LOSANNA – LUGANO
2-3
(0-0, 0-1, 2-1; 0-1)
Reti: 28’21 Romanenghi 0-1, 40’15 Fazzini (McIntyre, Chorney) 0-2, 44’59 Herren (Genazzi, Frick) 1-2, 47’59 Grenier (Genazzi, Vermin) 2-2
Rigori: Loeffel
Note: Vaudoise Arena, 8’000 spettatori. Arbitri Salonen, Wiegand; Obwegeser, Schlegel
Penalità: Losanna 3×2′, Lugano 3×2′
LOSANNA – L’hockey, più di tanti altri sport, è fatto di dettagli, di millimetri e soprattutto si basa sugli errori. Chissà allora quanto sarebbe potuto pesare quel gol mancato in maniera che dire clamorosa è gentile da parte di Taylor Chorney nell’overtime se i bianconeri non si fossero imposti ai rigori.
Però per fortuna è anche uno sport che come tutti gli altri non guarda ai se e ai ma, e i fatti dicono che il Lugano è riuscito a strappare due punti pesanti, molto pesanti, sul ghiaccio della Vaudoise Arena. Certo, è vero che la contemporanea vittoria del Berna sullo Zugo ha permesso agli orsi di rosicchiare un punto sui bianconeri, ma questi non devono guardare cosa succede dietro di loro, Serge Pelletier li ha addestrati bene a guardare sempre e solo davanti a loro.
E il Lugano non si è fatto distrarre dalla vittoria nel derby contro l’Ambrì Piotta, riprendendo subito la sua marcia da gruppo solido e compatto, stavolta pure con la lieta novella del debutto stagionale di Giovanni Morini, trovando nel canton Vaud la sua prima vittoria ai rigori, arrivata dopo tre sconfitte in un esercizio che evidentemente va indigesto a Klasen e compagni.
In una partita molto chiusa, giocata prevalentemente attorno alla zona neutra, l’hanno fatta da padroni il gioco fisico e piuttosto allargato rispetto agli slot, come confermato anche dai pochi tiri di entrambe le squadre sull’arco dei 65 minuti di gioco.
Losanna più padrone territoriale, certo, ma il Lugano non si è tirato indietro nelle occasioni, create soprattutto portando il forecheck sugli avversari già dall’uscita di zona, esempio perfettamente dipinto dal gol d’apertura di Romanenghi, preceduto da un grande lavoro proprio di Morini che ha destabilizzato un avversario facendogli perdere il controllo del disco.
Andati sullo 0-2 con Fazzini (in rete per la seconda partita consecutiva) i bianconeri si sono forse tirati un po’ troppo indietro, sbilanciando il proprio baricentro in contemporanea alla logica spinta maggiore dei biancorossi, costretti alla rimonta nel terzo tempo. Una rimonta che purtroppo per i bianconeri si è concretizzata in pochi minuti, aiutata anche dalla sfortunata e rocambolesca autorete di Julien Vauclair.
Epilogo comunque positivo arrivato con il rigore di Loeffel, l’unico in grado di trasformare il suo – proprio l’ultimo della serie – dopo che già nell’overtime la partita sarebbe potuta pendere su entrambi i fronti. Con Niklas Schlegel erettosi a grande protagonista con diverse parate decisive e perfetto sui rigori tirati dalla squadra di Ville Peltonen.
Questo successo permette al Lugano di mantenere una velocità di crociera comunque alta (2,3 punti di media nelle ultime 10 partite) e nonostante una partita con poche luci da parte degli stranieri, in particolare di un Klasen sotto tono e un po’ “mangia dischi”, la compattezza del gruppo a disposizione di Pelletier viaggia verso il proprio obiettivo, che non è ancora raggiunto ma nemmeno è più così distante.
Molto interessante si fa quindi la sfida di sabato sera della Cornèr Arena contro il Ginevra, squadra che sta un po’ rientrando nei ranghi con un rendimento fortemente altalenante dopo un autunno-inverno eccezionale.
Vietati comunque i cali di tensione, ma ormai abbiamo imparato che i bianconeri stanno ottenendo questi risultati perché sanno concentrarsi unicamente sui loro compiti, da portare avanti sempre e comunque. Una squadra a cui ormai non fa più paura quasi nulla.
IL PROTAGONISTA
Niklas Schlegel: Chissà se a Berna a qualcuno sarà venuto in mente di guardare le prestazioni del 25enne, che da quando è sbarcato a Lugano ha messo assieme una partita convincente dietro l’altra.
Questione di gestioni, di sicurezze e di “coccole”, fatto sta che ancora una volta, dopo il derby vinto, Schlegel ha messo sul ghiaccio una grande prova. Non moltissimi gli interventi, ma diversi ad alto coefficiente di difficoltà, mostrando una sicurezza nei movimenti davvero invidiabile e risultando pure imbattibile nei rigori.