LUGANO – AMBRÌ
5-3
(2-1, 2-2, 1-0)
Reti: 1’23 Lerg 0-1, 6’20 Fazzini (Loeffel, Bertaggia) 1-1, 10’23 Chiesa (Bertaggia) 2-1, 35’12 Zwerger (Guerra) 2-2, 35’36 Bertaggia (Fazzini) 3-2, 38’34 Hofmann (Chiesa, Sannitz) 4-2, 39’02 Lerg (Hofer) 4-3, 43’22 Fazzini (Hofmann, Sannitz) 5-3
Note: Corner Arena, 7’200 spettatori. Arbitri Wiegand, Salonen; Wüst, Castelli
Penalità: Lugano 4×2′, Ambrì Piotta 4×2′ + 1×10′
LUGANO – Come al solito ci caschiamo. Ci facciamo prendere dai pronostici, dagli “studi” scientifici per determinare favoriti e condannati e poi l’hockey fa quello che vuole.
Ancor di più anarchico è il derby e dopo 224 edizioni ancora ci piace farci prendere per il naso nonostante le tante sicurezze. E così, dopo una settimana a professare l’Ambrì come favorito (almeno una buona parte, anche i tifosi più scaramantici in fondo lo pensavano) il derby ha detto invece che la prima metà della posta in palio nel weekend va al Lugano.
Quel Lugano che ha sollevato altri dubbi nelle ultime settimane, con partite giocate in maniera scellerata e altre solo a metà, quel Lugano che però ci aveva avvertiti: nelle difficoltà i bianconeri si ricaricano.
Lo hanno fatto di nuovo, non solo guardando ai tre punti guadagnati dopo i dubbi delle partite contro Rapperswil e Bienne, ma anche dopo l’inizio di partita che aveva visto Merzlikins segnare nella sua porta il più clamoroso degli autogol.
“E solo un gol in più da fare”, gli avrà forse detto Walker, il primo a rincuorarlo dopo quell’errore, e anche il portiere bianconero ci aveva abituato ad essere l’essenza di quel Lugano che si rialza dopo aver sfiorato il pavimento del ring.
La reazione ottenuta già nel primo tempo lanciava segnali importanti, il Lugano aveva una fame enorme, mentre l’Ambrì quella fame è sembrata nasconderla per chissà quale motivo.
I biancoblù di Luca Cereda arrivavano infatti alla Cornèr Arena da un periodo estremamente positivo, sia per punti che per gioco, offrendo prestazioni convincenti in serie. Ecco perché ci si chiede se i leventinesi questo derby lo abbiano vissuto un po’ con il braccino, facendosi battere dal Lugano soprattutto sul piano del pattinaggio, dell’intensità e del fisico.
Non è stato un derby bello da vedere per giocate tecniche e fluidità di gioco, precisiamolo, anche i bianconeri le loro belle difficoltà le hanno mostrate in fase di manovra, e il disco si è scaldato spesso più negli angoli e dietro le porte piuttosto che in velocità nelle vie centrali.
Il maggior peso dato a questi duelli da parte dei padroni di casa ha spesso messo i bianconeri in vantaggio nelle azioni nate da recuperi e gol come quello di Hofmann, lasciato liberissimo in mezzo allo slot, è nato da queste perdite della posizione da parte degli ospiti dopo aver duellato per dei dischi sporchi.
Manzato, schierato un po’ a sorpresa da parte di Cereda, non ha colpe particolari sulle reti, ma la sua minor sicurezza nel gestire i rebound ha messo in difficoltà qualche difensore biancoblù, mentre sull’altro fronte Merzlikins ha recuperato la sua sicurezza come previsto, annullando anche le poche occasioni trovate da un Kubalik un po’ fuori dal gioco.
Troppo tardi poi per l’Ambrì cercare di dare un’accelerata con il Lugano capace di controllare il gioco sul 5-3, la sensazione è che Lerg e compagni di idee non ne avessero più.
Da parte del Lugano è stata la partita che ci si poteva aspettare, fatta soprattutto di carattere, forza fisica e determinazione, ma la precisione nelle giocate, le idee in manovra offensiva e il powerplay rimangono delle lacune che saltano fuori ormai a ritmo consolidato.
L’Ambrì Piotta ha deluso di più, soprattutto per non aver messo quella convinzione e intensità cambio dopo cambio, mancando sul piano del pattinaggio, caratteristica indispensabile per il gioco di Cereda.
Tre punti per il Lugano che sono un mezzo rilancio per la squadra bianconera, in attesa della replica alla Valascia. Nella situazione che vivono le ticinesi uscire con tre punti a testa gioverebbe sicuramente ai leventinesi, ma per il Lugano sarebbe solo un passo sul posto, pensando non solo alla classifica ma anche ai punti da ottenere fuori casa. Un doppio derby che per qualcuno vale più del… Doppio.
IL PROTAGONISTA
Luca Fazzini: Tra i più intraprendenti dei bianconeri, il numero 17 si è esaltato particolarmente contro i leventinesi, segnando due reti delle sue.
In una partita in cui era difficile trovare le posizioni giuste per il tiro da parte dei numerosi sniper di talento schierati dalle due squadre, Fazzini è stato quello che ha saputo slegarsi meglio dalle marcature per buttare il disco in rete, aiutato anche da due assist perfetti di Bertaggia (al quale ha ricambiato il favore) e di Hofmann. Lui si che si è rilanciato.
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