ZSC LIONS – LUGANO
6-2
(0-0, 2-0, 4-2)
Note: Hallenstadion, 9’815 spettatori. Arbitri Mollard, Stricker; Abegglen, Borga
Penalità: ZSC 5×2′, Lugano 7×2′
ZURIGO – Da una zurighese all’altra il passo è breve. Dopo aver vinto e convinto – come spesso succede alla Resega – contro il Kloten, il week end bianconero si è concluso all’Hallenstadion, a far visita allo ZSC Lions.
Autori di una bella ma dispendiosa prova la sera prima, visti soprattutto i prolungati periodi di inferiorità numerica, i bianconeri hanno visto un po’ di turn over tra le proprie fila, con i rientri di Maurer, Kuonen e Romanenghi per gli uscenti Sartori, Fazzini e Dal Pian. Per il resto formazione confermata in pari alla sfida precedente.
(© Berend Stettler)
Se da una zurighese all’altra il passo è breve, altrettanto veloce è passare da una vittoria da applausi a una sconfitta anche pesante – la prima in stagione con più di una rete di scarto – soprattutto se ci si presenta in casa dei Lions che la sera precedente erano rimasti a riposo.
Il Lugano ha comunque fatto gioco pari agli uomini di Crawford per almeno metà partita, pur se le migliori occasioni e un certo logico dominio territoriale facevano pendere la bilancia più a favore di Wick e compagni. Una buona prima metà di incontro, quella giocata dai bianconeri, che però ha avuto una brusca frenata proprio sul giro di boa, quando prima Schäppi e poi Baltisberger hanno portato lo score sul 2-0 nello spazio di 1’23”. Un brutto colpo per i bianconeri, che se da una parte hanno usufruito di spazi più ampi in contropiede, dall’altra hanno dovuto guardarsi da dei Lions più rilassati e sicuri di sé.
Con più velocità, un power play micidiale e con gambe più fresche, ai Lions sono poi bastate due penalità consecutive sul conto di Bertaggia e Pettersson per chiudere una prima volta l’incontro, portandosi sul 4-0 tra il 44’44” e il 45’53” grazie a Bärtschi e Shannon. La partita si è poi trascinata abbastanza tranquillamente sino al 50’, quando un sussulto di orgoglio e con le ultime energie rimaste, la premiata ditta svedese Pettersson–Klasen–Andersson ha regalato qualche speranza ai bianconeri.
(© Berend Stettler)
Dapprima Pettersson dopo un recupero di Klasen su uno sciagurato Smith e poi Andersson dalla blu, hanno dimezzato lo scarto, regalando almeno un mezzo sorriso ai bianconeri. Già, perché pochi istanti dopo i padroni di casa hanno affossato definitivamente le speranze di Pettersson e banda, andando a segno con un gran tiro di Ryan Keller e di nuovo con Shannon a porta sguarnita, con il Lugano a tentare l’assalto della disperazione in 6 contro 4.
Il Lugano fallisce così il consolidamento della seconda posizione in classifica, superato proprio dai Lions. Gli uomini di Fischer hanno retto finché hanno potuto, ma un po’ la superiorità oggettiva dei padroni di casa – assolutamente non imbattibili, ci mancherebbe – un power play in alcune fasi davvero inguardabile e un po’ la mancanza di freschezza degli ospiti hanno portato a questa sconfitta, pesante soprattutto per il risultato.
Il Lugano ha avuto gioco pari fino alle reti zurighesi, ma poi diversi errori individuali hanno spianato la strada allo scatenato Shannon e compagnia. Da salvare la prima mezzora, giocata con disciplina e coraggio, e il tentativo finale di risalita. Tra i singoli c’è da annoverare la prima rete in bianconero di Calle Andersson, che ha confermato le buone impressioni della vigilia, e un pacchetto stranieri – McLean a parte, anche sfortunato – che bene o male riesce sempre a metterci lo zampino.
(© Berend Stettler)
Nel mezzo alcune prestazioni sottotono, a partire da un Merzlikins distratto e meno reattivo rispetto alla sera precedente. L’apporto energico di Alessio Bertaggia rimane eccellente, anche se il numero 13 dovrebbe rivedere un po’ la foga e la voglia di strafare con cui entra sul ghiaccio, viste le due penalità – tre in due serate – guadagnatesi con un pizzico di ingenuità.
Insomma, aldilà della stanchezza, il Lugano deve lavorare sulla costanza di rendimento sul breve periodo, e cercare di far portare dai suoi ragazzi anche in trasferta – pur con tutte le differenze del caso – quell’aggressività e quel power play che tanto bene hanno abituato il pubblico della Resega. Ora sotto con la capolista Davos, per dimostrare che i paini alti della classifica, questo Lugano se li merita fino in fondo.