
LUGANO – RAPPERSWIL
3-0
(1-0, 2-0, 0-0)

Reti: 12’15 Perlini (Aebischer, Sekac) 1-0, 30’04 Dahlström (Fazzini, Canonica) 2-0, 33’06 Sekac (Perlini, Jesper Peltonen) 3-0
Note: Cornèr Arena, 5’495 spettatori
Arbitri: Ströbel, Hungerbühler; Stalder, Francey
Penalità: Lugano 2×2, Rapperswil 2×2
Assenti: Nick Meile (sovrannumero), Rasmus Kupari, Mike Sgarbossa, Alessio Bertaggia (infortunati)
LUGANO – Alla terza sirena, negli spazi attorno alle tribune della Cornèr Arena, i commenti sono più o meno dello stesso tenore: “Questa non può essere la stessa squadra della scorsa stagione”.
Ed è difficile pensarlo sul serio, nonostante una certa rivoluzione ci sia stata nell’ultima estate, ma quanto il Lugano ha mostrato sabato sera contro il Rapperswil, per solidità, compattezza di squadra, continuità di gioco e pure spettacolo non lo si vedeva da tempo, probabilmente nella misura di anni senza voler esagerare.
Quella andata in scena contro i Lakers è stata una partita con ritmo e intensità anche da playoff per una sua buona parte, di alto livello tecnico e atletico, merito non solo dei bianconeri ma anche degli stessi sangallesi, i quali hanno dimostrato di occupare la posizione di classifica attuale non a caso ma per grandi meriti propri.

(Photobrusca & Luckyvideo)
E chi quindi voleva una quarta risposta da parte della squadra di Tomas Mitell dopo le scorse tre vittorie consecutive contro squadre in difficoltà, stavolta ha avuto come prova definitiva una performance che ha fatto spellare le mani al pubblico della pista luganese come non accadeva da tantissimo tempo, soprattutto per una partita di regular season ancora autunnale.
È il risultato di un lavoro soprattutto mentale da parte dello staff tecnico, perché se una squadra può cambiare in questa maniera repentina è solo grazie alla testa dei giocatori e al loro pensiero di squadra, l’individuo che influenza il gruppo. Può avvenire in maniera negativa come un anno fa, può avvenire in maniera positiva come sta accadendo adesso, ma è un lavoro assai più difficile riuscire a ribaltare lo stato d’animo di venti e rotti giocatori in pochi mesi, quindi a Tomas Mitell e il suo staff vanno dati i meriti che si sono guadagnati.
Certo, poi sarà altrettanto un lavoro impegnativo tenere la squadra in tensione e con i piedi per terra, perché come rapidamente si può volare, altrettanto repentinamente si può cadere al suolo. Perché una prestazione di tale completezza messa in pista contro un avversario molto preparato e competitivo, la quarta vittoria filata, può effettivamente portarsi dietro quel pericolo, ma come il Lugano si è comportato in partita, si confida che possa farlo anche sul lungo periodo.

(Photobrusca & Luckyvideo)
E in questa partita Thürkauf e compagni si sono comportati come meglio non avrebbero potuto fare, tenendo il ritmo alto imposto dai Lakers nel primo tempo e sfruttandolo a proprio favore per indurre gli avversari all’errore, spingendo i portatori del disco ospiti fuori dai loro riferimenti e recuperando dischi utili già nel terzo offensivo, ad immagine del primo gol bianconero.
Sekac, di nuovo in formato lusso, ha praticamente devastato tutto lo slot prima di ripulire il disco e dare il via alla triangolazione che ha portato al gol di Perlini – ottima prestazione la sua, aldilà della rete – e in altre occasioni la velocità dei pattinatori di casa ha di nuovo fatto la differenza sul forecheck, con il risultato che ogni chiusura difensiva ha portato a una ripartenza immediata verso la zona offensiva in maniera continua e costante.
Subita la seconda rete ad opera di Dahlström (!), la squadra diretta da Johan Lundskog si è vista costretta ad aprirsi, ma con la concentrazione difensiva del Lugano e la prontezza nelle ripartenze, Punnenovs ha visto arrivare su di sé continui attacchi in velocità e cambi di direzione, con il 3-0 dello stesso Sekac a tagliare fuori dai giochi i biancorossi e a contribuire allo spettacolo messo in atto.

(Photobrusca & Luckyvideo)
Di nuovo matura la gestione del risultato nel terzo periodo, grazie anche a un Van Pottelberghe sia ben protetto ma anche brillante di suo, capace di guadagnarsi un bello shutout e di rifarsi alla grande dopo le ultime uscite non molto incoraggianti.
Il Lugano continua a maturare, il gioco è sempre più corale e tutti i giocatori si sentono coinvolti al massimo nella partita, sintomo di grande fiducia nei propri mezzi dal primo all’ultimo della truppa, e intanto nelle quattro vittorie di fila la difesa bianconera ha subito la miseria di tre reti, il segnale migliore di tutti. Se la serata di sabato ha riconciliato il pubblico bianconero con l’hockey, quello vero, il compito dello staff tecnico ora sarà quello di far mantenere i piedi per terra a tutti in vista di un derby che può sempre rivelarsi una trappola.
IL PROTAGONISTA

Jiri Sekac: Devastante fisicamente, imprendibile sulla preparazione del primo gol e poi autore lui stesso del 3-0 che ha chiuso la partita, il ceco sta raggiungendo i livelli che solo a sprazzi aveva fatto intravvedere la scorsa stagione. La sua visione di gioco e la capacità di proteggere il disco si stanno rivelando delle armi utilissime che di colpo hanno risvegliato anche la vena di Brendan Perlini, formando una coppia con l’anglo-canadese che sul piano tecnico e fisico potrebbe avere un potenziale decisamente elevato.
HIGHLIGHTS



