LANGNAU – LUGANO
4-3
(0-2, 2-1, 1-0; 1-0)
Reti: 1’28 Sannitz (Loeffel) 0-1, 17’35 Suri (Fazzini, Klasen) 0-2, 21’32 Schilt (Pesonen) 1-2, 28’37 Maxwell (DiDomenico) 2-2, 38’22 Bertaggia (Jörg) 2-3, 53’17 Blaser (Pesonen) 3-3
Rigore: Pesonen
Note: Ilfishalle, 5’679 spettatori. Arbitri: Fluri, Schrader; Kaderli, Duarte
Penalità: Langnau 4×2′ + 1×10′, Lugano 6×2′
LANGNAU – A lungo andare, senza sfruttare le occasioni che si creano per gestire al meglio le partite, va a finire che ci si scotta. Il Lugano finora era stato molto bravo nel gestire anche le poche reti che regalavano uno stretto vantaggio, ma stavolta i bianconeri si sono fatti prendere la mano, facendosi sfuggire il proprio avversario.
Ed è soprattutto una questione mentale quella del saper tenere a sé al meglio i momenti caldi delle partite, per evitare che cambino repentinamente da un fronte all’altro. Ciò che è successo tra i Tigers e i bianconeri è stato sostanzialmente questo, le due squadre si sono passate di mano la partita a partire dall’1-2 di Schilt in entrata di secondo periodo.
Da quel momento la sfida è cambiata, il Lugano efficiente, disciplinato e quadrato – con un bravo Müller di nuovo in porta in trasferta – ha cominciato a perdere posizioni e automatismi contro la verve dei Tigers (che in alcuni frangenti si trasforma puntualmente in qualcosa di molto vicino all’invasamento) e sui rapidi cambi di linea dei padroni di casa i bianconeri sono andati in palla.
Tante penalità gratuite, falli di emergenza e ingenui, i ragazzi di Kapanen sono stati costretti a passare gran tempo in difesa e in boxplay, bruciando molte energie preziose e permettendo la rimonta dei bernesi, a quel punto logica.
Fatto sta che quel cinismo tanto mancato al Lugano improvvisamente si rifà vivo sulla paletta di Bertaggia che riesce ad insaccare il nuovo vantaggio in una posizione di dominio del Langnau. Alla fine è questo gol a permettere che il Lugano torni dall’Emmental con almeno un punto, dopo che il terzo tempo ha visto soprattutto i tigrotti cercare maggiormente la rete risolutiva, arrivata con un bel rigore dell’indiavolato Pesonen.
A conti fatti questa partita è stata quella gestita in maniera peggiore dal Lugano, tralasciando le prime due esibizioni stagionali, soprattutto per quel che riguarda il secondo periodo. I bianconeri non hanno saputo ripetere le partite giocate contro Ambrì Piotta e ZSC Lions, quando invece erano riusciti a mantenere la calma e a trasmetterla sul gioco, potendo controllare i ritmi e il gioco senza subire troppi sbalzi.
Le fiammate improvvise dei Tigers hanno messo a nudo qualche problema nel mantenere il ghiaccio ordinato da parte del Lugano, con gli indomiti DiDomenico e Maxwell in pista per 28 minuti a testa e protagonisti di diverse scorribande con il topscorer Pesonen.
Alla fine il punto del Lugano nel 4-3 finale suona come “giusto” guardando lo svolgersi dell’incontro, ma dopo quell’ottimo primo periodo portato in pausa sul 2-0 a proprio favore il Lugano avrebbe dovuto fare di meglio soprattutto in entrata di secondo tempo per evitare tutta quella fatica in contenimento e tutte quelle penalità.
In fondo però anche questo è un risultato utile e i bianconeri negli ultimi sette incontri non sono mai arrivati al 60’ senza avere la possibilità di incassare punti, un altro dei comunque diversi aspetti positivi di questo Lugano di inizio autunno.
IL PROTAGONISTA
Harri Pesonen: Utilizzato meno di alcuni suoi instancabili compagni (quasi 24 minuti non sono comunque pochi) il finlandese impressiona per la qualità delle sue giocate e il fuoco sacro che sa portare in pista.
Suo l’assist per il primo gol del Langnau ad opera di Schilt, suo il merito per aver portato via il disco all’avversario e connazionale Lajunen e servito poi a Blaser per il 3-3, suo l’unico rigore segnato e quindi decisivo. Serve altro?