LOSANNA – LUGANO
8-4
(2-1, 1-1, 5-2)
Reti: 8’59 Josephs (Thürkauf) 0-1, 13’46 Gernat (Miele, Fuchs) 1-1, 19’20 Gernat (Paré, Bozon) 2-1, 20’27 Genazzi (Paré, Miele) 3-1, 27’13 Carr (Thürkauf, Arcobello) 3-2, 40’31 Glauser (Riat, Sekac) 4-2, 41’24 Glauser (Miele, Sekac) 5-2, 43’12 Traber (Stoffel) 5-3, 49’35 Glauser (Paré) 6-3, 50’24 Herren (Guerra, Bertaggia) 6-4, 50’49 Glauser (Fuchs, Riat) 7-4, 53’07 Gernat (Baumgartner) 8-4
Note: Vaudoise Arena, 6’456 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Fluri; Fuchs, Wolf
Penalità: Losanna 4×2′ + 1×5′ + 1×20′, Lugano 9×2′ + 1×5′ + 1×10′ + 1×20′
Assenti: Niklas Schlegel, Davide Fadani, Raphael Herburger, Loic Vedova (infortunati), Leland Irving, Shane Prince, Mikkel Boedker (sovrannumero)
LOSANNA – Basterebbe il terzo periodo del Lugano per spiegare cosa non si dovrebbe fare in una partita di hockey. Penalità evitabili, difesa slegata, spazi di ghiaccio aperto nello slot e una generale predisposizione alla sufficienza, dai giocatori di movimento ai portieri.
Cinque reti subite in venti minuti, di cui due autoreti – sfortunate finché si vuole – che la dicono lunga sulla brutta disposizione dei ragazzi di McSorley in pista, concedendo addirittura a Andrea Glauser che, con tutto il rispetto, non è certo Roman Josi, di festeggiare un poker (caratterizzato però da due se non tre autoreti bianconere) nel giro di nove minuti.
Il Lugano non aveva iniziato male, si era gettato in una partita combattuta e intensa sul piano fisico con ottima attitudine, chiudendo i primi venti minuti sotto 2-1, ma dando l’impressione di poter recitare il ruolo di protagonista in una partita che per la griglia dei preplayoff valeva ancora parecchio.
Con Boedker escluso dai quattro stranieri titolari (con il ritorno in pista di Carr e la conferma di Abdelkader) i bianconeri parevano messi in pista abbastanza bene e sul ritmo intenso applicato dal Losanna sembravano in grado di reggere e di rispondere a una squadra che non sembra certo organizzata al meglio ma che sa sfruttare con le individualità un reparto offensivo di alto potenziale.
Difatti al Lugano è bastato mollare un solo attimo la presa per rendersene conto e cominciare a vedere Sekac e compagni seminare scompiglio nello slot, ma restando in partita sul 3-2 dopo due tempi i bianconeri si erano guadagnati la possibilità di giocarsela, a patto di limare gli errori difensivi, di tornare compatti e di eliminare le penalità.
Fatto? No, il contrario. Apertosi con l’immediata rete del 4-2 (come con il 3-1) il terzo periodo si è trasformato in un incubo per il Lugano, quando a ogni tiro sembrava che il disco potesse infilarsi in rete. Imploso in tutta la sua fragilità il Lugano si è aperto completamente, lasciando numerose iniziative libere al Losanna e in quel momento anche Fatton è sembrato crollare, tanto da provocare la sua sostituzione con il debuttante Markkanen, che alla fine ha dovuto raccogliere tre dischi in fondo al sacco fino al 8-4 finale.
Nel pallottoliere del terzo periodo non si è salvato nessuno e i bianconeri hanno ancora mostrato come la costanza non faccia ancora parte del loro DNA, cadendo di nuovo in quelle seratacce dove ogni tiro diventa potenzialmente letale. Anche per quanto riguarda la porta si è capito di nuovo che Fatton non è ancora in grado di reggere livelli alti per più di una manciata di partite di fila, e anche se la sconfitta passa solo in parte dalle sue mani, si capisce come Niklas Schlegel rimanga imprescindibile per questa squadra al momento.
Due parole infine su Justin Abdelkader, preferito questa volta a Mikkel Boedker. L’americano si è distinto per qualche scaramuccia e alcuni check, ma soprattutto nel primo tempo le ha combinate grosse. Prima con un errore che ha dato il via all’azione che ha costretto Tschumi al fallo di emergenza, e nello stesso box play si è reso protagonista di un cross check costato prima un 5 contro 3 per il Losanna e la successiva rete del 3-1. P ed il momento le prime partite dell’ex Zugo in maglia bianconera non lasciano molto di positivo da ricordare.
E intanto con questa sconfitta il treno dei playoff diretti sembra salutare in maniera definitiva. Ora che Arcobello e compagni reagiscano prima dei giochi che contano.
IL PROTAGONISTA
Martin Gernat: Un difensore assolutamente completo lo slovacco del Losanna, autore di una tripletta contro il malcapitato Lugano, giocandosi con Glauser la palma di protagonista (il cui poker però è caratterizzato da due autoreti e aldilà delle reti non ha giocato certo al livello del compagno) Pericolosissimo in power play, il losannese dimostra anche grande solidità a cinque contro cinque, determinando grande equilibrio per la squadra di John Fust.