BIENNE – LUGANO
0-3
(0-1, 0-1, 0-1)
Reti: 17’32 Bennett (Granlund, Alatalo) 0-1, 32’54 Riva (Thürkauf, Connolly) 0-2, 57’50 Fazzini (Wolf) 0-3
Note: Tissot Arena, 5’301 spettatori
Arbitri: Lemelin, Tscherrig; Burgy, Stalder
Penalità: Bienne 6×2′ + 1×20′, Lugano 8×2′
Assenti: Troy Josephs (sovrannumero), Marco Müller, Calle Andersson, Daniel Carr, Julian Walker, Giovanni Morini (infortunati), Davide Fadani, Nicolò Ugazzi, Jari Näser, Riccardo Werder, Thibault Fatton (Rockets)
BIENNE – Dalle parole, dure e amare, di venerdì sera ai fatti per una volta. Il Lugano ha avuto poco tempo per rimuginare sulla pessima serata passata contro il Kloten e forse è stato meglio così, per ritrovare almeno l’essenzialità di un gioco basilare e una discreta compattezza del gruppo.
Perso anche Marco Müller dopo il match contro gli aviatori, McSorley ha messo assieme un line up incerottato, con il giovane Gianluca Cortiana quarto centro e Marco Zanetti come tredicesimo attaccante, riportando tra i pali Koskinen e lasciando fuori come straniero in sovrannumero Josephs.
Proprio il portiere finlandese è stato alla base del successo bianconero in quel di Bienne, capace di riproporre una prestazione “monstre” dopo aver già brillato nel derby della Gottardo Arena, portando i compagni verso la vittoria parata dopo parata. Non ha avuto un lavoro estremamente eccessivo il gigante finnico, ma sui tentativi regolari dei seeländer si è distinto per sicurezza e dominio della sua zona, regalando anche più fiducia ai difensori davanti a lui.
Dopo gli sfracelli visti contro il Kloten la difesa bianconera ha badato praticamente al sodo, puntando sul recupero rapido del disco e all’uscita dal terzo in qualunque maniera, riuscendo però a pungere in contropiede pur senza proporre trame di gioco particolarmente studiate.
Ovviamente, vista la situazione, McSorley si è appoggiato su quelle poche certezze che poteva trovare ed è stato perlomeno ripagato con una prestazione più convinta del Lugano, e sul piano dell’unità di gruppo una vittoria del genere può risultare importante, a patto che non si riveli di nuovo lo stesso cerotto già applicato con la vittoria contro l’Ambrì Piotta.
Il Lugano non ha incantato – eufemismo – ma in un momento molto difficile è stato capace di prendersi una vittoria su una delle piste storicamente più sofferte nel passato recente ed ora dovrà dimostrare un vero cambio di rotta, per non lasciare che la situazione venga solo trascinata per poco dagli eventi.
Sul fronte bianconero infatti in questo periodo c’è poco da salvare anche sul piano delle individualità, ma sperando che il gol (seppure a porta vuota) aiuti Fazzini a sbloccarsi, oggi serve tutto un altro Arcobello, con sempre un Kaski atteso al lancio dei primi impulsi.
Il capitano si è creato qualche occasione ma è ancora troppo poco incisivo per risultare determinante, quando di determinante sul piano individuale oggi il Lugano ha veramente pochi giocatori, tra i quali Thürkauf, Bennett e il portiere finlandese.
Per ora, con tutti i meriti del caso, tutto questo è bastato a prendersi una vittoria importante sotto ogni aspetto, ma per dimostrare che la strada imboccata possa essere quella giusta ci vorranno moltri altri segnali. Le vicissitudini e le inquietudini degli scorsi giorni e settimane non vengono cancellate o risolte in una sera, il derby lo aveva già confermato.
Intanto evviva Koskinen, evviva i tre punti.
IL PROTAGONISTA
Mikko Koskinen: Dopo la prestazione fondamentale nel derby il portiere finlandese ha strappato un altro grande successo in trasferta sfoderando interventi risultati decisivi ai fini della vittoria bianconera. La sua stazza e il senso della posizione hanno fatto ammattire Rajala e compagni, nel contempo ha regalato molta sicurezza ai difensori davanti a lui.