BERNA – LUGANO
2-4
(1-0, 0-1, 1-3)
Note: PostFinance Arena, 17’031 spettatori. Arbitri Eichmann, Kurmann; Fluri, Kaderli
Penalità: Berna 1×2′ + 1×5′ + 1×20′ (Moser), Lugano 3×2′
BERNA – È nei momenti in cui certi giocatori di casa cominciano a giocare duro un po’ sopra le righe, nei minuti e secondi finali, lasciandosi andare a un po’ di frustrazione che si capisce quanto questo Lugano possa far male al Berna non solo in termini numerici, ma anche sul piano mentale.
Il break piazzato nella Postfinance Arena ha un significato che va aldilà delle mere cifre – comunque ciò che conta alla fine – ma si va ad insinuare anche tra le trame più fini di questa sfida ormai infinita, dato che il Lugano visto in pista contro gli Orsi è un Lugano ben diverso da quello battuto nella finale di un anno fa.
È un Lugano che dopo aver subito la prima rete dopo soli 35” ha fatto temere l’imbracata peggiore, perché un inizio del genere sul ghiaccio della Capitale non ha mai prodotto nulla di buono per nessuno.
Invece i bianconeri, pur guardando giocare i padroni di casa per i primi 20 minuti sull’onda di quella rete, hanno resistito cercando cambio dopo cambio di portare più intensità e gioco fisico, pattinando il più possibile per dare fastidio ai bernesi in qualunque frangente.
La forza della squadra di Ireland sta in questo, subire il contraccolpo per il minor tempo necessario e mantenere la concentrazione sul proprio obiettivo, cercando di trovare sempre più buchi tra gli schemi del Berna. Una squadra, quella bernese, anche questa diversa rispetto a quel treno in corsa che travolse tutto e tutti nei playoff 2016, è una squadra che vive di folate e gioco meno asfissiante, ma nel contempo permette all’avversario di giocare più profondo e di avvicinarsi di più al portiere con il portatore del disco.
Questa peculiarità è venuta a galla nel periodo centrale quando, a turno, i vari Fazzini, Zackrisson (partita splendida la sua), Bürgler e Vauclair si sono trovati faccia a faccia con Genoni, approfittando di qualche turn over innaturale da parte del Berna, con i vari Lasch e Blum non sempre impeccabili con il disco in zona difensiva.
Il Berna non ha certo smesso di giocare, ma trovare tutte quelle opportunità in una decina di minuti ha fatto crescere ancora di più la fiducia del Lugano, arrivato al pareggio con Fazzini e capace di trovare a due riprese il vantaggio nel terzo periodo, gestendo il finale con maturità e intelligenza, senza cadere nelle provocazioni di Scherwey e Rüfenacht, segno di una squadra superiore a quella vecchia anche e soprattutto sul piano mentale.
In questa serata non si possono nemmeno muovere critiche severe agli stranieri, a partire da un Zackrisson autore probabilmente della sua miglior prova stagionale (da rivedere la sua entrata nel terzo e l’assist per il game winning gol di Bürgler) e un Klasen “vivace” e capace di andare alle assi senza alcuna paura.
Nessuna paura da parte di Klasen, ma nemmeno da parte del resto della squadra, capace di nuovo di sacrificarsi nei momenti più caldi, sorretta da un Merzlikins ancora eccezionale e da un’unità di intenti e una fiducia nei propri mezzi che non si vedevano da tempo.
È “solo” Gara 1, è vero e confidiamo che coach Ireland e i suoi ragazzi sappiano tenere i piedi ben piantati a terra, ma intanto nessuno osa più fare un confronto tra questa serie e la finale della scorsa stagione, qualcosa è cambiato.
QUANTO GIOCANO I GRANDI: Il primo gol del Berna arrivato dopo soli 35” non faceva presagire nulla di buono, e negli occhi dei tifosi probabilmente veniva proiettato un film già visto in stagione alla Postfinance Arena.
Invece il Lugano ha mostrato che poco importa come si inizia una gara, quel che conta è come la si finisce. Il Lugano l’ha finita trovando le reti decisive nel terzo periodo, resistendo al primo pareggio di Untersander e andando a rispondere di nuovo, colpo su colpo, come ama ripetere coach Ireland.
La rete di Bürgler, per come è stata costruita, per il contesto e il momento in cui è caduta è una rete da “adulti”, che solo le squadre mature e sicurissime dei propri mezzi possono cercare. In fondo è la descrizione di questo Lugano, che promette al Berna una battaglia durissima.