
AJOIE – LUGANO
1-2
(1-0, 0-1, 0-1)

Reti: 18’35 Turkulainen (Nättinen, Bellemare) 1-0, 34’50 Sgarbossa (Bertaggia) 1-1, 53’01 Canonica (Aebischer) 1-2
Note: Raiffeisen Arena, 4’720 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Gerber; Obwegeser, Muggli
Penalità: Ajoie 5×2, Lugano 7×2
Assenti: Brendan Perlini (sovrannumero), Rasmus Kupari, Santeri Alatalo (infortunati)
PORRENTRUY – L’ultima volta che il Lugano era sceso sulla pista dell’Ajoie era stato in occasione dell’ultima partita di playout dalla quale i bianconeri sono usciti vincenti. Sono state serate di sofferenze indicibili, impantanate colossali e spaventi in serie, e forse per rendere “omaggio” a quelle serate di primavere, anche il Lugano di Tomas Mitell ha pensato bene di fare soffrire fino all’ultimo i propri tifosi in questa domenica autunnale.
È stata una partita in cui i bianconeri si sono divisi a metà per meriti e demeriti, per i soliti e conosciuti limiti e le capacità di resistere nei momenti difficili, ma di certo i tre punti conquistati nel Giura hanno decisamente più valore della prestazione che li ha guadagnati.
Inutile aspettarsi che sulla pista di quella che è comunque l’ultima della classe il Lugano sarebbe andato a “giganteggiare”, visti i tempi che corrono, ma per mezza partita abbondante Thürkauf e compagni hanno confermato che certi problemi e certe brutte abitudini (individuali, sulle quali anche lo staff tecnico non ha sempre controllo) sono duri a morire, e per certi versi si è rivisto a lunghi sprazzi quel Lugano che alla Raiffeisen Arena ha patito pene dell’inferno.
L’Ajoie non se la passa certo bene, ma ha delle qualità che tutti conoscono e che sono sempre difficili da arginare, trattasi del power play e dei suoi stranieri più offensivi, Turkulainen, Nättinen e il difensore Honka, tre giocatori che da soli fanno praticamente metà del potenziale offensivo di una squadra che sta mostrando grosse difficoltà anche sul ghiaccio di casa.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)
Non è un caso che fino a quando questi hanno retto fisicamente – con il supporto dell’esperienza di Bellemare – l’Ajoie sia riuscito a ingabbiare i bianconeri, incapaci di leggere le giocate e di prevedere facili conseguenze delle stesse, che di fatto dopo un paio di buone occasioni nel primo tempo hanno cominciato a balbettare un po’ troppo, girando sempre al largo dello slot offensivo.
L’Ajoie ha colpito puntualmente con il suo powerplay, in se anche contro l’andamento di un gioco che “territorialmente” era anche in mano ai bianconeri, ma quando si è trattato di affondare il colpo, sono stati gli uomini di maggior classe a disposizione di Ireland a riuscirci con non sconosciuta puntualità.
I bianconeri in quel momento hanno avuto un merito, quello di non crollare in un lungo tre contro cinque che sarebbe potuto costare moltissimo e trasformarsi nell’iceberg in grado di squarciare lo scafo degli ospiti, sorretti da un grande Schlegel si sono invece tirati fuori da quei casini lasciando che l’Ajoie perdesse mano a mano il proprio ritmo. Era di fatto impensabile che continuando a forzare gli uomini migliori – anche comprensibilmente – i padroni di casa avrebbero potuto reggere fino alla fine contro una squadra che viaggiava comunque sempre e con regolarità a quattro blocchi, a meno di non trovare un doppio vantaggio che sarebbe pesato ben di più sul proseguo dell’incontro.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)
Il Lugano nei suoi difetti ha continuato a giocare al suo ritmo senza forzare, da metà partita si è visto un cambio di equilibri nelle forze fisiche in pista e quasi logicamente è arrivato il pareggio di Sgarbossa su grande apertura di Bertaggia.
Eppure anche con la partita raddrizzata il Lugano ha rischiato di buttare via tutto quando nel terzo periodo stava spingendo di più con Mottet e compagni in evidente affanno, regalando un power play che rischiava di spezzare il ritmo e il “momentum” della partita a quel punto a favore degli ospiti.
Invece capita che per una volta è il Lugano a leggere meglio una situazione pericolosa, regalandosi tre punti di grande peso con il secondo gol stagionale (il terzo in totale) in shorthand di Canonica, lui sì intelligentissimo nel suo disturbo alto in boxplay rubando il disco proprio a Turkulainen.
Brividi finali a parte, il Lugano ha gestito piuttosto alla sua maniera i minuti conclusivi, speculando un po’ troppo dopo un powerplay che avrebbe potuto chiudere il match prima del tempo, ma perlomeno va dato atto ai bianconeri di aver trovato per una volta la maniera di sfruttare un episodio a proprio favore in una partita difficilissima. Ancora una volta sono emersi limiti e ruggini su cui lavorare alacremente, ma questa vittoria ottenuta in crescendo permette perlomeno alla squadra di Mitell di restare agganciata alle prime dieci e di ritrovare il sorriso dopo la serataccia di venerdì.
IL PROTAGONISTA

Niklas Schlegel: Non ha effettuato molte parate il portiere bianconero, ma le ha fatte durante i box play (con quel 1’15 in tre contro cinque) e nel finale a respingere l’ultimo assalto dell’Ajoie, con diversi interventi di grande difficoltà. I suoi compagni non hanno disputato la loro miglior partita, ma questo dimostra che con un portiere affidabile si possono incassare punti importanti nonostante prestazioni poco convincenti.
HIGHLIGHTS



