BERNA – LUGANO
3-1
(0-0, 1-0, 2-1)
Reti: 37’29 Thomas (Untersander, Kahun) 1-0, 55’35 Neuenschwander (Thomas) 2-0, 56’01 Henauer (Conacher, Moser) 3-0, 56’16 Herburger (Nodari, Morini) 3-1
Note: PostFinance Arena, 13’966 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Salonen; Schlegel, Gnemmi
Penalità: Berna 1×2′ + 1×5′ + 1×20′, Lugano 4×2′
Assenti: Romain Loeffel, Daniel Carr, Niklas Schlegel, Samuel Guerra (infortunati), Evan Tschumi, Davide Fadani, Libor Hudacek (sovrannumero), Nicolò Ugazzi, Riccardo Werder, Jari Näser (Rockets)
BERNA – Sembra facile da dire, ma con degli attaccanti a regime anche solo normale il Lugano questa partita l’avrebbe vinta. Una banalità assoluta, ma anche lo specchio della prestazione dei bianconeri alla Postfinance Arena. E allora dove sta la differenza con le ultime uscite?
La differenza sta proprio lì, sulla concretezza offensiva, qualità che il Berna ha sfruttato meglio e colpendo due volte nei momenti di maggior spinta dei propri avversari. E, magra consolazione, è la differenza con diverse delle ultime sconfitte dei bianconeri, che contro Zugo e Zurigo in particolare, a parte alcuni momenti o fiammate, non aveva mai dato l’impressione di poter anche solo fare gioco pari all’avversario, mente contro gli orsi – che hanno pure i loro bei problemi – dal secondo tempo in avanti sono stati la squadra migliore.
Dal palo di Nodari (che va comunque nella categoria degli episodi) ai faccia a faccia con l’ottimo Wüthrich, sia in cinque contro cinque che in shorthand, ai due contro uno sempre con un uomo in meno, ai vari giri fatti nello slot costringendo il Berna a diversi icing, il Lugano aveva trovato le opportunità per indirizzare la partita come avrebbe voluto e dovuto.
Ma quando una squadra fa così fatica a segnare e gli attaccanti cominciano a cadere nel “vortice” dell’astinenza da gol, poi non è solo sfortuna o bravura del portiere, c’è anche quella mancanza di fiducia o paura di sbagliare che mette ancora più in evidenza certe difficoltà.
Emblematico un tre contro uno (e quell’uno era sdraiato sul ghiaccio) nato per un turn-over nello slot, con Herburger incapace di scegliere quale compagno dei due liberi servire e scegliere di tirare in porta da posizione defilata e impossibile. Paura di sbagliare? Indecisione per mancanza di fiducia? Forse entrambe e di sicuro il continuare a fare cilecca aumenta la frustrazione, con l’immagine del cane che si morde la coda.
Con Hudacek in tribuna e Irving in porta, la squadra bianconera ha messo fuori la testa appunto da quel secondo periodo dopo aver visto il portiere canadese protagonista nel primo tempo, e lo spunto offensivo ha fatto pensare che questa potesse essere finalmente la volta buona, con un Berna andato spesso in tilt con un buon forecheck, ma tra le difficoltà delle due squadre gli errori di transizione l’hanno fatta da protagonisti e lo “spettacolo” è stato piuttosto povero.
Questo in un certo senso non ha veramente favorito il Lugano, ma i bianconeri sono stati più bravi nel dare profondità al proprio gioco, anche se spesso si sono portati alle assi andando a finire nel nulla, e quando i bernesi dovevano difendere lo slot basso davanti a Wütrich sono andati più volte in difficoltà, permettendo al Lugano di mantenere il possesso della zona offensiva.
In tutto questo però ha colpito il Berna, con il gol di apertura di Thomas e il raddoppio di Neuenschwander, arrivati nei momenti di maggior sforzo offensivo del Lugano e il secondo su un errore di un esausto Thürkauf.
Diversi bianconeri, nonostante il buon sforzo, sono apparsi veramente a corto di energie e questo si è riflesso di nuovo anche nei momenti in cui era necessaria lucidità, in particolare su quel power play da 5’ che aveva messo fuori causa anche il topscorer di casa Kahun. Tanta fretta a volte, troppa indecisione nelle altre, poche idee e incapacità di gettarsi sui secondi dischi hanno impedito al Lugano di trovare la zampata decisiva, ma questo diverso tempo dopo aver già sprecato le occasioni migliori e arrivando in un finale di partita quasi inoffensivo e specchio di una squadra da “vorrei ma non posso.”
La pausa dedicata alla nazionale priverà il Lugano di diversi elementi che forse era meglio avere in gruppo, ma ad ogni modo arriva come una bombola di ossigeno per la squadra di McSorley. Per i bianconeri sarà fondamentale recuperare ogni forma di energia per ripartire e ritrovare la lucidità necessaria per tornare ad essere la squadra vista fino a qualche settimana fa e fermare l’emorragia di sconfitte.
E quale miglior stimolo dover ripartire dopo la pausa con un derby?
IL PROTAGONISTA
Philip Wüthrich:Ragazzo di talento ma anche di una calma e freddezza impressionanti, il portiere bernese ha spesso rubato la scena con le sue parate importanti contro Arcobello, Morini e Bertaggia, fermando il Lugano nei suoi momenti migliori e permettendo ai suoi compagni di colpire in un secondo momento.