ZUGO – LUGANO
3-2
(3-1, 0-1, 0-0)
Reti: 2’09 Simion (Olofsson, Bengtsson) 1-0, 9’59 Künzle (Vozenilek, Kovar) 2-0, 11’51 Mirco Müller (Zohorna, Sekac) 2-1, 13’29 Martschini (Olofsson, Hansson) 3-1, 38’12 Joly (Carr) 3-2
Note: Bossard Arena, 7’053 spettatori
Arbitri: Ströbel, Fonselius; Humair, Francey
Penalità: Zugo 3×2, Lugano 3×2
Assenti: Calle Andersson, Cole Cormier sovrannumero), Calvin Thürkauf (squalificato), Giovanni Morini (infortunato)
ZUGO – Non è iniziato nel migliore dei modi il nuovo campionato per il Lugano, e non ci riferiamo semplicemente al fatto – che poi è la sostanza nuda e cruda – che ad imporsi sia stato lo Zugo per 3-2, ma anche e soprattutto a quanto mostrato dalla squadra bianconera sul ghiaccio della Svizzera centrale.
Due reti subite nei primi due powerplay regalati agli ospiti da Jiri Sekac e un terzo gol preso ingenuamente dopo aver dimezzato lo scarto ancora a metà della prima frazione non è stato un gran biglietto da visita per Arcobello e compagni. Nemmeno il secondo periodo ha parlato a favore della compagine di Gianinazzi, graziata più volte dagli errori in break di uno Zugo assolutamente battibile e per nulla impressionante, un secondo periodo in cui per moltissimi minuti non è successo nulla e la partita si è trasformata in un concentrato di errori sui due fronti e numerosissime interruzioni per i vari icing o offside in cui sono cadute le due squadre.
Privi del proprio capitano Calvin Thürkauf, i bianconeri sono scesi in pista con una formazione forzatamente rimaneggiata, con Marco Müller al centro di Carr e Joly e Arcobello a fare da perno a Zanetti e Patry. Questo ha fatto capire l’importanza non solo del MVP della scorsa stagione, ma come il Lugano sia piuttosto corto nel bottom six, costringendo lo staff ad apportare modifiche importanti alla verticale dei centri con la sola assenza del capitano.
Aldilà di questo la squadra ospite per lunghi tratti è sembrata confusa e piuttosto indecisa sul da farsi, incapace di prendere in mano la partita se non solo dopo la rete del 3-2 di Joly, seppure continuando a concedere i fianchi alle veloci ripartenze dei vari Hofmann, Herzog e Martschini.
Con il gol del canadese si pensava che il Lugano sarebbe tornato sul ghiaccio per il terzo periodo in maniera arrembante, ma nonostante il lungo possesso del disco in fase offensiva, i ticinesi non hanno mai dato l’impressione di poter prendere per il collo uno Zugo tutt’altro che irresistibile. Non bastasse, quando sui bastoni dei bianconeri sono capitati i dischi giusti la mira o la freddezza hanno fatto cilecca – emblematica la bordata a botta sicura di Sekac a quattro metri da Wolf andata a lato – con un power play che non ha certo aiutato a migliorare la situazione.
Se il box play non ha fatto una gran figura sulle prime due reti dello Zugo, la superiorità ha ancora mostrato grossi segni di difficoltà, con l’incapacità di recuperare i secondi dischi dopo i rebound, e qui si tira in ballo anche un Zohorna ancora da inquadrare, nonché di portare avanti l’azione per più di un ciclo, ossia la capacità di schiacciare il box play mantenendo il possesso del disco facendolo ruotare con rapidità e sicurezza.
Di cose da migliorare per il Lugano sembrano essercene parecchie e questo dà la misura di a che punto siano i bianconeri dopo la dura estate di preparazione. Di buono c’è che la squadra, nonostante le difficoltà, non ha mai perso veramente la testa, tenendosi attaccati all’avversario fino allo sforzo finale, seppure anche questo (in sei contro cinque) piuttosto sterile e timido, ma mostrando comunque la mentalità per crescere e cercare delle soluzioni, alla fine rivelatesi però insufficienti.
Per il momento il Lugano ha mostrato maggiormente alcuni limiti, a fronte comunque di diverse certezze e qualità. Ma già a partire dalla prima sfida casalinga di giovedì contro il Davos ci si aspetta di vedere una squadra maggiormente compatta e concentrata, capace di evitare certe ingenuità come le penalità del primo tempo e più presente sia sul piano fisico che quello della personalità, contando anche su maggior fiducia e meno mani tremanti nei momenti in cui si decidono le partite. E chissà che il rientro di capitan Thürkauf non si riveli l’interruttore giusto per accendere sul serio questa squadra.
IL PROTAGONISTA
Fredrik Olofsson: Non che l’attaccante svedese abbia giocato una partita superlativa, ma ha saputo mettere lo zampino decisivo in due reti dello Zugo e ha vinto molti duelli fisici nello slot contro gli avversari bianconeri. Un giocatore non spettacolare ma sicuramente di grande sostanza, che saprà essere un elemento molto prezioso per la squadra di Tangnes.