LUGANO – RAPPERSWIL
6-3
(2-0, 1-2, 3-1)
Reti: 2’30 Loeffel (Suri, Riva) 1-0, 9’0 Bertaggia (Bürgler, Wellinger) 2-0, 33’55 Rowe (Wellman, Gähler) 2-1, 34’26 Vukovic (Forrer, Casutt) 2-2, 38’09 Fazzini (Klasen, Loeffel) 3-2, 40’17 Zangger (Lajunen, Klasen) 4-2, 49’49 Mosimann (Egli, Kristo) 4-3, 52’11 Fazzini (Loeffel, Klasen) 5-3, 58’41 Lammer 6-3
Note: Corner Arena, 5’482 spettatori. Arbitri Wiegand, Borga; Kovacs, Ambrosetti
Penalità: Lugano 3×2′, Rapperswil 3×2′
LUGANO – Se un anno fa la costante nelle vittorie del Lugano era rappresentata dalle reti a raffica di Gregory Hofmann, oggi a prendere in mano l’eredità dell’oggi giocatore dello Zugo ci sta pensando Luca Fazzini.
Una sua doppietta tipica, con due lampi dalla sua mattonella in power play, hanno ricacciato indietro l’indomito Rapperswil, sceso alla Cornèr Arena non certo per fare da comparsa come dimostrano i suoi 12 punti in classifica. Pur senza la loro star Roman Cervenka, i sangallesi si sono dimostrati squadra organizzata e solida, rognosa e che difficilmente regala spazi di manovra ampi ai suoi avversari, rendendo la vita difficile al Lugano soprattutto quando i bianconeri hanno peccato di un po’ di presunzione.
I ragazzi di Kapanen hanno infatti pensato un po’ troppo presto che la partita fosse indirizzata verso una facile vittoria, con quel 2-0 maturato invero senza spingere troppo sul gas nel primo tempo, condito dalle ormai solite tante occasioni sprecate per chiuderla sul serio con largo anticipo.
Un Lugano che come contro gli ZSC Lions venerdì scorso non ha aggredito l’avversario con un forecheck profondo, ma lo ha perlopiù atteso cercando di sfruttarne le incertezze soprattutto nei duelli uno contro uno, quando più di un bianconero è sfuggito alla marcatura avversaria.
Un po’ ce lo si aspettava che il Rapperswil mettesse fuori un po’ di più la testa nel secondo periodo e gli uomini di Tomlinson hanno giustamente aumentato il ritmo dei cambi quando i padroni di casa si sono fatti sorprendere per un buon quarto d’ora nel periodo centrale a giochicchiare e a speculare sul vantaggio.
Da lì sono nati dei passaggi a vuoto figli di un retaggio del passato e il Lugano è tornato ad inciampare nei buchi che aveva lasciato dalla stagione scorsa. Mal piazzati su un cambio in box play, sorpresi malamente in un’uscita dal terzo veloce del Rapperswil con errori di approssimazione, e i Lakers nel giro di 39 secondi hanno raddrizzato la sfida.
Una sfida che per lunghi tratti è stata tutt’altro che esaltante, con diversi errori su entrambi i fronti, ma che il Lugano è stato bravo a fare sua quando era il momento di svoltare. C’è stata la paura di vedere una terza puntata delle rimonte subite da Losanna e Davos, ma un paio di scosse caratteriali dei propri leader hanno evitato il peggio.
In particolare i lampi di Luca Fazzini e le giocate nello slot di un Lajunen piuttosto in palla fisicamente hanno rimesso sulla retta via il Lugano, impedendogli di crollare e aiutandolo a ritrovare il carattere e l’attitudine giusti per fare la voce grossa in casa propria.
Aldilà di un primo tempo giocato abbastanza bene e del finale in crescendo, iniziato con la giusta attitudine, i bianconeri non sono stati aiutati dalla Dea bendata in occasione del 4-3, con lo sfortunatissimo Jecker protagonista di un autogol piuttosto clamoroso.
Presa nella sua totalità non è stata una bella partita quella della Cornèr Arena, ma ne è uscito un Lugano stavolta più efficiente sul piano dei gol (per la prima volta superate le 4 reti segnate) e capace comunque di svoltare una partita che a un certo punto sembrava indirizzarsi verso un brutto epilogo.
Alla fine però “tutto è bene quel che finisce bene”, i bianconeri impareranno – si spera – a non guardarsi più allo specchio di fronte a nessun avversario e a non accontentarsi. Perché anche se la classifica ride con il terzo posto con una partita in meno dei vicini Ginevra e Bienne, questa partita conferma che il Lugano deve ancora lavorare a fondo per uscire al meglio da certi fantasmi del passato e per imparare a convivere con un nuovo sistema, con i suoi pregi e i suoi difetti.
Intanto Sami Kapanen relega di nuovo Ryan Spooner in tribuna, quando si pensava che fosse tempo per il canadese di scendere sul ghiaccio, ma chissà che con una prestazione un po’ “così” di Klasen e anche dei due difensori stranieri, il finlandese possa optare per il ritorno sul ghiaccio del numero 51. Per il momento però i risultati (numerici) sono dalla sua parte.
IL PROTAGONISTA
Luca Fazzini: Alla terza doppietta stagionale dopo quelle ottenute contro Berna e ZSC Lions, il topscorer bianconero è sempre più l’uomo decisivo per questo Lugano.
Sempre “vivo” a ogni cambio si sbatte per i compagni e vuole sempre la responsabilità della giocata nei momenti e nei posti caldi, dimostrando ancora una volta quanto sia cresciuto. Il gol del 3-2 a poco dalla seconda pausa e il missile del 5-3 nel terzo periodo sono decisivi per la quarta vittoria da tre punti dei bianconeri.
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