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Il Lugano non vuole arrendersi e forza Gara 7 al Friborgo

I bianconeri disputano la loro miglior partita della serie, contenendo con personalità il Friborgo e i suoi leader. Giovedì andrà in scena l’atto decisivo

Il Lugano non vuole arrendersi e forza Gara 7 al Friborgo

LUGANO – FRIBORGO

4-2

(1-0, 2-2, 1-0)

Reti: 7’44 Joly (Thürkauf, Carr) 1-0, 22’13 Diaz (Walser) 1-1, 24’29 Alatalo (Carr, Arcobello) 2-1, 25’36 Patry (Zanetti) 3-1, 31’04 Mottet (Wallmark, Sörensen) 3-2, 59’43 Kempe (Thürkauf) 4-2

Note: Cornèr Arena, 5’918 spettatori
Arbitri: Stricker, Kohlmüller; Cattaneo, Gnemmi
Penalità: Lugano 2×2 + 1×10, Friborgo 2×2 + 1×5 + 1×20

Assenti: Julian WalkerMarkus GranlundGiovanni MoriniJohn Quenneville (infortunati), Joey LaLeggiaArno SnellmanRoberts CjunskisAlessandro VillaJoel MesserliJeremi GerberLeandro HausheerMaxime MontandonMikko KoskinenArnaud MontandonAleksi Peltonen (sovrannumero)

LUGANO – “Do or Die”, diceva qualcuno, e il Lugano in questo limbo da dentro o fuori ci ha trascinato con la forza pure il Friborgo, costringendolo a una quantomeno incerta Gara 7 alla BCF Arena.

Una forza d’animo che i bianconeri hanno mostrato anche quando messi con le spalle al muro dalla sconfitta nella quinta sfida, denotando già nei minuti seguenti e nelle interviste una certa tranquillità, che non andava letta come spavalderia ma quanto sicurezza nei propri mezzi.

Una sicurezza che la squadra di Luca Gianinazzi ha mostrato in questa partita da dentro o fuori soprattutto dopo la rete d’apertura di Michael Joly in un powerplay da cinque minuti che ha rappresentato un primo spartiacque della partita, con la cacciata sotto la doccia di Jecker, autore dell’intervento incriminato proprio sul numero 88.

I padroni di casa, schierati con qualche modifica in attacco tra l’avanzamento di Kempe e lo spostamento di Ruotsalainen, hanno incamerato fiducia dopo il gol del canadese, presentandosi nel secondo periodo decisamente più in palla dei loro avversari. I bianconeri comunque non sono ancora guariti da quella mania di regalare troppi spazi al Gottéron – o semplicemente i dragoni sono maestri del cinismo – e proprio sul momento migliore di Arcobello e compagni, ossia la reazione al pareggio con due reti ravvicinate per andare sul 3-1, il Friborgo ne ha approfittato per avvicinarsi di nuovo con il 3-2.

La bravura del Lugano però è stata quella di riprendere il filo del discorso con calma e pazienza, con anche una certa disciplina – un solo powerplay concesso al Gottéron – e quello che si è visto nel terzo periodo è stato il lato migliore di una squadra capace di gestire con personalità l’avversario e tenerlo fuori dallo slot, proteggendo molto meglio Schlegel rispetto a quanto fatto nel periodo centrale.

Il Friborgo ci ha provato a far partire le solite fiammate dalla zona neutra, ma con un Sörensen quasi invisibile e molti altri attori ben contenuti dalla difesa bianconera (sottolineando il grande lavoro di Mirco Müller, Tennyson e Guerra) la squadra di Dubé con il passare del tempo si è affidata alle soluzioni individuali, sintomo di chi sta perdendo la calma e le idee, con un DiDomenico impegnatissimo nel portare il disco nelle zone offensive ma poi mal supportato dai suoi compagni, merito del lavoro di squadra del Lugano e forse anche di un certo “braccino” che si è fatto largo tra i dragoni.

Sintomatico anche come il Lugano sia riuscito a contenere con una certa facilità l’assalto di due minuti in sei contro cinque degli ospiti, tenendoli sempre alla larga dallo slot e liberando il terzo in quattro occasioni prima di trovare il 4-2 definitivo di Kempe, andando ancora a fare un forecheck profondo quando mancavano venti secondi alla terza sirena.

La differenza tra le due squadre mercoledì sera l’ha fatta la personalità con la quale hanno affrontato questa sfida. Il Lugano, nonostante le spalle al muro e l’impossibilità all’errore ha giocato in crescendo con maturità e consapevolezza della propria forza e delle possibilità di andare avanti, il Friborgo piano piano si è mostrato timido e decisamente orfano dei suoi leader, con una prima linea quasi scomparsa dai radar per una grande fetta di partita, mentre Thürkauf (per fare un nome) al 59’40 era ancora impegnato in un forecheck a fondo pista valso la rete definitiva.

Come affronteranno le due squadre questa definitiva Gara 7? Il Friborgo avrà la pressione della favorita alla vigilia della serie e il peso di una partita alla BCF Arena il Lugano ha dimostrato di poterlo sopportare benissimo, i dragoni invece sanno di essere davanti a un bivio non solo stagionale ma anche della loro storia recente. Il Lugano non si nasconderà di certo, ma l’impressione è che a questa sfida decisiva ci arrivi con una certa calma e fiducia nei propri mezzi, dimostrando ancora una volta che nei momenti di tensione Fazzini e compagni sanno tirare fuori il meglio.

Di certezze non ve ne sono, se non che qualcuno stavolta andrà per forza in vacanza.


IL PROTAGONISTA

Mario Kempe: La scommessa fatta da coach Luca Gianinazzi, avanzato in seconda linea lo svedese ha tirato fuori una partita di grande sacrificio, ordine e pazienza dettata dalla sua grande esperienza. Premiato dal gol del 4-2 ottenuto a porta vuota, il centro 35enne si è mostrato molto di più sul piano della personalità e sembra anche sulla via di ritrovare il ritmo migliore proprio al momento giusto.


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HIGHLIGHTS


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