LUGANO – RAPPERSWIL
6-3
(1-2, 2-0, 3-1)
Reti: 4’35 Connolly (Mirco Müller, Alatalo) 1-0, 11’10 Wick 1-1, 13’45 Moy (Forrer, Maier) 1-2, 37’56 Arcobello (Marco Müller, Alatalo) 2-2, 38’28 Connolly (Marco Müller, Bennett) 3-2, 40’35 Arcobello (Granlund, Bennett) 4-2, 47’20 Granlund (Arcobello, Zanetti) 5-2, 50’02 Granlund (Arcobello, Zanetti) 6-2, 57’12 Wick (Forrer) 6-3
Note: Cornèr Arena, 5’160 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Dipietro; Kehrli, Stalder
Penalità: Lugano 2×2′, Rapperswil 5×2′
Assenti: Calle Andersson, Raphael Herburger, Daniel Carr, Julian Walker, Stephane Patry, Troy Josephs (infortunati), Thibault Fatton, Jari Näser, Alessandro Villa, Davide Fadani (Rockets), Riccardo Werder (squalificato)
LUGANO – Chiamatelo bipolarismo, montagne russe o sindrome da Dottor Jekill e Mr. Hyde, sta di fatto che il Lugano continua con il suo percorso a singhiozzo, quello che si era paventato dopo l’arrivo di Luca Gianinazzi in panchina. Come avevano risposto alla sconfitta con il Langnau rifilando sei reti allo Zugo, i bianconeri hanno fatto lo stesso con il Rapperswil dopo la sconfitta con l’Ajoie, mandando a casa i Lakers dopo una seconda metà di partita in crescendo.
Però tra la partita giocata contro i campioni svizzeri e quella che ha visto i Lakers ospiti alla Cornèr Arena c’è in fondo ancora una sostanziale differenza. Il 6-1 contro i campioni svizzeri che aveva strappato applausi al pubblico era stato frutto di una partita giocata in maniera eccellente sotto tanti punti di vista da parte del Lugano contro uno Zugo un po’ spento, mentre quella di sabato sera è arrivata nella sofferenza, in una partita dal ritmo blando contro un avversario che era reduce da otto vittorie nelle precedenti dieci sfide.
La forza del Lugano in questo caso è stata quella di trovare la famosa resilienza (parola che va anche molto di moda attualmente) che li ha fatti risollevare in parte dalla sconfitta nel Giura, ma che soprattutto gli ha permesso di trovare quei guizzi risultati decisivi nella seconda metà della partita.
Dopo una buona partenza infatti il Lugano sembrava avviato ad un’altra serataccia guidata dagli episodi negativi dai quali i bianconeri faticano a riprendersi, dopo il pareggio in shorthand di Wick in seguito al pasticcio di Granlund e la sfortunata autorete di Riva per il provvisorio 1-2. Da quei momenti il Lugano ha giocato un po’ col fuoco, restando in partita anche per un paio di interventi di Koskinen ma anche grazie a un Rapperswil che ha voluto speculare sull’esiguo vantaggio.
Poi, improvvisamente qualcosa è cambiato, quando Arcobello in un insistente power play ha insaccato il pareggio e la sua prima rete stagionale, si è capito che forse qualcosa di buono il Lugano da una partita così piatta e strana avrebbe potuto cavarlo. La conferma è arrivata con un secondo guizzo di Connolly – rete da sdraiato dopo una serpentina – e il primo vantaggio bianconero ha tolto un bel peso dalle spalle di molti.
Ma soprattutto è stato Arcobello il maggior beneficiario di quei due episodi, improvvisamente il capitano bianconero ha cominciato a giocare con tutta un’altra fiducia e fluidità, e a partire dai primi momenti dell’ultimo periodo ha preso finalmente per mano la squadra. Dapprima ha segnato il 4-2 che si è poi rivelato il game winning gol su assist al bacio di Granlund, poi ha servito di persona due assist di classe per lo stesso finlandese, anche lui molto più slegato sulle giocate del compagno.
E se una sera prima qualche episodio era girato a sfavore dei bianconeri – ma anche poco prima, come raccontato – stavolta la squadra di Gianinazzi si è presa la partita quando il Rapperswil ha tentato finalmente l’assalto per cercare di rientrare in partita, spaccando sul nascere i tentativi ospiti con le tre reti decisive.
I bianconeri nel finale, nonostante il risultato permettesse di gestire bene l’incontro, hanno ancora sofferto la circolazione del disco del Rapperswil bruciando diverse energie, ma lo sforzo profuso con tutta la squadra a difesa del risultato ha perlomeno restituito quel Lugano che deve lottare per guadagnarsi ogni punto.
Questa partita è stata l’esempio perfetto di cosa può fare una mente libera, la fiducia nei propri mezzi, prendendo proprio come esempio la trasformazione avuta da Arcobello dopo la sua prima rete stagionale. Il Lugano ha bisogno come il pane del suo capitano, ma soprattutto deve seguirne l’esempio per riuscire a trovare quella leggerezza che gli permetterà di smettere di subire in maniera pesante ogni episodio sfavorevole. Perché la fortuna va anche cercata e non solo rimpianta.
IL PROTAGONISTA
Mark Arcobello: Fino al 35′ abbiamo visto l’Arcobello di questa prima parte di stagione, abulico, impreciso e privo di mordente. Poi, all’improvviso, dopo la sua prima rete, il numero 36 ha distribuito più colpi di classe in un solo tempo di gioco che in tutte le partite giocate finora in questa stagione, trascinando con sé di conseguenza anche i compagni nel suo finalmente momento positivo..