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Lugano

Il Lugano mostra i muscoli ma le polveri sono bagnate

Nella sera del debutto di Sanford i bianconeri sono apparsi sul pezzo fisicamente e capaci di produrre gioco, ma si dovrà lavorare su finalizzazione e powerplay

(Jari Pestelacci)

Il Lugano mostra i muscoli ma le polveri sono bagnate

LUGANO – KLADNO

1-3

(0-1, 1-1, 0-1)

Reti: 12’40 Ojamäki (Barinka, Brizgala) 0-1, 20’33 Audette (Mendel) 0-2, 28’02 Bertaggia (Simion) 1-2, 59’36 Konecny (Vigneault, Prochazka) 1-3

Note: Cornèr Arena, 1’568 spettatori
Arbitri: Stricker, Arpagaus; Nater, Bachelut
Penalità: Lugano 2×2, Kladno 5×2 + 1×20 + 1 rigore

Assenti: Samuel GuerraNick MeileRamon Tanner (a riposo), Rasmus KupariJakob LeeLuca Fazzini (infortunati)

LUGANO – Tempo ormai scaduto, le prove sono finite e si comincerà presto a fare sul serio. Il Lugano ha completato il programma del suo preseason con una sconfitta contro il Rytiri Kladno di Jaromir Jagr, squadra rivelatasi molto difficile da scardinare, veloce e pungente nelle loro contate puntate offensive.

I bianconeri di Tomas Mitell, scesi in pista senza i “soliti” infortunati Fazzini, Kupari e Lee, hanno potuto però contare su Zach Sanford, anche se le aspettative sul canadese erano legate soprattutto su prendere una prima confidenza con i compagni e “rompere” il fiato a livello partita dopo il viaggio verso il Ticino.

(Jari Pestelacci)

Di diverso rispetto alla sfida contro il Rapperswil, il Lugano è apparso più sul pezzo fisicamente e di pattinaggio, con un ritmo già più consono a quello che lo attende da martedì prossimo via, con il piede più pesante sul forecheck e sulla presenza territoriale. Thürkauf e compagni hanno prodotto molto a livello di gioco e di possesso del disco, lasciando già intravvedere un’impronta piuttosto chiara dell’hockey richiesto dal coach svedese, con uscite dirette e sicure dal terzo difensivo, entrate in zona d’attacco preferibilmente centrali e dischi messi sul portiere appena possibile.

Interessante anche vedere la fase di non possesso del disco con un backcheck che coinvolge tutta la linea, la priorità al rallentamento delle ripartenze avversarie prendendosi il tempo di piazzarsi di nuovo nel proprio terzo a copertura dello slot.

(Jari Pestelacci)

È ovvio che gli automatismi di un nuovo sistema con tanti giocatori nuovi necessita di tempo prima che tutti lo possano apprendere e praticare, inoltre doversi preparare sempre con almeno tre-quattro titolari fuori non aiuta sempre nello scopo. Di fatto il Lugano ha avuto più di un problema soprattuto in fase conclusiva dell’azione, il tiratore non era sempre nella miglior posizione o si trovava in mezzo al traffico, ma la regolarità con cui i bianconeri con almeno tre linee sono riusciti a farsi minacciosi dalle parti dell’ottimo Brizgala ha dato un’idea di buon potenziale offensivo di questo nuovo sistema.

Contro la squadra di Jagr a “ciccare” maggiormente sono stati soprattutto gli attaccanti stranieri, come un Perlini molto intraprendente ma frettoloso nelle conclusioni, Sgarbossa e Sekac imprecisi – con il ceco uscito per infortunio nel secondo periodo – mentre altri come Simion e Bertaggia sono andati per vie più dirette, come un Carrick sempre molto attivo e “vivo” ad ogni cambio, al contrario di un Dahlström che purtroppo non dà alcun segno di miglioramento rispetto ai disastri della scorsa stagione.

(Jari Pestelacci)

Difficile valutare Niklas Schlegel, il portiere bianconero ha concesso troppo facilmente il primo gol ospite, ma poi si è ripreso bene seppure fosse impegnato solo a tratti, ma nel corso del match è apparso in crescita di fiducia.

Nel complesso per la squadra di Mitell è stato un buon test contro una squadra competitiva sul piano energetico e del pattinaggio, ma è chiaro che a livello di schemi di gioco e automatismi i bianconeri abbiano davanti ancora diversi scalini da superare anche se una base di partenza c’è e sembra solida. E come sempre il vero e proprio banco di prova sarà sempre e solo il campionato, con la speranza che gli infortunati possano rientrare al più presto per dare finalmente allo staff la sua squadra ideale.

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