GINEVRA – LUGANO
2-1
(0-1, 2-0, 0-0)
Reti: 6’14 Arcobello (Fazzini, Wolf) 0-1, 25’23 Filppula (Pouliot) 1-1, 37’04 Richard (Hartikainen, Manninen) 2-1
Note: Les Vernets, 6’838 spettatori
Arbitri: Hürlimann, Nord; Duc, Urfer
Penalità: Ginevra 3×2, Lugano 2×2
Assenti: Daniel Carr, Marco Müller, Lorenzo Canonica, Julian Walker, Markus Granlund (infortunati), Jeremi Gerber, Joey LaLeggia (ammalati), Thibault Fatton, Arno Snellman (sovrannumero)
GINEVRA – Certo è che non passa giorno senza che al Lugano non ne capiti una. Per la trasferta di Ginevra i bianconeri hanno potuto contare di nuovo su Ruotsalainen, ma hanno dovuto rinunciare a LaLeggia, colpito dall’influenza intestinale alla Coppa Spengler come Quenneville e Joly, scesi sul ghiaccio anche a Davos ma in condizioni di certo non ideali.
Non solo, durante il secondo periodo Luca Gianinazzi ha visto gettare la spugna anche Calle Andersson, fin lì il difensore più impiegato e sulla scia dell’ottima Spengler uno dei più propositivi, ma stavolta messo KO da un tiro ricevuto sulla mano. Insomma, di che fare impazzire chiunque, da far perdere la bussola, ma se il Lugano è uscito di nuovo sconfitto anche in questa seconda partita del 2024, non è perché i bianconeri si siano arresi alle avversità.
C’è di che sfidare chiunque nel mantenere un livello competitivo e una lucidità mentale tale a quella ancora mostrata dai ticinesi anche a Les Vernets con tutte queste assenze e debilitazioni, e anche se ad oggi i granata hanno spodestato proprio il Lugano dal sesto posto, poter mantenere una posizione tale di classifica con una squadra ridotta all’osso rimane un grande merito per Thürkauf e compagni.
Di sicuro due sconfitte di misura come queste non devono frustrare il Lugano, il rischio esiste, ma lo staff tecnico bianconero ha la capacità di mantenere alto il morale dei propri ragazzi e di spingerli allo sforzo totale, come mostrato ancora a Ginevra con l’assalto finale, vanificato dal 2-2 annullato per offside e una clamorosa occasione per Joly a quattro secondi dalla terza sirena bloccata da Olkinuora.
Per il resto si è visto un buon Lugano finché la lucidità è bastata, con il risultato sempre stretto a mantenere la sfida incerta, forse decisa da quei quattro minuti di powerplay giocati male dai bianconeri ed il punto che ha visto Arcobello e compagni perdere la calma nelle giocate.
Lì c’è stato lo spartiacque della partita, il Ginevra ha ripreso energia dal box play potendo contare anche sulla freschezza di chi era rimasto in panchina in quei frangenti, ossia i vari Filppula, Hartikainen, Manninen e Vatanen, gli uomini che subito dopo hanno alzato il ritmo delle operazioni e trovato un quasi logico e purtroppo per il Lugano decisivo vantaggio.
La seconda pausa è arrivata in tempo per i bianconeri, sembrati sul punto di crollare, ma sorretti da un ottimo Schlegel sono stati capaci di riprendersi nella pausa e di tornare nel terzo periodo più lucidi e concentrati, anche se l’abbassamento del ritmo da parte dei padroni di casa ha limitato il gioco offensivo, frenando gli ospiti lungo le assi e in generale al largo dello slot.
La forza mentale del Lugano però gli ha permesso di far dubitare il Ginevra fino all’ultimo, rischiando di infilare una clamorosa beffa fino a quattro secondi dal termine, ma la sconfitta non toglie nulla di quanto il Lugano abbia saputo ancora dimostrare a tutti.
La squadra di Gianinazzi è un gruppo decimato che continua a perdere pezzi per strada ma che possiede anche una forza mentale solidissima e una fiducia nei compagni granitica.
È vero, il periodo è frustrante, le sconfitte di misura fanno male, ma sarebbe peggio se il Lugano fosse anche fragile mentalmente. La struttura di gioco e il carattere invece permettono ai bianconeri di rimanere sempre in partita e di giocarsela ancora per il sesto posto – mica poco vedendo da quanto tempo dura la situazione – però il tempo stringe e a Gianinazzi servono soluzioni. Il buon Aleksi Peltonen è già qualcosa, ma è sul mercato straniero che si attende qualcosa il più presto possibile.
IL PROTAGONISTA
Sami Vatanen: A tratti incontenibile, il difensore finlandese ha diretto il gioco come ha voluto, sia in difesa che in attacco, giocando alcuni cambi mostruosi nel secondo periodo. Classe mondiale e grande forza fisica ne fanno un giocatore capace di cambiare il ritmo alla partita in ogni momento, contro il Lugano le sue capacità sono emerse ad ogni cambio.