LUGANO – BERNA
3-1
(1-0, 1-1, 1-0)
Reti: 13’41 Fazzini 1-0, 22’41 J. Gerber (Moser, Scherwey) 1-1, 26’16 Bertaggia (Riva, Thürkauf) 2-1, 58’30 Walker 3-1
Note: Cornèr Arena, 5’206 spettatori. Arbitri Wiegand, Hungerbühler; Progin, Duarte
Penalità: Lugano 7×2′ + 1×10′, Berna 4×2′
Assenti: Timo Haussener, Daniel Carr, Romain Loeffel, Troy Josephs (infortunati), Davide Fadani (Rockets), Evan Tschumi (squalificato)
LUGANO – Ci è voluto un Lugano quasi “d’altri tempi” per avere la meglio su un Berna in piena fase di ristrutturazione ma sempre avversario coriaceo e combattivo. Per terminare al meglio il weekend dopo la sconfitta di Zurigo il Lugano aveva bisogno forse di un avversario del genere per tornare a riprendere il passo lasciato, con una partita fatta di lavoro, sudore e ben pochi fronzoli, per arrivare alla sostanza importante dei tre punti.
Non si creda che fosse un lavoro semplice (ammesso che di lavori semplici in National League ne esistano ancora, vedendo certi risultati recenti), ma forse la vittoria di carattere e di continuità per questo Lugano era un’esigenza da accontentare a qualsiasi costo per Chris McSorley, che di fatto ha rinunciato al quarto blocco per gran parte dell’incontro – formato da Chiquet, Cortiana e Vedova – per tenere comunque un ritmo alto costante dato che era l’ultimo impegno del fine settimana e poteva permettersi di spremere un po’ di più i suoi ragazzi.
La partita di fatto l’hanno prodotta soprattutto i due top-six in pista, con quello del Lugano a comandare di più il gioco e con il peso aggiuntivo di Walker in prima linea al posto di Stoffel e il sempre pericoloso Conacher sull’altro lato, con il topscorer bernese a confermarsi il trascinatore degli orsi.
Dopo un buon primo tempo da parte dei bianconeri, culminato con la rete di Fazzini, la partita si è un po’ più equilibrata sul piano del gioco, anche se il Lugano dalle parti di Manzato si è fatto vivo con maggior profondità rispetto a un Berna che ha vissuto soprattutto su un paio di mischie e scambi laterali sui power play avuti a disposizione.
In questi frangenti è emerso Fatton, alla sua seconda partenza da titolare in stagione, che dopo una piccola incertezza sul pareggio ospite, ha sfoderato diversi interventi importanti, aumentando la sicurezza di una difesa che ha perso Müller per dieci minuti disciplinari e mostrando grande reattività nelle sue parate, soprattutto sugli spostamenti laterali. Il giovane portiere bianconero è andato avanti fino alla fine dell’incontro senza più mostrare alcuna sbavatura, risultando decisivo in almeno altri due interventi.
C’è da dire che il tentativo di risalita del Berna dopo il vantaggio ritrovato da Bertaggia – secondo game winning goal in tre partite – è stata sì di un discreto spessore, ma si è quasi sempre affidata, e di più con il passare del tempo, alle soluzioni personali e anche un po’ confuse, fino all’errore finale di Kast che ha consegnato a Walker il disco della sicurezza.
Il Lugano da par suo non ha giocato la miglior partita della stagione sul piano prettamente qualitativo, ancora una volta si è notato che la mancanza di due stranieri si sta facendo di partita in partita più pesante, e allora McSorley ha messo la contesa sulle sue vecchie basi: ritmo, ingaggio fisico e limitazione massima dei tocchi non necessari.
Il riassetto parziale dei blocchi ha anche dato altro ritmo fisico alla prima linea offensiva, con Walker a prendersi carico del forecheck più profondo a servizio di Fazzini e Arcobello. E questo ha sicuramente avuto il suo effetto quando il top six bianconero si è trovato di fronte quello avversario, produttivo di gioco attorno alla linea blu ma spesso mandato ai campi proprio grazie a quella pressione partita già nel terzo offensivo.
Un’impronta del coach canadese – o anche semplicemente dei giocatori che si ritrova – che spicca sempre più è anche quella del carattere “protettivo” dei giocatori nei confronti dei compagni, con i vari Müller, Thürkauf o Morini che non si fanno scrupolo alcuno nell’alzare il livello di guardia e marcare il territorio in caso di provocazioni o colpi oltre il limite.
Sembrerà poco, ma anche questo aspetto è saltato all’occhio come sia praticamente nuovo nel Lugano, abituato troppo spesso alla resa facile e alla “timidezza” negli scontri fisici. E se anche McSorley negli anni si è evoluto, di sicuro saprà ben apprezzare anche una vittoria in stile “lumberjack” come quella del suo Lugano.
IL PROTAGONISTA
Thibault Fatton:Per la seconda volta da titolare, il portiere bianconero non ha deluso le aspettative, meritandosi l’ovazione del pubblico a partita terminata. Il 19enne ha mostrato ancora il suo stile pulito e preciso, distinguendosi soprattutto nel secondo periodo con un paio di interventi di grande difficoltà. Stupisce per la calma e la sicurezza, ma soprattutto per l’efficacia complessiva, non è da tutti i nemmeno ventenni portare a termine partite di National League in maniera tanto sciolta.
GALLERIA FOTOGRAFICA
(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)