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Lugano

Il Lugano sfiora solo il contro-break, i Lions vanno sul 2-0

I bianconeri giocano in maniera più propositiva rispetto a Gara 1 ma concedono troppe penalità e mancano le occasioni giuste. Decide Wick al 77′

Il Lugano sfiora solo il contro-break, i Lions vanno sul 2-0

ZSC LIONS – LUGANO

5-4

(2-2, 1-1, 1-1; 1-0)

Reti: 3’52 Klein (Wick, Shore) 1-0, 6’11 Lapierre (Hofmann, Furrer) 1-1, 12’18 Kenins (Shore, Sutter) 2-1, 14’36 Reuille (Sannitz) 2-2, 20’13 Hofmann (Lapierre) 2-3, 28’08 Sutter (Wick, Geering) 3-3, 41’32 Shore (Klein, Kenins) 4-3, 52’08 Sannitz (Walker, Fazzini) 4-4, 77’00 Wick (Kenins, Sutter) 5-4

Note: Hallenstadion, 11’200 spettatori. Arbitri Koch, Wehrli; Kovacs, Obwegeser
Penalità: ZSC Lions 6×2′, Lugano 9×2′

ZURIGO – La frase più ricorrente al termine della partita era semplice, e anche scontata: “Uno 0-2 il Lugano lo ha già recuperato”. Verissimo, e non è ammesso che i bianconeri mollino nemmeno un millimetro su questo ZSC, che imbattibile non è, assolutamente.

Sannitz e compagni lo hanno dimostrato, anche se non ci sono riusciti, e questo è quello che più fa male sul fronte bianconero. Perché oltre ad essere riusciti a riagganciare sempre i Lions ogni qual volta cercavano di scappare – trovando anche il vantaggio in entrata di secondo periodo – i ragazzi di Ireland hanno resistito, in maniera non sempre ortodossa o ordinata, ai rush dei padroni di casa, e con pazienza li hanno portati all’overtime dove la sfida è stata decisa dal tiro improvviso di Wick.

Andando con ordine, l’entrata di partita ha mostrato subito un’aria diversa rispetto a Gara 1, con le squadre molto meno legate e più attive fisicamente e in proposizione offensiva.

Linee invariate sul fronte luganese, un paio di cambi su quello zurighese, con Shore al rientro al posto di Pelletier, ma il vero cambiamento è stato in una partita subito molto più aperta.

Più aperta a livello offensivo, favorita da numerosi errori in zona neutra, quelli che hanno dato il là soprattutto alle reti del Lugano, con clamorosi turn over zurighesi in zona neutra. Due reti che hanno dato coraggio ai bianconeri, soprattutto quella in shorthand di Reuille in combutta con Sannitz (di nuovo loro, di nuovo in inferiorità numerica) e il Lugano è tornato ad essere quello paziente visto all’opera nella seconda parte della serie contro il Bienne.

Lugano più paziente ma, come era già stato ribadito, lo ZSC non è il Bienne, anche ad aver pazienza il tempo per pensare contro il forecheck e la velocità d’esecuzione rimane poco e anche Ireland dovrà trovare soluzioni migliori per cercare di manovrare maggiormente il disco in zona offensiva.

Contro i Lions il Lugano ha trovato maggiori soluzioni offensive rispetto alla partita d’apertura, ma al contempo si è anche aperto maggiormente ai contropiedi di casa. Contropiedi che come sul fronte luganese partono soprattutto dalle terze linee, anche sul fronte zurighese sono nati da uomini come Kenins e Künzle, mentre i vari Pettersson e Wick sono stati contenuti meglio durante l’arco della contesa.

Si diceva delle occasioni capitate al Lugano, e allora se già non cadono con frequenza assidua, quelle migliori sono da sfruttare con più cinismo, anche se 4 reti segnate all’Hallenstadion non sono poca roba.

Piuttosto a fare male è il fatto che lo sforzo di recuperare sempre lo svantaggio sui Lions poi venga tradito da certe occasioni mancate, su tutte quella di Bertaggia verso la terza sirena, oltre a diverse in un overtime giocato in crescita dal Lugano.

A tradire i bianconeri i sono però state anche alcune ingenuità, le troppe penalità prese inutilmente, come quella comminata a Sannitz per un secondo richiamo all’ingaggio e costata il 4-3 di Shore, sul quale anche Merzlikins non è stato decisamente impeccabile.

Il mantra di Ireland e i suoi ragazzi però è uno solo, quello che vuole vedere i bianconeri prendere una partita alla volta trattenendone il meglio. Certo, lo 0-2 è un risultato che ha già visto i bianconeri risalire, ma questi ZSC Lions non sono un ostacolo semplice, tirarli giù dallo sgabello sarà un’impresa stavolta di quelle grosse.


IL PROTAGONISTA

Kevin KleinL’ex difensore dei Rangers è probabilmente il miglior difensore all-rounder del campionato e il suo livello raggiunge picchi impressionanti.

Anche in Gara 2 il canadese ha fatto vedere le sue capacità di essere dominante in entrambe le parti della pista, trovando pure la rete d’apertura e comandando la difesa da vero condottiero. Mai fuori posto, dischi gestiti in maniera magistrale e tanta personalità. Può essere davvero l’uomo in più di questa finale.


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