di passaggi, ma su un forecheck profondo e conseguenti ripartenze, Faille e compagni sono andati regolarmente nel pallone, con una velocità di pattinaggio e costruzione ben più bassa rispetto a quella del Lugano.
Per osservare questi fattori è bastato attendere che il Banska Bystrica si “sfogasse” nel primo cambio dell’incontro, spingendo subito con un buon forecheck, salvo poi aprirsi al primo contrattacco di Lapierre e compagni, patendo già pene mica da ridere quando i padroni di casa hanno iniziato a far girare il disco in velocità.
Dopo le prime due reti, di Riva e Sannitz, nemmeno il 2-1 degli slovacchi ha potuto cambiare il giro della partita, dato che già in entrata di secondo periodo la spettacolare serpentina di Klasen (il migliore in pista, grande attitudine) ha rimesso la chiesa al centro del villaggio.
Unica pecca del Lugano durante il periodo centrale è stata la mancanza di concretezza vista soprattutto in power play – anche se il 3-1 è arrivato effettivamente in superiorità – ma è stato “semplicemente” un problema di mira e cattiveria. Il nuovo sistema d’entrata nel terzo, anche se ancora da oliare, ha infatti portato risultati sulla velocità di piazzamento dei cinque uomini e il disco è spesso girato con facilità, a mancare è stata appunto la freddezza dei tiratori.
Gestito il terzo periodo con autorità, anche contro qualche provocazione e colpi “sporchi” di troppo da parte degli slovacchi, i bianconeri hanno portato negli spogliatoi una buona vittoria, piuttosto convincente e rinvigorente se vista con gli occhi da hockey estivo.
Non da ultimo il 4-1 sul Banska Bystrica rilancia le ambizioni del Lugano nel torneo, con una vittoria domenica contro il Plzen (vittorioso per 6-2 sui campioni in carica dello JYP in Finlandia) il cammino in Champions Hockey League potrebbe riprendere con un altro passo.
Bene per la competizione, ancor meglio per i progressi del Lugano, il più convincente di questo preseason e finalmente capace di dare una risposta dopo lo zoppicare delle scorse settimane.