LUGANO – GINEVRA
4-3
(1-1, 2-2, 0-0; 10)
Reti: 14’07 Carr (Guerra, Zanetti) 1-0, 16’50 Filppula (Tömmernes, Omark) 1-1, 20’51 Praplan (Omark, Filppula) 1-2, 22’35 Fazzini (Josephs, Andersson) 2-2, 30’17 Smirnovs (Praplan, Filppula) 2-3, 36’28 Alatalo (Granlund, Marco Müller) 3-3
Rigori: Winnik, Marco Müller, Hartikainen, Fazzini, Tömmernes, Bennett, Fazzini, Tömmernes, Granlund
Note: Cornèr Arena, 4’713 spettatori
Arbitri: Wiegand, Kohlmüller; Fuchs, Gnemmi
Penalità: Lugano 4×2, Ginevra 4×2
Assenti: Bernd Wolf, Mark Arcobello, Brett Connolly (infortunati), Loic Vedova, Yves Stoffel, Davide Fadani (sovrannumero)
LUGANO – È stata una di quelle partite che per un attimo ha riportato un po’ tutti indietro nel tempo, quando anche il Lugano e non solo il Ginevra, lottava per qualcosa di più dell’entrata ai preplayoff. Reti, ribaltamenti di fronte, colpi duri, episodi improvvisi, rigori, tensione ed emozioni.
Il Lugano ha trovato quelle positive in una partita così combattuta, non si è mai lasciato andare quando il Servette con la sua maestria riportava avanti la sua ruota, e non si è mai abbattuto nemmneno quando ha sbattuto sui propri soliti limiti, in quel terzo periodo in cui Granlund e compagni hanno messo tutto sul ghiaccio, pur con la solita confusione in attacco.
E chissà che queste emozioni e quell’energia finalmente positiva che si respirava alla Cornèr Arena con un pubblico che ha capito quando i bianconeri stavano mettendoci il cuore e li ha spinti fino al traguardo non possa finalmente tornare utile per lo sprint finale. I ragazzi di Gianinazzi hanno vissuto con tensione ed emozione i rigori, hanno mostrato di fare gruppo in quel momento topico e il linguaggio del corpo era quello di una squadra che ci teneva, fino in fondo.
Ecco perché appare ancora più incomprensibile come questi stessi ragazzi possano passare da partite senza alcuna emozione a reagire così veementemente contro la capolista e prendersi due punti meritatissimi, strappandoli con i denti lottando fino all’ultimo.
Potremmo dire che il Ginevra forse non l’ha giocata fino all’ultima goccia di sudore questa partita, ma quello che conta rimane sempre e solo quello che mette in pista il Lugano, che con una prestazione come quella di martedì a Rapperswil, anche contro un Ginevra “rilassato” (anche se rimane sbagliata come definizione) non avrebbe certo cavato un ragno dal buco.
Certo è che quel finale del primo tempo non lasciava presagire molto di buono, con il pareggio del Ginevra e le successive penalità che hanno portato a una lunga situazione di tre contro cinque per Klok e compagni e difatti la capitolazione di Koskinen – rispolverato per la situazione – che ha dato il primo vantaggio al Ginevra a molti ha fatto pensare che fosse l’inizio della fine. Invece il Lugano ha tirato fuori dal sacco l’orgoglio, ha risposto prima con Fazzini (di sicuro uno dei trascinatori, assieme al rientrante Marco Müller) e poi ha avuto ancora la forza di grattare il 3-3 con Alatalo dopo il nuovo vantaggio ospite.
Ma è stato nel terzo periodo che il Lugano avrebbe meritato di più, e una vittoria da tre punti in quel caso non sarebbe stata affatto ingiusta per come i padroni di casa hanno lottato, lasciando però ancora sul posto diverse occasioni, mancando pure nell’overtime un ghiotto power play giocato con la consueta prevedibilità e lentezza.
Ma il carattere, quello, non è mai mancato, ed è servito per prendersi la vittoria ai rigori contro una squadra di specialisti (per un attimo si è rivista la lotta individuale Fazzini–Tömmernes di qualche stagione fa) e l’esultanza finale fa capire quanto volessero tutti questo punto in più. Due punti che rimangono di un’importanza pesantissima, ma che ancora non permettono di fare alcun calcolo a sole tre giornate dalla fine, e sempre più si delinea una classifica che verrà decisa sul filo dei minuti finali della regular season.
Con questa squadra non si sa mai cosa aspettarsi, per chi deve raccontare le partite si passa dai migliori elogi alla più sconcertante incredulità, e se sul piano del gioco non è che si veda chissà che spettacolo, perlomeno ci si aspetta che i bianconeri lottino sempre come fatto venerdì sera contro i granata. E stavolta sì, perlomeno erano pronti.
IL PROTAGONISTA
Luca Fazzini: Il numero 17 ha disputato una partita di qualità e sostanza, segnando il provvisorio 2-2 con caparbietà e infilando i due rigori tirati con la consueta classe e freddezza. L’attaccante bianconero sembra essere stato uno di quei giocatori che più sentivano di dover dare una risposta forte dopo la partita di Rapperswil, e per sessanta minuti ha lottato come un leone anche snaturando il suo gioco pur di mettersi al servizio dei compagni.