ZSC LIONS – LUGANO
2-3
(0-1, 1-2, 1-0)
Reti: 18’33 Suri (Lammer, Fazzini) 0-1, 25’34 Arcobello (Bürgler) 0-2, 36’43 Schäppi (Riedi, Rautiainen) 1-2, 38’34 Morini (Herburger) 1-3, 52’32 Andrighetto (Roe, Noreau) 2-3
Note: Hallenstadion, porte chiuse. Arbitri Stricker, Mollard; Schlegel, Wolf
Penalità: ZSC Lions 4×2′, Lugano 3×2′
Assenti: Julian Walker, Alessio Bertaggia, Tim Traber, Elia Riva (infortunati), Loic Vedova (sovrannumero)
ZURIGO – Sembra quasi che il Lugano giochi meglio quando è sotto pressione. Anzi, finora sono stati molti gli indizi su questo lato caratteriale dei bianconeri, e anche all’Hallenstadion non hanno mancato di ribadirlo.
Pressione da cinque trasferte consecutive, pressione da inseguimento degli obiettivi, pressione anche dall’interno, con quella “sfida” lanciata da Hnat Domenichelli, il quale (tramite un’intervista a Teleticino) vedeva anche logicamente la partita contro i Lions molto più significativa rispetto alle trasferte di Ambrì e Berna.
Quindi una partita che poteva dire molto sullo stato attuale della squadra di Pelletier, sia nel bene che nel male, considerando anche i precedenti contro i Lions e una classifica che vedeva il Lugano vicino al secondo posto nella stessa misura in cui era vicino al settimo. Ora la situazione è cambiata, i bianconeri hanno superato proprio Andrighetto e compagni in graduatoria, e magari si può cominciare anche a guardare la squadra da un’altra angolazione.
È stata una vittoria significativa perché è arrivata in maniera diversa rispetto ad alcune prestazioni altamente speculative a cui ci aveva abituato il Lugano in stagione, ma questo aspetto lo aveva già mostrato a Berna, soprattutto nella prima sfida, segno che oggi è una squadra che cerca finalmente di imporre la sua personalità.
Che non è stato sempre evidente, solo un paio di settimane fa o poco più, ancora contro il Berna, il Lugano aveva mostrato così poco coraggio da farlo sembrare quasi fragile, oggi, il tempo trascorso ci restituisce una squadra solida, autoritaria e che gioca in assoluta serenità, come il linguaggio del corpo dei vari giocatori mostra in maniera molto chiara.
La vittoria di Zurigo è arrivata meritatamente, la squadra ticinese si è mossa sul ghiaccio con un’ottima impostazione tattica, lasciando poca iniziativa ai padroni di casa in modo da trattenerli su un piatto primo tempo, sfruttando poi le occasioni concesse, nel qual caso con un power play.
Con il passare dei minuti il Lugano ha tirato fuori la sua miglior maturità, giocando a tratti da “padrone” in casa degli zurighesi, sorretto dalla forza del collettivo, dalla disciplina e lanciato dalla classe dei suoi uomini migliori, su tutti un Arcobello formato extralusso. Il topscorer bianconero ha tirato fuori una prestazione sontuosa, la giusta punta di diamante in testa a una squadra unita e che si è mossa con testa e intelligenza dall’inizio alla fine, concedendo pochi momenti di pericolo davanti all’ottimo Schlegel.
Il solo Andrighetto sul fronte dei Lions ha saputo emergere particolarmente, mostrandosi come l’uomo in più della squadra di Grönborg, a cui invece sono mancati gli acuti dei vari Hollenstein, Roe e Noreau, mentre sull’altro fronte il citato Arcobello, Heed, Lajunen e un Suri finalmente degno della sua fama hanno portato spunti a intervalli regolari.
Nemmeno nell’assalto finale dei padroni di casa il Lugano è andato in panico, dimostrando di aver trovato la forza e la capacità di gestire i momenti e non di subirli – come in occasione del game winning gol di Morini, al suo rientro – uscendone con una personalità invidiabile e senza mai trovarsi col fiatone.
Questa partita era probabilmente attesa da molti e la squadra di Pelletier ha dato risposte importanti, mettendo sul ghiaccio una prestazione maiuscola anche con chi gli stava davanti in classifica, dimostrando che oggi sa giocarsela alla pari anche sul piano della personalità, senza per forza doversi aggrappare sempre al contenimento stretto.
La classifica ad ogni modo rimane corta e facilmente rimescolabile tra il secondo e il settimo posto, ma intanto senza distrarsi troppo, i bianconeri possono godersi il terzo scalino in solitaria. Pienamente meritato.
IL PROTAGONISTA
Mark Arcobello: Partita mostruosa quella del topscorer bianconero, una delle migliori della stagione per qualità e quantità.
Il 32enne si è mosso ovunque giocando un’infinità di dischi e manovrando gli attacchi come avesse in mano un joystick. E la rete del 2-0, ottenuta con tecnica, intelligenza e furbizia, è una chicca di classe superiore.
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