LUGANO – La faticosa rincorsa ai playoff del Lugano è continuata con la sfida casalinga ad uno Zugo sulla carta parecchio ridimensionato dal termine del lock out, vista la partenza delle star Brunner, Zetterberg e Diaz. Se il Lugano ha potuto assorbire il colpo della partenza di Bergeron e Sbisa abbastanza bene, c’era curiosità nel vedere gli svizzero-centrali all’opera con una squadra normale.
Intanto sul fronte bianconero si sono registrate le assenze di Domenichelli, Morant, Fazzini, Steiner e Simion. Spazio quindi a Giacomo Dal Pian, schierato in alternanza a Pivron nel quarto blocco e Luca Gianinazzi, peraltro mai impiegato. Confermato Rosa al fianco di Metropolit e Ruefenacht e Manzato in porta.
Huras aveva ragione a non fidarsi dello Zugo, ma l’entrata in materia dei suoi giocatori è stata fin troppo timorosa, in quanto i bianconeri hanno sostanzialmente applicato un gioco fisico che non ha permesso loro di proporre trame pericolose. E ad approfittarne sono stati gli ospiti, dapprima con il redivivo Suri e in un secondo frangente con Omark, sfruttando una doppia superiorità numerica – per la verità scaduta da 1″ ma di fatto ancora sfruttabile – causata da un fallo ingenuo di Vauclair proprio sul talentuoso attaccante svedese. Un’entrata in materia a dir poco traumatica per chi si aspettava un Lugano superiore ad uno Zugo “azzoppato”.
(© A. Branca)
Il secondo periodo ha visto i padroni di casa più veloci e diretti, spesso pasticcioni sottoporta, come dimostrano le numerose occasioni fallite da Jordy Murray, che evidentemente deve crescere dal lato del killer instinct. Ad ogni modo un palo clamoroso di Ulmer e qualche penalità sul conto di uno Zugo provocatorio al limite dell’insopportabile, hanno dato slancio ai bianconeri, che hanno dominato il periodo centrale, segnando però un’unica rete dopo uno splendido scambio sull’asse Rosa-Metropolit.
Il tempo conclusivo non ha cambiato la musica, Lugano ormai padrone del ghiaccio e Zugo limitato a qualche ripartenza del solo Omark – unico uomo in grado di essere costantemente pericoloso – e allora il pareggio di Heikkinen in power play è giunto quasi per logica, dopo numerose occasioni fallite da Hirschi e compagni vuoi per la foga, vuoi per semplice imprecisione e anche per la bravura di Markkanen. La rete nel supplementare ad opera dello stesso Heikkinen è stata quindi meritata per il grande sforzo profuso dai bianconeri, suonando come una vera e propria liberazione per giocatori e pubblico, timorosi di lasciare punti importanti sulla via dei play off.
(© Y. Leonardi)
La partita è stata preparata probabilmente con qualche errore tattico da parte dello staff tecnico, che ha però saputo cambiare in corsa il volto della squadra, e questo è un merito non da poco. Lo Zugo si è rivelato una buona squadra anche senza le star della NHL, ma la sensazione è che senza il proprio topscorer Omark in pista le difficoltà siano palesi.
Il Lugano ha meritato la vittoria soprattutto per l’impegno messo dal 20′ in avanti, e solo l’imprecisione, la foga e la bravura di Markkanen hanno permesso allo Zugo di arrivare almeno all’overtime. Nel Lugano occorrerà evitare entrate in materia simili, che non accadevano dai tempi di Bienne, e prendere tutto il buono dei secondi 40′. A volte le trame d’attacco sono risultate ancora un po’ confusionali, ma un merito dello Zugo è stato quello di mettere in difficoltà il Lugano con la velocità di molti suoi elementi, in grado di recuperi difensivi estremamente rapidi.
Ad aumentare le difficoltà del Lugano di venire a capo dell’avversario ci si è messa anche la serata “no” di alcuni elementi, su tutti la coppia Vauclair-Ulmer. Se il romando ha commesso molte ingenuità pesanti, come la penalità che ha regalato il secondo gol allo Zugo, l’austriaco non ha azzeccato un passaggio, anche se in suo favore parlano sempre l’impegno e la voglia di rimediare agli errori. Poco ispirata anche la linea di Kamber, Reuille e Kienzle, con i primi due che sembrano a corto di fiato.
(© A. Branca)
In positivo, come sempre, Metropolit, autore di una rete e un assist, vero regista e leader di questa squadra. Nel finale è stato persino punito con 10′ dall’incomprensibile coppia di arbitri dopo aver subito un fallo evidentissimo ed è rientrato negli spogliatoi dolorante. Su di lui attendiamo notizie in merito. Pavel Rosa sembra in crescita e l’intesa con Metropolit ha prodotto la splendida rete dello stesso topscorer, ma occorreranno almeno altre due partite per vedere il ceco in forma.
Ma quello che sempre più spesso è decisivo risponde al nome di Ilkka Heikkinen. Il finlandese, ormai vero e proprio fiore all’occhiello del mercato estivo di Habisreutinger ha girato la partita con una doppietta – 14 reti stagionali per lui – ed è un’instancabile motore che lega difesa e attacco con lucidità e precisione. Impensabile poter pensare di rinunciare a lui. Incolpevole sulle reti subite e poco sollecitato nella seconda metà di partita, Manzato ha saputo valorizzare la sua prestazione con un paio di belle parate sui contropiedi imbastiti da Holden e compagni, facendosi trovare sempre pronto e sicuro anche nelle uscite dalla gabbia.
Huras ha in mano un gruppo in grado di lottare fino alla fine, ma dovrà essere bravo a scrollargli di dosso quella foga che porta all’imprecisione. Difficile lavorare su questioni come il killer instinct, saranno i giocatori a dover migliorare. Alla Ilfis di Langnau c’è la ghiotta occasione di fare un grosso passo avanti verso i play off, con probabilmente un Nummelin in attacco a dare più fantasia al reparto avanzato.