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Lugano

Il Lugano gioca col fuoco ma batte in rimonta il Friborgo

LUGANO – FRIBORGO

4-3

(1-0, 0-2, 2-1; 1-0)

Reti: 10’44 McLean (Vauclair, Andersson) 1-0, 27’53 Mottet (Bykov) 1-1, 31’24 Pouliot (Vauclair) 1-2, 45’55 Pouliot (Vauclair) 1-3, 53’36 Brunner 2-3, 55’19 Fazzini (Manzato) 3-3, 63’08 Simek (McLean)

Note: Resega, 4’738 spettatori. Arbitri Massy, Popovic, Borga, Kaderli
Penalità: Lugano 3×2′, Friborgo 5×2′

LUGANO – Tempo di ultimi test in vista dei playoff ma anche tempo di inseguimenti, con il Lugano che è sempre alla ricerca di un posto al sole tra le quattro migliori della regular season, e il Friborgo, che cerca di uscire dall’ombra per agganciare perlomeno le otto elette che parteciperanno ai giochi per il titolo.

Il Lugano ha affrontato il Gottéron con il medesimo line up delle ultime due sfide, seppur con i rientri di Kparghai e Maurer in difesa e di Manzato al ritorno tra i pali. Il Friborgo di Zenhäusern è sceso alla Resega deciso e obbligato a giocarsi il tutto e per tutto, dovendo però fare a meno dei soliti infortunati Jeannin, Brügger, Kwiatkowski e Plüss.

Il dovere del Lugano era anche quello di convincere tutti che la brutta prestazione di Rapperswil è stata solo una caduta, dalla quale i bianconeri possono e devono rialzarsi con decisione e convinzione.

Fare peggio di quel disastroso primo tempo – e oltre – della Diners Club Arena sarebbe stato ben difficile, e infatti il Lugano, pur senza trascendere si è messo in pista con buon piglio e discreto ritmo nelle gambe. I primi due powerplay praticamente immediati e consecutivi hanno però paradossalmente rallentato questo incedere dei bianconeri, che hanno preso in mano l’incontro pur faticando spesso a togliersi dalle marcature strettissime del Friborgo.

I burgundi, infatti, hanno mostrato tutti i loro limiti, a livello di schemi e disciplina, ma non hanno fatto mancare la rottura del gioco ai primi blocchi di Fischer, oltre a voler puntare verso l’ottimo Manzato con contropiedi alla “disgraziata”, lasciando scoperta praticamente l’intera zona neutra. Il Lugano ha approfittato solo parzialmente di questi spazi, trovando difficoltà non tanto nell’entrata del terzo ma quanto nell’andare al tiro, calcolando anche l’insicurezza dimostrata varie volte da Conz.

Che il Friborgo non sarebbe stato a guardare lo si sapeva, e nel periodo centrale, dopo innumerevoli azioni offensive sprecate dai bianconeri, gli ospiti sono riusciti a ribaltare il risultato, sfruttando le indecisioni della retroguardia ticinese.

Ingeneroso tacciare così semplicemente i secondi 20’, perché con il passare del tempo, soprattutto dal 30’, il Lugano ha fatto molta fatica contro un Friborgo che si stava giocando il tutto per tutto. Dapprima i dischi sbagliati davanti a Conz, poi quelli in zona neutra, tanto da far chiamare un time out a Fischer, ma l’impressione è che il Lugano fosse impreparato di fronte a tanta “disperazione”, disordinata ma estremamente difficile da affrontare senza la necessaria concentrazione.

E dire che forse sarebbe bastato sfruttare un paio di quelle occasioni nei primi minuti del secondo tempo per dare all’incontro tutta un’altra faccia, invece di complicarsi la vita.

Vita complicatasi ulteriormente all’inizio del periodo conclusivo, quando Pouliot in contropiede ha fulminato Manzato, regalando al Friborgo un 3-1 che rispecchiava ciò che si vedeva in pista, ossia un Lugano con poche idee e un Friborgo a cui andava bene tutto, grazie anche alla grande forza della disperazione messa in pista sia in attacco che a proteggere Conz con vere e proprie ammucchiate.

Fortuna vuole che negli ultimi minuti i bianconeri abbiano finalmente deciso di mettere più rabbia sul ghaiccio, reagendo con le reti di Brunner e Fazzini, pur lasciando troppi spazi davanti a Manzato, ma era evidente che con il Lugano a premere il Friborgo poteva andare a pezzi, peccato solo essersi svegliati tardi. La reazione bianconera è poi proseguita nell’overtime, con diverse occasioni soprattutto nei primi 2’, prima che Simek fulminasse Conz con un gran polsino nel suo “sette”.

Due punti e imbattibilità casalinga mantenuta, ma quanta fatica venire a capo di questo Friborgo. Metà per meriti degli ospiti, venuti a giocarsi i playoff alla Resega, e aldilà dei molti limiti hanno giocato veramente “alla morte”, rompendo gli schemi e proponendo marcature strettissime ai Klasen e Pettersson di turno.

L’altra metà per demeriti di un Lugano che ha faticato a trovare idee e spazi, troppo confusionario una volta dentro il terzo avversario e spesso molle davanti e dietro la porta di Manzato. Le note positive si attestano alla decima rete di Brunner, alla seconda – game winning gol oltretutto – di un Simek che continua a convincere e a quella di un Fazzini a cui farà benissimo gioire dopo le voci sul suo futuro.

Non da ultimo fa tirare un sospiro di sollievo la complessiva capacità dei bianconeri di girare la partita con una dimostrazione di forza, che forse non sarebbe stata necessaria se avessero avuto più concentrazione sull’arco di tutto l’incontro.

Stavolta il Lugano non è “rimasto sul bus” come a Rapperswil, ma di certo è rimasto intorpidito per parecchi minuti prima di far valere il maggior tasso tecnico e la sua autorità. La speranza è che la testa fosse perlomeno rivolta agli imminenti playoff…

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