LUGANO – ZSC LIONS
1-3
(0-1, 0-1, 1-1)
Reti: 11’08 Andrighetto 0-1, 29’51 Chris Baltisberger (Grant, Zehnder) 0-2, 46’26 Malgin 0-3, 49’31 Zanetti 1-3
Note: Cornèr Arena, 4’928 spettatori
Arbitri: Lemelin, Ströbel; Schlegel, Cattaneo
Penalità: Lugano 3×2, ZSC Lions 2×2
Assenti: Daniel Carr, Marco Müller, Lorenzo Canonica, Julian Walker, Stephane Patry (infortunati), Arno Snellman, Thibault Fatton (sovrannumero)
LUGANO – A fine partita i sentimenti dei tifosi si sovrappongono. L’amarezza di una seconda sconfitta consecutiva viene contrastata dalla prova di determinazione e “attributi” messa in pista dal Lugano e dal riconoscimento della forza di uno ZSC in formato quasi playoff, e poi c’è la rabbia per un nuovo infortunio, quello occorso a Markus Granlund durante il secondo periodo in uno scontro fortuito ma violento con Frödén.
In queste condizioni, già privo di Daniel Carr e degli altri infortunati di lungo corso, i bianconeri se la sono giocata, anzi hanno voluto giocarsela fino in fondo, ma i mezzi a disposizione per contrastare la macchina di Marc Crawford hanno cominciato di nuovo a farsi contati.
E i Lions, come già detto, non sono arrivati alla Cornèr Arena per regalare solo giocate di fino, ma hanno dimostrato di essere anche una squadra che sa andare diretta, solida e concreta, con anche grandi mezzi fisici da piazzare nello slot. Insomma i bianconeri avrebbero dovuto giocare una partita quasi perfetta per venire a capo degli ospiti, e anche aldilà delle assenze, i ragazzi di Luca Gianinazzi perfetti non sono stati, nell’esecuzione delle azioni a rete o di qualche copertura nello slot, ma non possiamo certo dargli addosso nonostante tutto, la reazione sul piano di gruppo dopo Losanna c’è stata e la squadra si è mossa bene.
Hrubec infatti non è rimasto a guardare, il portiere ceco ha avuto i suoi bei momenti di lavoro anche se stavolta il Lugano ha fatto più fatica a crearsi il momento favorevole, ma le possibilità per andare a cercare il gol e cambiare la partita finché è rimasta sullo 0-2 c’erano tutte.
I Lions il grande dominio nel gioco lo hanno mostrato soprattutto con un power play impressionante per circolazione del disco e chiusura verso la porta del box bianconero, costretto ad indietreggiare costantemente, nonché in alcuni cambi del secondo periodo con il Lugano lontano dalla propria panchina, cercando soprattutto di aggirare lo slot con i movimenti di Malgin e Andrighetto.
Con Cormier in prima linea al posto di Carr e Wolf a sorpresa ala del quarto blocco, i padroni di casa la rete l’avrebbero anche trovata in un momento molto importante, ma l’urlo di LaLeggia è stato ricacciato in gola dalla prova video che diceva di un offside, e quell’instante in cui tutto sembrava poter cambiare si è inclinato di nuovo a favore dei Lions, con lo 0-3 di Malgin arrivato soli 44 secondi dopo il possibile 1-2.
Inutile infine il gol dell’1-3 di Zanetti, anche se nei secondi a ridosso della terza sirena il Lugano è andato un paio di volte vicino alla rete – asta di Joly a 1’15 dal termine – e in generale la risposta dei bianconeri è stata generosa nel giro di difficoltà in cui si sono trovati.
Onore e merito a una squadra come quella zurighese, lode anche alla generosità del Lugano, ed in fondo tenendo conto di qualche tiro da distanza ravvicinata che sarebbe potuto partire meglio o della marcatura mancata su Grant e Baltisberger nello slot sul gol dello 0-2 (comunque due fuoriclasse assoluti dell’esercizio in questione) risulta difficile puntare il dito su qualche momento gestito male dal Lugano o nel quale ha profondamente demeritato.
La sensazione generale è stata proprio che più di così la squadra di Luca Gianinazzi non potesse fare, e senza voler comunque dare la responsabilità della sconfitta al quartetto arbitrale, giocare in un contesto così male arbitrato come quello di venerdì sera – con alcune decisioni che hanno anche giustamente fatto infuriare i tifosi di casa – risulta pure difficile trovare una certa continuità nel gioco o una comprensione della linea che gli zebrati intendono adottare.
Per il Lugano quella con i Lions è stata una sconfitta che ha messo in mostra le differenze tra le due squadre, oltretutto con quella bianconera alle prese con pesanti assenze, ma l’essere usciti a mani vuote non deve fare abbattere Thürkauf e compagni, perché la determinazione mostrata è quella giusta per tornare a sorridere, nonostante tutto.
IL PROTAGONISTA
Derek Grant: Arrivato sulle sponde della Limmat senza troppo clamore in una squadra di stelle, il canadese si è ritagliato un ruolo importantissimo nello scacchiere di Crawford, mostrando qualità che forse mancavano in una squadra zeppa di talento. Le sue movenze nello slot, la forza fisica e anche qualche colpo insospettabile ne fanno un giocatore preziosissimo, capace di esaltare le capacità dei compagni di squadra grazie a un lavoro instancabile e intelligente, come mostrato sul gol dello 0-2 contro il Lugano.