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Lugano

Il Lugano impatta la serie, Bienne battuto con un secco 5-1!

Gara 4 è decisa nei primi minuti del terzo periodo con due reti in shorthand. Infortunio per Hiller, colpito in fronte da uno slap di Hofmann

Il Lugano impatta la serie, Bienne battuto con un secco 5-1!

LUGANO – BIENNE

5-1

(0-1, 2-0, 3-0)

Reti: 6’33 Pouliot (Rajala, Lofquist) 0-1, 21’07 Morini (Reuille) 1-1, 26’14 Lapierre (Lajunen, Wellinger) 2-1, 40’54 Sanguinetti (Sannitz, Lapierre) 3-1, 41’53 Reuille 4-1, 46’25 Fazzini (Cunti, Ulmer) 5-1

Note: Resega, 7’200 spettatori. Arbitri Koch, Wehrli; Castelli, Fluri
Penalità: Lugano 8×2′ + 2x’10, Bienne 6×2′

LUGANO – Ora è un best of 3, la serie si accorcia e lo fa grazie al Lugano, che in Gara 4 travolge nel terzo tempo il Bienne con due reti in shorthand nella stessa penalità. Chissà cosa deve aver pensato il povero Paupe, mandato nella mischia dal 40′ da Törmänen – verosimilmente per un infortunio di Hiller dopo la discata presa in fronte – quando davanti a sé ha visto la sua difesa aprirsi come una mela trafitta da un coltello.

Perché sarebbe ingeneroso addossare tutte le colpe sul povero portierino degli ospiti, che sulla coscienza ha sì il 4-1 di Reuille che probabilmente ha chiuso i conti, ma nello spazio di 6 minuti o poco più ha visto arrivare su di lui almeno tre o quattro contropiedi in maggioranza numerica del Lugano (compresi i due shorthander).

Colpa di un Bienne che ha perso completamente la padronanza della zona neutra, complice anche il Lugano che ha cominciato a fare un forecheck molto più alto e intelligente, aprendo di più il box in inferiorità numerica, rischiando di perdere lo slot in possibili inserimenti ma tenendo fuori i vari Rajala e Pouliot, i migliori puck mover del Bienne.

Mossa intelligente, che ha mandato all’aria i piani degli ospiti, costretti negli ultimi 20 minuti a rivedere il backcheck in zona neutra, non più operato con una specie di “neutral zone trap” (ossia con 3 o addirittura 4 uomini schierati in linea orizzontale dietro all’ala più avanzata), ma con uno schema più offensivo, cosa che ha liberato i passaggi in diagionale del Lugano, marchio di fabbrica di Ireland e delle sue uscite di zona. La velocità degli attaccanti lanciati sui fianchi ha fatto il resto, la comodità di arrivare sul povero Paupe la differenza.

Tornando indietro di qualche minuto, o periodo, era stata proprio quell’impostazione tanto rigida a dare i più grossi grattacapi al Lugano, legnoso e forse un po’ timoroso nel primo tempo, molto più slegato mentalmente e libero fisicamente a partire dal 2-1 di Lapierre nel periodo centrale.

Da quella rete – su cui pure Hiller non ha fatto una gran figura…- i bianconeri hanno cominciato a dare più peso al proprio forecheck, restando anche imprecisi in manovra e poco convinti nello slot avversario, ma di nuovo superiore sul piano dei colpi alle assi e a ghiaccio libero.

Un po’ come successo alla Tissot Arena, dopo la rete di Reuille (ancora lui…) il Bienne ha sofferto la fisicità a volte dirompente del Lugano, non trovando più lo spazio per fiatare e ragionare, finché le due squadre hanno deciso di far saltare gli schemi difensivi, trasformando il secondo tempo in un concorso a premi con in palio gli attacchi di cuore.

Poi i citati disastri difensivi del Bienne nel terzo periodo, ma ciò che il Lugano ha trovato in questo lunedì di Pasquetta i bianconeri se lo sono guadagnati con il sudore e la convinzione, quella fiducia che di nuovo è tornata a fare capolino dalle parti della Resega.

I ragazzi di Ireland hanno di nuovo sbattuto sui loro limiti, vedasi il power play e delle entrate in zona leggere, ma in questi periodi a contare è una cosa sola, la sostanza. La sostanza che è stata portata in pista ancora una volta da chi è uscito zoppicante dopo un tiro bloccato ma poi si è preso il merito di un gol, da chi ha parato tiri molto difficili, deviati nello slot e che poi è stato ricambiato con la protezione dei suoi compagni.

Un risultato, aldilà delle 5 reti finali figlie di uno spirito di squadra più forte e finalmente di nuovo di una certa puck-luck, quella che per un paio di partite era stata persa e ora è stata ritrovata facendo le cose giuste, che non sempre riescono ma che non si deve smettere di provare a mettere in pratica.

Insomma, se Gara 3 aveva avvisato che il vento sarebbe potuto cambiare, ecco che anche questa quarta sfida mette un altro peso sulla bilancia a favore del Lugano, la pressione da ora in avanti sarà sulle spalle di chi non saprà gestirla.

Ora sì, che per il Lugano potrà e dovrà essere tutta un’altra serie.


IL PROTAGONISTA

Giovanni MoriniNon fa cose straordinarie l’italiano, ma ha il merito di entrare in pista ad ogni cambio come se ne andasse dell’intero campionato, e un po’ è pure così.

Tanto, tantissimo lavoro intelligente e gestione di dischi scottanti fatti raffreddare sul suo bastone, nel mezzo pure il gol che pareggia la partita e sblocca il Lugano. No, non fa cose straordinarie, ma piuttosto decisive.


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HIGHLIGHTS



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