LUGANO – Dopo l’entrata in materia piuttosto timorosa di Rapperswil, il vero e proprio esame d’ammissione per Fischer e il suo Lugano era rappresentato dall’arrivo alla Resega dei campioni in carica del Berna. Fuori lo sfortunatissimo Murray, in molti si sarebbero aspettati l’esordio di Luca Fazzini, invece inaspettatamente, lo staff tecnico ha gettato subito nella mischia l’ex ginevrino Walker.
E se si dovessero parafrasare le parole di Fischer, che parlava della partita di Rapperswil come il primo giorno di scuola, in cui tutti erano impacciati e titubanti, si potrebbe descrivere la sfida col Berna come una prima interrogazione alla lavagna, superata egregiamente dagli allievi bianconeri.
Sin dalle prime battute, Metropolit e banda non hanno lasciato fiatare gli ospiti, aggredendoli con un assfissiante fore checking e un ritmo di pattinaggio e mobilità del disco che ha letteralmente disorientato gli orsi, messi in pista anche piuttosto male da Törmänen. A far esultare per la prima volta la Resega ci ha pensato McLean, quasi secondo logica grazie ad una doppia superiorità numerica causata dai falli di un Berna apparso vieppiù in difficoltà.
E il power play è stata l’arma con cui i bianconeri hanno annientato i campioni in carica, andando a segno con il super blocco di superiorità – composto da McLean, Metropolit, Domenichelli, Heikkinen e Campoli – altre tre volte nel periodo centrale, che , aldilà della rete segnata da Christoph Bertschy a metà partita, ha visto gli uomini di casa giostrare in maniera praticamente perfetta. Ritmo incessante, velocità di transizione, aggressività e nemmeno un momento di pausa in zona difensiva, tutto il contrario della partita precedente.
A sublimare l’ottimo momento bianconero sono cadute quindi le reti di Domenichelli e di nuovo di McLean. Importantissima la seconda rete del centro canadese, caduta a soli nove secondi dalla pausa e che ha praticamente dato la mazzata decisiva al morale degli ospiti, che per la verità non sono proprio riusciti a dare segni di particolare vitalità, essendo troppo occupati a cercare di tenere a bada i veloci attaccanti di casa.
Il terzo periodo è filato via senza particolari patemi d’animo per il Lugano, che ha controllato con autorità la contesa, riuscendo ad abbellire il risultato con Metropolit, neanche a dirlo di nuovo in superiorità numerica. Vero che il Berna ha schierato in porta la riserva Gigon, ma questo non toglie assolutamente nulla alla prestazione convincente dei padroni di casa.
L’importante battesimo casalingo del Lugano di Fischer è andato alla grande, come testimoniato dalla standing ovation finale tributato alla squadra bianconera. Ad impressionare particolarmente è stato il cambiamento nell’atteggiamento difensivo, dove non si è lasciato il minimo respiro e neanche il minimo spazio a Plüss e compagni, che di rado sono riusciti ad arrivare dalle parti di un Manzato comunque attento nelle poche occasioni in cui è stato chiamato all’appello.
Una bella novità è rappresentato dalla linea d’attacco tutta ticinese composta da Sannitz, Dal Pian e Simion, instancabili e intelligenti lavoratori. Premiato come migliore in pista, Domenichelli ha dato prova – semmai ce ne fosse bisogno – che è tornato forse non quello di un tempo, ma sicuramente il migliore che ci si potrebbe aspettare. Decisamente convincente Chris Campoli, già leader – o almeno uno di essi – di un reparto arretrato che ha in lui, Hirschi, Vauclair, Ulmer e Heikkinen degli interpreti di alto livello.
Un paragrafo a parte lo merita il nuovo arrivato Julian Walker. Schierato a sorpresa da Fischer, l’ex leventinese ha lasciato una grande impressione al pubblico della Resega, visibilmente soddisfatto di un giocatore che è sembrato già perfettamente integrato nel gioco luganese. Velocità, lavoro alle assi e grande senso della posizione hanno contraddistinto la partita del centro vicecampione del mondo, che come detto, ha convinto appieno la platea bianconera.
Applausi per un Lugano ancora in costruzione, ma che ha dato grandi segni di crescita, soprattutto per quel che riguarda la continuità, la concentrazione e la velocità messe in pista. Il gioco offensivo è risultato molto piacevole, segnale che parte delle idee di Fischer cominciano ad affiorare. Siamo solo alla seconda di campionato e assolutamente nulla è stato fatto, se non aver dato il segnale che qualcosa di bello sta nascendo. E allora speriamo che anche il pubblico torni a frequentare la Resega per ammirare questo ringiovanito e coraggioso Lugano.