LANGNAU – Era il 27 ottobre, praticamente due mesi fa, quando il Lugano aveva colto la prima e fino a sabato sera ultima vittoria in trasferta. Vittima dei bianconeri era stato il disastrato Davos già battuto la sera prima, poi fino alla trasferta della Ilfis solo un paio di miseri punticini racimolati in qualche sconfitta ai rigori.
Ad oggi che valore ha questa vittoria del Lugano sul ghiaccio del Langnau? Potrebbe essere piuttosto elevato se i bianconeri useranno questo 3-0 come boa per un nuovo inizio proprio a Natale – anche se domenica c’è sempre un Bienne da battere in casa – perché sì, saranno proprio Chiesa e compagni a determinare quanto sarà preziosa questa vittoria.
Intanto il bottino di Langnau permette di restare agganciati al treno delle prime otto e di guardare con un certo ottimismo alla rincorsa, Friborgo e Ginevra lì davanti hanno anche qualche partita in più e quindi questi tre punti hanno già il proprio peso specifico da soli.
In più sono tre punti nati anche grazie alla solida prestazione di Stefan Müller, gettato nella mischia stavolta forzatamente, il portiere austriaco non ha deluso, portandosi a casa il primo prestigioso shutout della sua carriera in National League.
La riserva dell’infortunato Merzlikins ha mostrato di nuovo personalità e sicurezza, ben aiutato dai suoi difensori, duri e compatti contro gli attaccanti dei Tigers.
Una partita interpretata così dal Lugano, badando alla sostanza e con pochissimi fronzoli, anche se l’incapacità di produrre gioco su entrambi i fronti ha spesso trasformato il match in un incontro poco appassionante e ricco di errori. Il momento è questo in casa bianconera, esporsi troppo senza la giusta sicurezza ha causato fin troppi danni, giusto quindi che la partita della Ilfis sia stata giocata in una maniera se vogliamo minimalista.
Con la differenza fatta nel secondo periodo grazie all’immancabile Hofmann e a Lapierre (un po’ in crescita tra gli attaccanti stranieri) il Lugano ha di fatto “acceso” un po’ il match a partire soprattutto dallo 0-2 del canadese, arrivato poco dopo un gol annullato a Fazzini, costringendo i padroni di casa ad aprirsi di più.
Il Lugano ha comunque gestito piuttosto bene l’incedere dei Tigers, limitati nelle loro sfuriate da battaglia tipiche alla Ilfis, ma anche i ticinesi hanno fatto fatica a rendersi pericolosi con regolarità.
Solo la linea di Hofmann, che non ha caso ha chiuso la sfida con il 3-0 di Sannitz, ha saputo portare gioco offensivo di cambio in cambio, per il resto ancora troppo poco nonostante il roster sia di indubbia qualità.
E qui se vogliamo rimangono i dubbi sul Lugano, una squadra che continua ad avere problemi di idee e fantasia, oseremmo di dire di personalità, fin troppo timidi per ergersi a squadra che dovrebbe in molti casi prendere per mano il gioco e per il collo l’avversario.
È vero, di partite facili non ce ne sono più ma il Lugano prima o poi dovrà uscire dal guscio e cominciare a fare il Lugano, quello vero, trascinato da quei leader che dovranno ricominciare a fare i leader.
Questa vittoria, su una pista difficile e che ha fatto versare tante, tantissime lacrime al Lugano può essere di un’importanza enorme, solo però se i bianconeri stessi sapranno valorizzarla e utilizzarla come nuovo (ennesimo…) punto di partenza per una stagione che fin qui è stata una camminata sui carboni ardenti.
Per carità, oggi va bene così per la situazione che si era creata, senza però dimenticare che domenica c’è l’ultima missione per chiudere bene il 2018 e passare un Natale un po’ più tranquillo. Poi dall’anno nuovo servirà un altro Lugano, senza “se” e senza “ma”.
IL PROTAGONISTA
Stefan Müller: Avrebbe meritato spazio anche prima, quando Merzlikins non era infortunato ma aveva bisogno di un po’ di riposo, a Langnau lo ha dimostrato.
Una partita giocata con sicurezza, solo un paio di rebound non controllati, ma non è mai andato in panico o gestito dischi malamente. Questo suo primo shutout in National League (e prima vittoria) dovrà convincere lo staff tecnico che è sempre possibile trovare altre soluzioni. Basta avere coraggio e fiducia.