LUGANO – Il momento è di quelli veramente delicati, in casa luganese. Uscire con zero punti dalla doppia sfida con il Friborgo ha “consolidato”, se mi si passa il termine, il penultimo posto in classifica, e non ha fatto altro che mettere sotto la luce i problemi fin qui già noti.
Nella rivincita casalinga, i bianconeri sono scesi in pista con poche novità rispetto alla trasferta in terra burgunda, e oltre alla nuova assenza di Jordy Murray, c’era perlomeno attesa nel vedere all’opera il nuovo straniero d’attacco, Jacob Micflikier, schierato nel primo blocco d’attacco assieme a Metropolit e Walker.
Occorre dire che la partita ha rispecchiato, per il suo sviluppo, quella della sera precedente, con un Lugano volenteroso e lottatore, ma sempre “monco” quando si è trattato di affondare i colpi. Il primo tempo, piacevole da seguire è terminato sul punteggio di 1-1 per effetto delle reti di Mauldin e Balmelli – ma guarda un po’, un altro giovanissimo – e ha evidenziato un Lugano più prudente, attento in fase difensiva, ma molto più arretrato in quella offensiva.
E questo cambio tattico lo si è notato paradossalmente di più nel secondo periodo, quando si è sviluppata una partita più equilibrata e il Lugano ha dovuto alzare il proprio baricentro, trovando sì più spunti offensivi, soprattutto con la linea di Dal Pian e il nuovo arrivato Micflikier, ma ha anche lasciato più scoperta la retrovia agli attacchi dei velocissimi giocatori di Kossmann.
A volte , va detto, sarebbe bastata un pizzico di fortuna in più per girare dalla propria parte una partita decisa da dettagli, ma come dice la famosa legge di Murphy: “Se qualcosa può andare storto, allora stai pur sicuro che lo farà”, e in questo periodo il Lugano, oltre a farsi del gran male da solo, non è certo aiutato dalla fortuna. Ancora una volta, un errore individuale, stavolta di Merzlikins (che non ci sentiamo assolutamente di mettere in croce) ha dato il vantaggio decisivo agli ospiti, ancora una volta in un terzo periodo in cui la partita poteva essere già decisa e ancora una volta non si è riusciti in un possibilissimo recupero.
I mali di questo Lugano in gran parte li abbiamo sotto gli occhi, soprattutto se per diverse partite a emergere e trascinare la squadra sono una linea di nemmeno 20enni. Pur con tutto il piacere che possa dare vedere giocare così bene i vari Dal Pian, Kostner o Balmelli, non si può rimanerne perplessi. Possibile che in momenti così difficili siano loro a dover portare la croce?
Il nuovo arrivato, Micflikier, ha fatto vedere di avere un ottimo potenziale – esplosivo, gran senso della posizione e veloce – ma non può essere da solo la cura per questo Lugano. Patrick Fischer ha avuto un duro sfogo davanti alle telecamere della RSI, e forse solo lui ha avuto finalmente il coraggio di dire qual è il problema che da anni si trascina nello spogliatoio e sul ghiaccio il Lugano.
Probabilmente Domenichelli non sarà l’unico a pagare dazio, e aspettiamoci altre grosse novità. Fischer – che ha il pubblico nettamente dalla sua parte, e forse finalmente anche la dirigenza – è disposto a prendere decisioni durissime e che comporterebbero sofferenze, sportive e o non, ma se lo fa nella sicurezza che è l’unica maniera per cambiare le cose, allora occorre, stavolta sul serio, lasciarlo lavorare con la famosa carta bianca in mano.