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Lugano

Il Lugano ritrova reti ed energia ma esce ancora a mani vuote

Una prestazione in crescendo e la doppietta di Sgarbossa non bastano. A mancare è stata la gestione dei momenti decisivi così come un pizzico di fortuna

(Photobrusca & Luckyvideo)

Il Lugano ritrova reti ed energia ma esce ancora a mani vuote

LUGANO – LOSANNA

4-5

(1-1, 2-2, 1-2)

Reti: 1

Note: Cornèr Arena, 4’702 spettatori
Arbitri: Lemelin, Arpagaus; Schlegel, Bichsel
Penalità: Lugano 4×2, Losanna 4×2

Assenti: Jakob Lee (sovrannumero), Jiri SekacRasmus KupariMarco Zanetti (infortunati)

LUGANO – Si chiedeva di tornare a lottare, ed è stato fatto, si chiedeva di finalmente trovare la via per segnare, ed è stato fatto anche questo, infine si chiedeva a qualche straniero di elevare il suo livello ed in parte è arrivato anche questo. L’unica cosa che non è arrivata in casa Lugano contro il Losanna è la vittoria, e questo fa piuttosto male alla luce della prestazione in gran crescendo disputata dai bianconeri.

Uscire a mani vuote dopo aver segnato quattro reti ai biancorossi ed essere stati in vantaggio 3-1 a metà incontro dopo uno sforzo notevole di squadra è parecchio frustrante, perché stavolta a far difetto alla squadra di Tomas Mitell è stata la gestione di quei vantaggi, che andavano messi in cassaforte invece di scialacquarli contro un gruppo che può anche andare in difficoltà come nel terzo periodo ma poi sa sfruttare ogni errore dell’avversario.

E in più la prestazione di venerdì sera brucia perché la mente va a quella serataccia contro il Berna, quando con una performance del genere probabilmente si sarebbe parlato di altro, ma con i se e con i ma non si va mai da nessuna parte.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Se però si chiedeva un netto cambio di passo al Lugano dopo quella scialba serata, alla fine il pubblico ha saputo applaudire una squadra che ha lottato fino alla fine, che da metà incontro via ha messo sul ghiaccio una prestazione convincente e che nel terzo periodo ha pure messo sotto un Losanna che senza quegli errori di gestione dello slot in fase difensiva dei bianconeri non stava cavando un ragno da buco, stavolta per merito dei padroni di casa.

E dire che dopo i primi dieci minuti di partita le cose non promettevano bene, Czarnik e compagni sono scesi sul ghiaccio della Cornèr Arena con il piede già pesante sul gas e in quanto a ritmo e continuità di gioco hanno mostrato qual è la differenza di livello che esiste tra squadre come il Lugano in ricostruzione e da metà classifica in giù e le favorite del campionato che viaggiano a memoria da anni.

Questo però non impedisce il fatto che si possa fare risultato anche contro un avversario di tale valore, perché con la prestazione giusta e i dettagli che vanno dalla propria parte anche le squadre più forti possono essere battute, e di fatti il Lugano ha fatto vedere che con un gioco più convinto da parte di tutti e la ricerca finalmente di vie più centrali per le azioni offensive si può arrivare a cercare il risultato.

Dall’altra parte però la lunga ricerca degli equilibri da parte della squadra di Mitell ha sbilanciato una fase difensiva che ha faticato di più e ha incassato almeno due reti evitabilissime – oltre a una su un intervento difettoso di Schlegel, ma questo non macchia la sua bella prestazione complessiva – e questo punta il dito sulla gestione dei momenti che non è ancora matura come quella delle squadre più rodate e più furbe tatticamente.

(Photobrusca & Luckyvideo)

E questo è un peccato perché in una serata come questa, dove si è visto anche un ottimo hockey giocato dai bianconeri e c’è stata anche un pizzico di sfortuna come con quella traversa clamorosa di Perlini nel finale (finalmente apprezzabile anche il numero 96 per attitudine), l’autogol di Müller (il quale invece timbra una brutta serata a livello individuale) e qualche rimbalzo andato a vuota davanti a Hughes, ma che nel complesso andava gestita con più calma e maturità nei momenti decisivi e subito dopo i gol che hanno dato il vantaggio.

Sono zero punti alla fine, e questo conta. Però, c’è un però che forse sta cominciando a dare ragione alle parole di grande calma predicata da Tomas Mitell, quelle di un Lugano che deve crescere mattone dopo mattone e passo dopo passo. Quello visto per una quarantina di minuti contro il Losanna è stato il miglior Lugano della stagione sia sul piano della personalità che finalmente su quello della convinzione nelle sortite offensive dopo la trasferta di Zurigo di qualche settimana fa e rimette in carreggiata una squadra che sembrava mezza deragliata contro il Berna.

Si spera che Thürkauf e compagni possano ripartire dalla rabbia di questa sconfitta e dalla prestazione collettiva, con la fiducia di aver finalmente trovato un numero tangibile di reti e con qualche giocatore rinfrancato, su tutti un Sgarbossa che di quella doppietta aveva bisogno come l’aria. E il prossimo passo dovrà essere quello di rendere prestazioni del genere redditizie anche sul piano contabile.


IL PROTAGONISTA

Giovanni Morini: Il numero 23 ha guidato un ottimo quarto blocco che contro il Losanna ha svolto una grande lavoro non solo di contenimento ma che si è anche reso pericoloso a più riprese in fase offensiva, andando anche in gol con Aleksi Peltonen proprio su lavoro di Morini. La grande energia messa sul ghiaccio con il finnico e il motorino Tanner è stata all’origine di diverse difficoltà incontrate dagli ospiti.


HIGHLIGHTS

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